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30 Aprile 2024Nel relazioni di coppia, capita frequentemente di vivere dinamiche all’interno delle quali, successivamente a un conflitto, uno dei due partner può utilizzare il silenzio punitivo, a volte per ore, altre volte per giorni e, in casi più gravi, per mesi. In queste situazioni, il “muro del silenzio” diventa uno strumento di comunicazione non verbale che può trasformarsi in un’arma di manipolazione emotiva letale, volta ad acquisire potere all’interno della relazione, attraverso il profondo senso di colpa che viene generato nell’altro.
In questo articolo voglio esplorare le radici di tale pratica disfunzionale e provare a delineare alcune strategie utili per affrontare e mitigare questo tipo di interazioni dannose.
Indice contenuti
Comprensione del “silenzio punitivo”
La dinamica del potere
Diciamolo pure, il “muro del silenzio punitivo” all’interno della relazione rappresenta una forma di “condanna emotiva“: il partner che lo applica, infatti, pone l’altro in una dinamica punitiva, appunto, ignorandolo o escludendolo per punirlo o per manipolarne le emozioni. Inevitabilmente, il partner più fragile o emotivamente più sensibile, conseguentemente a questo comportamento, si ritrova catapultato all’interno di una dinamica di controllo e potere, spesso utilizzata per evitare confronti diretti e aperti.
Effetti sulle emozioni e sulle relazioni
L’impatto di questa tattica è profondo: la “vittima” può sperimentare ansia, calo dell’autostima e una grave confusione. Questo accade perché si interrompe la comunicazione e chi si trova a subire il silenzio dell’altro, comincia a riempire il “vuoto” della relazione spesso con domande senza risposta, fino anche a scenari catastrofici di una relazione destinata a finire. È qui che parte il senso di colpa per aver rovinato il rapporto, che nello stesso momento in cui si verifica, riconosce all’altro il potere di porsi “giustamente” dall’alto della sua saggezza e di decidere chi ha torto e chi ha ragione, chi è giusto e chi ha sbagliato. Ma pensateci bene, è veramente così? Non è forse vero che in una relazione entrambi dovrebbero stare sullo stesso piano?
A lungo termine, questo comportamento rischia di compromettere la fiducia e l’intimità all’interno della coppia, portando a una relazione progressivamente “tossica”.
Teorie Psicologiche Applicabili
Stili di attaccamento e utilizzo del silenzio
Esiste una correlazione evidente tra gli stili di attaccamento insicuri e la tendenza a impiegare il silenzio come strumento di manipolazione. Nella teoria dell’attaccamento, proposta da John Bowlby, le prime interazioni con le figure di riferimento nella nostra infanzia getterebbero le fondamenta per le interazioni future. Coloro che sperimentano uno stile di attaccamento insicuro tendono ad avere difficoltà nelle relazioni intime, manifestando spesso comportamenti evitanti o ansiosi che possono trasformarsi in manipolazioni emotive, come l’uso strategico del silenzio.
Nello specifico, il silenzio può essere interpretato come un tentativo di evocare attenzione o di punire l’altro senza un confronto aperto. Gli individui con uno stile di attaccamento ansioso potrebbero usare il silenzio per creare una reazione che confermi l’interesse del partner verso di loro. Al contrario, chi presenta uno stile di attaccamento evitante può utilizzare il silenzio come uno strumento per distanziarsi dalle richieste emotive del partner, mantenendo così una forma di autonomia.
Il comportamento passivo-aggressivo
Il comportamento passivo-aggressivo rappresenta un altro aspetto fondamentale nella dinamica delle relazioni disfunzionali dove viene utilizzato il silenzio punitivo. In questi casi, il silenzio può essere interpretato come una strategia indiretta di espressione del dissenso o del disappunto. Questo evita l’apertura di un dialogo costruttivo e diretto, e che come accennato prima, pone chi lo applica in una posizione di potere e sottomissione dell’altro. Chi subisce il silenzio, infatti, vive un grande peso emotivo, che lo costringe ad interpretarlo e a cercare di risolvere l’ambiguità che ne deriva per uscire dallo stato di disagio. Questo può innescare un circolo vizioso dove il partner vittima del silenzio si trova a dover gestire non solo la propria confusione emotiva ma anche la responsabilità di riavvicinare l’altro.
Come intervenire
Identificazione e svelamento del silenzio punitivo
All’interno delle relazioni di coppia, il riconoscimento e lo smascheramento del silenzio punitivo diventa un’azione decisiva. Comunicare al partner in modo diretto il tentativo di manipolazione, infatti, aiuta ad uscire da questa dinamica. Chi utilizza il silenzio, infatti, si pone ad un livello superiore della dinamica di coppia, creando un taglio netto tra sé (apparentemente vittima), che punisce col silenzio, e l’altro (apparentemente carnefice), che viene punito. Svelare questo subdolo “giochino” permette di smontare il comportamento manipolatorio di chi si pone in una posizione di superiorità, riportandolo allo stesso livello dell’altro.
È bene ricordare, infatti, che nelle relazioni di coppia sane si è entrambi alla pari e non c’è (o non ci dovrebbe essere) chi è più bravo, buono, giusto, perfetto, dell’altro. Quando si crea questa dinamica la relazione diventa in tutti i casi “tossica”. (Approfondisci l’argomento sulla comunicazione simmetrica e compliementare)
Discutere apertamente di questi comportamenti, focalizzandosi sulle emozioni e sulle aspettative ferite, è il primo passo per disinnescare il conflitto senza aggravarlo.
Tecniche di comunicazione effettiva
L’utilizzo di una Comunicazione Non Violenta (CNV) all’interno della comunicazione di coppia può facilitare l’espressione chiara dei bisogni ed evitare chi si attivino le potenziali difese dell’altro. La comunicazione non violenta (CNV) è una metodologia sviluppata da Marshall Rosenberg che si concentra sull’ascolto empatico e sull’espressione autentica per favorire la comprensione, il rispetto e la pace nelle interazioni umane.
Ecco alcuni esercizi che potete utilizzare in coppia:
1. Espressione onesta dei propri sentimenti e bisogni
Obiettivo: imparare a esprimere i propri sentimenti e bisogni senza accusare o criticare il partner.
Come agire:
- Scegliete una situazione recente in cui avete provato disagio o frustrazione.
- Identificate e nominate, uno per volta, il sentimento che provavate durante quella situazione.
- Individuate quale bisogno insoddisfatto ha causato quel sentimento.
- Formulate, uno per volta, una frase che esprima il sentimento e il bisogno correlato. Seguite la struttura: “Quando accade [situazione specifica], mi sento [sentimento] perché ho bisogno di [bisogno]. Vorrei che provassi invece a comportarti [azione concreta].”
È importante che mentre uno dei due parla, l’altro ascolti, senza pensare di dover rispondere, correggere, giustificarsi, ecc., ma solo con l’intenzione di capire come il partner vive emotivamente quello specifico momento.
2. Ascolto empatico
Obiettivo: sviluppare la capacità di ascoltare attivamente, riconoscendo i sentimenti e i bisogni del partner.
Come agire:
- Fai raccontare all’altro una situazione che lo ha fatto sentire emotivamente carico.
- Mentre ascolti, concentrati sul riconoscere i sentimenti e i bisogni dell’altro senza interrompere o dare consigli.
- Dopo che l’altro ha finito di parlare, prova a esprimere con parole tue i sentimenti e i bisogni che credi siano importanti per l’altro. Per farlo usa la formula: “Sento che ti senti [sentimento] perché hai bisogno di [bisogno]. È corretto?”
Questo esercizio aiuta a creare una sintonizzazione emotiva.
Questi esercizi non solo aumentano la comprensione reciproca, ma rafforzano anche le fondamenta su cui si basa la fiducia condivisa, permettendo così una più efficace gestione delle divergenze che possono nascere in coppia.
Per approfondire, consiglio la lettura del testo Le parole sono finestre (oppure muri). Introduzione alla comunicazione nonviolenta di Marshall Rosenberg.
In conclusione, mentre il silenzio può essere utilizzato come una tattica manipolativa, comprendere le sue radici e intervenire con strategie comunicative appropriate può trasformare conflitti potenzialmente distruttivi in opportunità di crescita e intimità all’interno della relazione.
Alla fine non è importante che uno dei due abbiamo la meglio, ma che entrambi possiate trovare un accordo per vivere serenamente.
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