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31 Gennaio 2011Le basi del modello della terapia breve strategica
Tratto dalla tesi di specializzazione in Psicoterapia Breve Strategica dal titolo “Lo psicologo in farmacia, la Terapia Breve Strategica nella patologia e nel quotidiano“.
Il modello strategico di Psicoterapia Breve, nasce con la Scuola di Palo Alto (Bateson, Jackson, Watzlawick, Weakland) intorno agli anni ’70, e successivamente viene ampliato grazie agli approfondimenti e alla sistematizzazione, di Paul Watzlawick, sui principi teorico-applicativi della comunicazione nei suoi aspetti pragmatici e terapeutici.
Indice contenuti
Assunti di base della terapia breve strategica
L’impostazione di base è sistemico-costruttivista, relativamente alle teorie sulla persistenza e il cambiamento e alle concettualizzazioni sulla formazione e la soluzioni dei problemi (G. Nardone, P. Watzlawick, 1990).
Nello specifico, da un lato, la teoria generale dei Sistemi, definisce un sistema “normale” se vi è un equilibrio tra le due forze opposte e contraddittorie, quali la tendenza all’omeostasi e la capacità di trasformazione, a differenza di un sistema patologico che risulta essere quello in cui vi è una rigida tendenza a ripetere compulsivamente le soluzioni memorizzate al servizio dell’omeostasi (M. Selvini Palazzoli, L. Boscolo, G. Cecchin, G. Prata, 1975).
Dall’altro lato, secondo la teoria del costruttivismo, ciascuno di noi si costruisce la realtà che poi subisce.
Come interviene la terapia breve strategica
La Terapia Breve Strategica, si pone in mezzo tra queste due visioni e rappresenta un intervento terapeutico breve e focale, che si concentra sulla relazione che il soggetto ha con sé, con gli altri e con il mondo e la cui finalità principale è quella di ristrutturare il modo in cui ciascuno costruisce la propria realtà disfunzionale (G. Nardone, 2000), con l’idea che operando un cambiamento sul sistema, questo inevitabilmente sarà portato a cambiare.
Per far ciò si interviene sul sistema circolare, generato dall’insieme di reazioni retroattive disfunzionali, che il soggetto ha creato interagendo con la realtà che sta vivendo, provando ad entrare nella logica del problema presentato e cercando di usare la stessa modalità di rappresentazione e lo stesso linguaggio. A questo punto, diventa possibile generare un cambiamento, cercando di modificare la percezione “da fuori” (P. Watzlawick, J.H. Beavin, D.D. Jackson, 1967; P. Watzlawick, J.H. Weakland, R. Fisch., 1974), attraverso la metodologia dell’“imparare facendo” di Heinz von Foerster, portando il soggetto al punto tale da finire col “preferire” la nuova percezione esperita, perché più funzionale alla precedente (P. Watzlawick, G. Nardone, 1997).
Per far ciò la terapia si focalizza sulla ricerca delle “tentate soluzioni”, ovvero sul bagaglio di comportamenti, idee, rituali, modalità relazionali ecc., che la persona ha messo in atto per risolvere il problema, finendo per alimentarlo e peggiorarlo ulteriormente, e sul cercare invece di produrre nel soggetto un’“esperienza emozionale correttiva”, vale a dire un nuovo modo di percepire la realtà, accompagnato da una forte emozione positiva. Questa esperienza finisce per correggere la visione che si possiede di quella determinata situazione, percepita e vissuta come problematica, andandosi a sostituire, perché inevitabilmente “preferita” rispetto alla precedente e più funzionale (G. Nardone, P. Watzlawick, 1990; P. Watzlawick, G. Nardone, 1997).
Risolvere problemi complessi in modo semplice
Seguendo questa direzione, la Terapia Breve Strategica, è stata in grado di dimostrare che è possibile risolvere in modo efficace e in tempi brevi, complicati problemi, grazie anche allo sviluppo di protocolli di trattamento specifici (G. Nardone, 2000).
A partire da queste premesse, appare evidente come in un contesto quale la farmacia, dove l’immaginario collettivo vi associa l’idea di accesso immediato alla salute tramite il farmaco, il corollario di tecniche della Psicoterapia Breve Strategica si sia prestato adeguatamente alle richieste provenienti dalle diverse tipologie di utenti incontrati nel corso dei colloqui, risultando efficace, come dimostrato dalla maggioranza dei casi risolti.
Approfondimenti
- G. Nardone, P. Watzlawick, L’arte del cambiamento, Ponte alle Grazie, 1990
- G. Nardone, Psicosoluzioni. Risolvere rapidamente complicati problemi umani, BUR Biblioteca Univ. Rizzoli, 2000
- M. Selvini Palazzoli, L. Boscolo, G. Cecchin, G. Prata, Paradosso e controparadosso, Raffaello Cortina Editore,Milano, 1975
- P. Watzlawick, J.H. Beavin, D.D. Jackson, Pragmatica della comunicazione umana, Roma: Astrolabio, 1967
- P. Watzlawick, J.H. Weakland, R. Fisch. Change. Sulla formazione e la soluzione di problemi, Roma, Astrolabio-Ubaldini, 1974
- P. Watzlawick, G. Nardone, Terapia breve strategica, Raffaello Cortina Editore, 1997
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