Le paure dei bambini: come superarle?
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21 Marzo 2013Ossessioni
Mi capita spesso di incontrare nella mia attività clinica persone che presentano ossessioni o meglio il dubbio di aver contratto il virus dell’HIV, di essere pedofili, di fare male a qualcuno, di essere gay. Spesso questi pensieri possono arrivare più volte al giorno o improvvisamente o sotto forma di immagini o parole, evocati da situazioni percepite come rischiose (una semplice stretta di mano con uno sconosciuto, la sensazione di provare eccitamento in prossimità di bambini o persone dello stesso sesso, etc). In questi casi, il dubbio di un possibile contagio, di essere omosessuali o pedofili, di aver fatto male o poter fare male a qualcuno, produce una serie di domande di fronte alle quali, il non riuscire a trovare una risposta soddisfacente crea dei forti attacchi d’ansia, che la persona cerca di sedare mettendo in atto delle “tentate soluzioni“, che piuttosto che risolvere il problema contribuiscono ad un suo peggioramento.
“Tentante soluzioni” e possibili soluzioni
Tra queste ritroviamo:
- l’evitamento di luoghi (ospedali, luoghi affollati, parchi, etc.) o relazioni (con persone dello stesso sesso, con bambini, con persone) ritenute a “rischio” che nel peggiore dei casi, sfociano nel non avere contatti con altre persone;
- l’utilizzo massiccio precauzioni e rituali per evitare che si presenti l’ansia o per ridurla. (Es. fare il test dell’HIV, sterilizzare ambienti, far uso di guanti, lavare posate, vestiti, masturbarsi ripetutamente con contenuti omosessuali, tornare più volte su un posto per verificare di non aver ferito o fatto male a qualcuno, etc.)
- la ricerca compulsiva di conferme su internet (cybercondria) o il chiamare i numeri specializzati per questo tipo di problematiche.
Tutte queste “tentate soluzioni”, utilizzate una volta possono creare rassicurazione, ma se reiterate nel tempo, rischiano di trasformarsi in una trappola dalla quale la persona poi fa fatica ad uscire e di cui al tempo stesso non può più fare a meno.
Evitare infatti, se da un lato può ridurre l’angoscia, dall’altro contribuisce ad accrescere l’incapacità di affrontare quella determinata situazione che genera ossessioni e preoccupazione.
Possibile soluzione: su questo punto, bisogna quindi iniziare a pensare che più si evita, più si sta contribuendo a peggiorare.
Stessa cosa avviene con le precauzioni e per i rituali riparatori, che se da un lato alleviano dall’ansia, dall’altro creano un vincolo molto forte, come una sorta di dipendenza di cui la persona finisce per non poterne più fare a meno.
Possibile soluzione: con le precauzioni e i rituali, è opportuno introdurre dei piccoli rischi o violazioni, proprio per non creare la dipendenza.
L’ultima tentata soluzione, consiste nel cercare risposte certe o comunque conferme chiedendo a specialisti, cercando via internet o chiamando operatori specializzati, se in un primo momento può creare rassicurazione, in realtà alla fine non offre risposte che durano nel tempo, infatti se dopo poco tempo, dovesse ripresentarsi lo stesso problema, nonostante la rassicurazione precedente l’ansia riaffiorerebbe. Anche in questo caso, il cercare conferme, se da un lato contribuisce ad alleviare l’ansia e a ridurre l’ossessione, dall’altro genera una dipendenza dal comportamento contribuendo ad aggravare il disturbo.
Possibile soluzione: cercare di circoscrivere il tempo impiegato per ricercare conferme in uno spazio giornaliero.
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