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5 Agosto 2010Il Vomiting è un disturbo del comportamento alimentare, poco conosciuto, che è stato definito per la prima volta in terapia breve strategica e che consiste principalmente nell’utilizzo di condotte di eliminazione (vomito), che autoindotti ripetutamente, da tentata soluzione per risolvere un problema (di anoressia o bulimia), si trasformano nel problema stesso. (Leggi l’intervista completa che ho rilasciato sul Vomiting: il disturbo alimentare basato sul piacere di vomitare)
Nello specifico, il vomito, inizialmente, rappresenta un mezzo, che la persona può utilizzare per far fronte ad una paura di ingrassare.
La persona quindi, si abbuffa, spesso per compensare carenze affettive, poi si spaventa di aver esagerato, viene assalita dalla paura di prender peso e vomita.
La condotta di eliminazione, se reiterata nel tempo, potrebbe portare la “vomitatrice” a sperimentare la falsa illusione che, quando vuole, può riempire i vuoti affettivi e svuotarsi al tempo stesso di ciò che ha materialmente ingerito.
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Il circolo vizioso del vomiting
Il circolo vizioso mangiare-vomitare, inizia così a trasformarsi gradualmente in qualcosa di piacevole, generando un disturbo a sé stante e contribuendo a ristrutturare la percezione del vomito, da mezzo accessorio iniziale (nella bulimia o nell’anoressia) a mezzo che genera piacere (nel vomiting).
Si passa così dal “mangiare per piacere” al “mangiare per vomitare”, dove l’obiettivo della vomitatrice, non è più quello di utilizzare il vomito per la paura di ingrassare, dopo un raptus di fame, ma di mangiare per raggiungere quel “piacere”.
Il momento dell’espulsione, diventa a questo punto, l’incontro che si ripete con il proprio “amante segreto”, che contribuisce a rafforzare l’entità del disturbo stesso e a creare, al tempo stesso, una sorta di dipendenza nei confronti del “piacere perverso”.
Dai risultati ottenuti in una moltitudine di casi, l’intervento breve strategico, in questo senso è risultato essere il tipo di trattamento più efficace. L’intervento non si focalizza sul cibo, ma piuttosto sulla condotta di eliminazione che genera piacere, cercando di creare un piacere più grande (ubi maior minor cessat) e successivamente di inserire e portare alla scoperta di nuovi piaceri.
Approfondimenti
- R. Milanese, Rivista Europea di Terapia Breve Strategica e Sistemica, 2004, 1.
- G. Nardone, Al di là dell’amore e dell’odio per il cibo, BUR, Milano, 2003.
- G. Nardone, T. Verbitz, R. Milanese, R., Le prigioni del cibo. La terapia in tempi brevi. Ponte alle Grazie, Milano, 1999.
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