Emozione della vergogna: a cosa serve e come affrontarla
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26 Gennaio 2013Indice contenuti
La paura del giudizio
Mi capita più spesso di incontrare nella mia attività clinica, persone che mi chiedono aiuto per superare la paura del giudizio e delle critiche. Una paura che le blocca non permettendo loro di comportarsi come realmente vorrebbero. Ciò accade spesso perché si sviluppa la credenza che le proprie fragilità non vanno espresse, quasi come fossero “veleno”, perché ritenute segno di debolezza.
Andando in fondo al problema e cercando di capire come funziona, spesso emerge proprio questa difficoltà e in alcuni incapacità ad accettare le proprie emozioni ed i propri limiti, con l’effetto paradossale che più cercano di nasconderli, più li rendono visibili.
Questa tendenza ad occultare, inoltre, nel tempo rischia di trasformarsi in un sforzo costante sempre più faticoso, fino al punto che la persona smette in alcuni di interagire per evitare gli attacchi d’ansia, la vergogna e l’imbarazzo, la paura e in alcuni casi anche il panico. Un esempio quindi di “tentata soluzione”, che, se messa in pratica una volta, può essere utile per non stare male (non affrontando), ma se reiterata nel tempo, rischia di trasformarsi nel problema stesso (fobia sociale).
Come funziona il problema?
Prima di tutto è importante prendere consapevolezza del fatto, che siamo noi i primi a giudicare noi stessi e non gli altri.
Per spiegarvi meglio il funzionamento del problema, provate ad immaginare una persona che ha una cicatrice molto lunga e larga su una guancia e di cui si vergogna. Se questa entrerà in un locale cercando in tutti i modi di nasconderla, non farà altro che suscitare curiosità e sospettosità nel pubblico e molto probabilmente, questa arriverà pensare: “Ma perchè mi stanno guardando? Ce l’hanno con me? Ho qualcosa che non va? Sapevo che mi avrebbero rifiutato!”. Come è possibile notare, in questo caso, la persona, più cerca di nascondere, più attira l’attenzione e crea sospetto. Se la stessa invece sceglie di entrare mostrando la cicatrice, molto probabilmente, la gente la noterà, ma subito dopo sposterà l’attenzione verso altro o ritornerà a pensare ai fatti propri. Questo esempio spiega ciò che accade, quando nascondiamo qualcosa agli altri e si verifica in tutti quei casi di fobia sociale, di paura di parlare in pubblico, dove quanto più si cerca di nascondere e “comprimere” un’emozione, una debolezza, qualcosa di cui ci vergognamo, tanto più questa apparirà agli altri. Come se tenessimo un gatto chiuso dentro un sacco, questo inizierà a graffiare da dentro, per uscire. Infatti se con le parole non comunichiamo, lo facciamo inevitabilmente con i gesti (risultando goffi, inadeguati), la postura, il non verbale e il paraverbale (tono della voce, cadenza, etc.).
Quindi se da un lato, cercare di nascondere di più contribuisce a rendere più visibile quello che non vogliamo, al contrario, più mostriamo un qualcosa, più la renderemo invisibile.
Uscire dal problema: un vaccino per le emozioni
Provate ora ad immaginare di aver svelato il vostro “segreto”, la vostra paura. Come vi sentirete ad aver vuotato il sacco? Sicuramente proverete un pò di vergogna, ma farete una piccola brutta figura per evitarne una grande dopo. Una strategia utile consiste proprio nel provare ad immunizzarsi da ciò che ci fa star male, espondendoci poco alla volta rispetto ai nostri punti deboli, ovvero svelando il nostro mondo interno, le nostre emozioni, le nostre debolezze, partendo dalle più piccole. Provare a mettere in luce i nostri difetti, aiuterà a prenderne consapevolezza da un lato e a non vergognarcene dall’altro, rendendoci più forti di fronte al giudizio altrui.
Molto spesso infatti è la paura di quello che potrebbero pensare gli altri a limitarci e non tanto l’aver sperimentato un giudizio negativo reale.
Quindi il consiglio è quello di provare a verificarne l’effetto. Sarò lieto di leggere i vostri commenti…
Una guida pratica contro l’ansia sociale
Per approfondimenti consiglio di scaricare l’e-book gratuito “Tre step per gestire l’ansia sociale”, che ho scritto insieme alla dott.ssa Simona Lauri e che offre tre utili strategie per iniziare concretamente ad affrontate la paura del giudizio degli altri.
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Approfondimenti
- Nardone G. (2003), Non c’è notte che non veda il giorno, Ponte alle Grazie
- Nardone G. (2000), Oltre i limiti della paura BUR, Milano
- Nardone G. (1999), Psicosoluzioni, BUR, Milano. Nardone G., Watzlawick P.
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