Pensiero in bianco e nero: quando la visione è rigida
15 Agosto 2021Genitori che urlano ai figli quando faticano a gestirli
19 Settembre 2021Ti sei mai trovato/a nella condizione di dover cambiare tutti i tuoi piani a causa dei sensi di colpa? Magari volevi fare una semplice e innocua uscita con gli amici, solo che il partner non era d’accordo e ti incolpava di essere un egoista che pensa solo a sé.
Se osservi questa scena dall’esterno, sicuramente ti renderai conto di come il senso di colpa si può trasformare nel miglior modo per manipolare l’altro. In questo caso, l’altro manipolato sei stato tu!
Questo sentimento può caratterizzare la personalità di ognuno di noi e il grado di intensità con cui lo proviamo può dipendere anche dal tipo di educazione che abbiamo ricevuto dai nostri genitori o dalle primissime relazioni amicali sperimentate.
Se vuoi imparare a fregartene, iniziando a pensare un pò a te, continua a leggere per scoprire cosa ho da dirti.
Indice contenuti
Impariamo a conoscere il senso di colpa
Il senso di colpa, come già saprai, è un sentimento alquanto forte e impattante in quanto domina e caratterizza tutta la persona. Spesso le azioni che siamo portati a fare, infatti, hanno come unico scopo quello di togliercelo di dosso.
Ad esso spesso si accompagnano sentimenti di vergogna, imbarazzo e il bisogno di auto-punizione.
Quando il senso di colpa prevale, tutto viene visto in modo negativo e si prova un enorme senso di responsabilità e colpevolezza per qualsiasi cosa che viene fatta o detta. È a quel punto che il senso di colpa comincia a scavare dentro, come un tarlo, sempre più in fondo, trasformandosi in un vero e proprio incubo che diventa difficile interrompere, se non rimediando immediatamente a ciò che ce lo ha generato.
Il senso di colpa, se mal gestito, può rendere la nostra esistenza un inferno, facendoci sentire in gabbia, incapaci di prendere le nostre decisioni e di vivere una vita serena. Chi vive forti sensi di colpa sente tutta la responsabilità su di sé e sa che non può sbagliare per nessun motivo.
Chi agisce per senso di colpa, spesso arriva a fare tanto BENE agli altri, finendo per fare tanto MALE a se stesso.
Ma in sostanza a cosa serve (quando funziona) questo senso di colpa? E da dove deriva tutto questo bisogno di darsi da fare per gli altri?
La vera funzione dei sensi di colpa
Lo psicologo Izard lo definì come un sentimento morale che compare tardi evolutivamente e, soprattutto, dopo rispetto ad altre emozioni primarie quali rabbia, tristezza, gioia e paura.
Si tratta di un sentimento morale che promuove un comportamento etico, ovvero un comportamento determinato da un giudizio negativo in seguito di un atteggiamento errato o comunque scorretto dal punto di vista morale.
Questo tipo di comportamento genera sentimenti di rimpianto o di rimorso causati proprio dalla situazione in cui è stato trasgredito il rispetto della norma o il comportamento morale voluto dalla società stessa.
Il senso di colpa venne studiato e definito per la prima volta da Freud nel 1915. Egli dedicò la sua attenzione all’aspetto intrapsichico del senso di colpa, ovvero da come viene vissuto internamente dalla persona. Arrivò ad ipotizzare che questo sentimento è sperimentato dall’individuo in prima persona e che si forma dopo aver violato una norma.
Col tempo, però, il senso di colpa è stato definito e teorizzato come un sentimento in relazione alla società, quindi come un sentimento negativo originato dall’aver violato una regola vigente in un determinato contesto.
Personalmente ritengo che il senso di colpa aiuti le figure genitoriali a modificare il proprio comportamento quando si rendono conto che stanno adottando un’educazione poco adeguata ai loro figli.
In molti casi, però, chi si ritrova a provare forti sensi di colpa nelle relazioni da adulti, ha avuto un’educazione rigida dove spesso si è trovato ad assumere un “atteggiamento genitoriale” nei confronti dell’altro.
Chi prova sensi di colpa spesso è una persona empatica e rispettosa. Essere rispettosi, però, non significa doversi sentire sempre responsabili di come l’altro si sente.
Dove inizia e dove finisce la nostra responsabilità?
Un sentimento strettamente collegato al senso di colpa è il senso di responsabilità, ovvero la sensazione di avere tutto il peso “sulle proprie spalle”.
Questo può diventare oppressivo nella misura in cui sentiamo che tutto dipende da noi e dalle nostre scelte. Ci trasformiamo in generatori di piacere o al contrario di dolore. Tutto dipende da noi a partire dalle stretta cerchia di persone cui siamo legati, fino ad arrivare, nei casi più gravi, a sentirci responsabili dell’intera umanità.
Ma veramente abbiamo tutto questo potere? Abbiamo il potere di rendere qualcuno felice o infelice? O semplicemente ci circondiamo di persone, che contrariamente a noi, le responsabilità non se le vogliono prendere e decidono di scaricarle su qualcun altro?
Mi viene in mente una persona in aeroporto che per pigrizia, fingendosi stanca morta, chiede a qualcun altro già carico, di trasportare la propria valigia. L’altro, buon anima, che fa rinuncia? Certo che no, rischierebbe di passare per una pessima persona, magari anche insensibile e pure egoista.
È come se la persona percepisse che solo agendo correttamente può essere amata e apprezzata mentre, in caso contrario, può nascere un giudizio negativo.
Ora se provate a sostituire la “valigia” con la “vita”, cosa vedete? Io vedo due persone che alla fine fanno la stessa cosa, ovvero per un motivo o per un altro evitano di prendersi la responsabilità della propria esistenza, delegandola ad altri o prendendosi un carico che non compete loro.
Rifletteteci su!
3 modi efficaci per fare i conti con i sensi di colpa
Finalmente siamo arrivati al succo della questione. Ora condividerò con te, tre utili suggerimenti da mettere in pratica per liberarti fin da subito dei tuoi sensi di colpa.
#1 suggerimento: prendi consapevolezza delle tue colpe
Butta su un foglio tutti i sensi di colpa che hai rivolgendoti alla persona verso la quale senti di provarli. Chiedigli scusa, battiti la mano sul petto e prova a spiegarle perché ti senti così.
Ti aiuterà a guardare le cose da un punto di vista diverso.
#2 suggerimento: assumiti la “vera” responsabilità
Hai scritto? Bene, ora rifletti su questo: chi è il vero responsabile dei tuoi sensi di colpa? È l’altro che te li “mette dentro” o sei tu che scegli di farteli venire?
Pensaci bene, immagina una famiglia con tanti fratelli e tante sorelle. Tutti hanno la stessa madre che prova a far sentire in colpa dicendo a tutti le stesse cose. Pensi che reagiranno tutti i fratelli e le sorelle allo stesso modo? Ovviamente no.
Questo perché non è quello che sta dicendo la madre a creare il senso di colpa, ma è come i fratelli e le sorelle ricevono la comunicazione.
Hai avutola dimostrazione che spesso siamo noi a percepire quello che l’altro ci dice come una critica che ci fa sentire inadeguati. A quel punto facciamo di tutto per fargli cambiare idea finendo per dargli il potere di decidere se e quanto valiamo.
Siamo noi che creiamo i nostri stati d’animo e per quanto tu ritenga l’altro responsabile delle tue reazioni, in realtà dipendono da te e dall’idea che ritieni che l’altro si possa fare di te. Se tu che a quel punto scegli di fare quello che l’altro ti chiede, sperando che torni a farsi una buona idea di te.
Ora, se capisci questo meccanismo, allora puoi cominciare a rifiutarti di sentirti in colpa e fare di testa tua.
Come? Assumendoti la responsabilità della tua vita.
Se vuoi cominciare a farlo, prendi un foglio, scrivi il meglio che vorresti per te e comincia a darti da fare per realizzarlo. E se proprio vuoi farlo, inizia a sentirti un pò in colpa verso di te, se non li realizzerai.
#3 suggerimento: restituisci all’altro la sua valigia
Se hai compreso che sei tu l’unico responsabile di ciò che senti, lo stesso ragionamento vale anche per l’altro.
Quindi va da sé che per quanto l’altro voglia farti credere che la sua reazione dipende da te, in realtà il suo vissuto dipende da lui (o lei).
E’ lo stesso ragionamento di prima e per avere la certezza fai questo esperimento: prova ad utilizzare uno stesso approccio o atteggiamento con almeno tre persone diverse, anche vicine affettivamente. Sono pronto a scommettere che reagiranno in tre modi differenti.
Bene ora che abbiamo scoperto che sei una persona libera, lascia che sia l’altro a portarsi la sua valigia.
Ricorda: siamo stati creati per portare il carico di una sola persona, la nostra.
BONUS
Rifletti: quando provi un senso di colpa, che fai? Agisci per farlo andare via. In realtà fai tutto tu, ovvero tu lo fai ARRIVARE (credenza errata n.1: io ho il potere di far star male) e tu lo fai SPARIRE (credenza errata n.2: io ho il potere di far star bene).
Sei un mago insomma. Ma perché funziona? Solo perché entrambi ci credete!
Ma se cambi le regole, vedrai che anche l’altro sarà costretto a cambiarle.
Rifletti bene quindi sulle tue credenze e sull’effetto placebo delle tue azioni.
Bene. Direi che ti ho dato tanto su cui riflettere.
Non ti resta che mettere in pratica questi semplici esercizi/riflessioni che ti ho condiviso e che spero ti siano utili per iniziare a cambiare il tuo modo di relazionarti all’altro.
Se poi vedi che il tuo senso di colpa è ancora troppo forte, puoi sempre scegliere di scrivermi per richiedere un primo colloquio.
Insieme troveremo il modo più adatto a te per liberarti DEFINITAMENTE del tuo senso di colpa malsano.
Per fissare un primo appuntamento puoi scrivermi un'e-mail all'indirizzo davide.algeri@gmail.com o contattarmi al numero +39 348 53 08 559.
Se ti è piaciuto questo articolo puoi seguirmi sul mio account personale di Instagram, sulla Pagina Ufficiale Facebook di Psicologia Pratica o nel Gruppo di Psicologia Pratica. © Copyright www.davidealgeri.com. Tutti i diritti riservati. E’ vietata la copia e la pubblicazione, anche parziale, del materiale su altri siti internet e/o su qualunque altro mezzo se non a fronte di esplicita autorizzazione concessa da Davide Algeri e con citazione esplicita della fonte (www.davidealgeri.com). E’ consentita la riproduzione solo parziale su forum, pagine o blog solo se accompagnata da link all’originale della fonte. E’ altresì vietato utilizzare i materiali presenti nel sito per scopi commerciali di qualunque tipo. Legge 633 del 22 Aprile 1941 e successive modifiche.
Richiedi un primo contatto