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3 Aprile 2022Chi di voi sta vivendo questo periodo di guerra tra Ucraina e Russia con paura e pieno di dubbi? Cosa ci aspetta nel prossimo futuro e come spiegare la guerra ai figli senza traumatizzarli?
Diciamolo pure, questa guerra che sta lasciando tutti con il fiato sospeso. In questi giorni accendere la tv significa assistere a scene e immagini di violenza, bombardamenti e morte.
Tutto ciò arriva ed è visibile ai nostri occhi e a quelli dei nostri figli che vengono investiti quanto noi da informazioni sulle quali inevitabilmente ci poniamo il dubbio che ne rimangano traumatizzati.
In questo tragico scenario diventa così importante salvaguardare i più piccoli provando a spiegare loro cosa sta accadendo.
Tenerli al sicuro non significa tenerli all’oscuro di quello che succede, quanto piuttosto cercare di spiegare loro cosa sta accadendo in modo sano e funzionale.
Indice contenuti
Suggerimenti su come spiegare la guerra ai figli
Ecco di seguito alcuni utili suggerimenti sull’approccio da utilizzare.
#1 Partite dall’ascolto
In primis è fondamentale tener conto dell’età del bambino, partendo dal presupposto, che ognuno ha le proprie necessità evolutive che cambiano da bambino a bambino.
Tenendo conto di questo, prima di iniziare “spiegare” cosa accade, cercate di capire se hanno dubbi o domande e provate a rispondere a queste.
E se non sappiamo cosa dire? Non è un problema, la cosa fondamentale è essere disposti a parlarne in modo calmo e rilassato.
Dunque ascoltate ciò che hanno da dirvi, senza pensare se le vostre risposte saranno giuste o sbagliate: è più importante entrare in relazione e far sentire la vostra vicinanza emotiva.
#2 Cercate di conoscere il senso personale
Se vostro figlio vi pone una domanda sulla guerra, cercate di conoscere il suo punto di vista: che significato dà a ciò che sta accadendo?
In questo modo capirete fin dove potete spingervi con le risposte.
#3 Dosate le informazioni in base all’età
Un’altra domanda che spesso si pongono i genitori è: “quante e quali informazioni possiamo dare?”
In generale bisogna evitare di ricoprirli di informazioni dettagliate e chiudere subito dopo l’argomento.
È importante lasciar loro spazio e pronunciare poche frasi che stimolino nuove domande e che tengano conto dell’età.
Se vostro figlio ha un’età prescolare si può far riferimento alla guerra parlando di “un litigio” e del fatto che gli adulti faticano a trovare una soluzione che va bene ad entrambi.
Ricordate di aggiungere parole di speranza, parlando di altri adulti che stanno cercando di riportare la pace.
Potete utilizzare anche fiabe e libri che possono aiutarvi a rendere tutto più gestibile a livello emotivo.
Con bambini molto piccoli un buon approccio per spiegargli la guerra potrebbe essere quello di coinvolgerli in qualcosa di concreto: potete proporgli attività pratiche, quali disegni, che possono essere di aiuto aa lui per esprimere al meglio ciò che prova e voi per comprenderlo pienamente.
A prescindere dall’età, ogni figlio deve essere informato del fatto che non sempre a tutto c’è una risposta e che spesso una risposta non equivale alla verità assoluta.
Se vostro figlio è troppo piccolo sarebbe meglio evitare di far vedere immagini troppo crude che possano risultare di difficile comprensione, sia dal punto di vista cognitivo che emotivo.
Infine, cercate di trasmettere una certa dose di positività, cercando di far passare il messaggio che è normale provare paura e che è opportuno accettare le proprie emozioni.
Riflessioni conclusive
In generale per spiegare la guerra ai figli è opportuno dare poche informazioni sempre limitandoci a quello che nostro figlio ci ha chiesto, evitando di andare oltre a quello che ci è stato chiesto. Questo perché potrebbe faticare ancora a capire ed in tal caso rischieremmo solo di confonderlo.
Se vorrà sapere di più, sarà lui stesso a chiederlo.
Lasciamo quindi che sia lui a guidare la conversazione, mostrando ascolto, accoglienza e disponibilità.
Un bambino che si sente ascoltato e accolto impara anche a gestire i suoi stessi sentimenti e le sue stesse paure.
Al contrario un bambino lasciato solo alle sue congetture e alle sue domande, difficilmente riuscirà a comprendere ciò che gli accade intorno e rischierò di vivere con grande senso di ansia e angoscia.
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