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17 Ottobre 2016Indice contenuti
Il gioco della seduzione
La seduzione è un gioco basato sulla psicologia, non certo sulla bellezza, sul carisma o sul denaro, anche se, indubbiamente, sono fattori che possono giocare un ruolo non indifferente. Ciò che seduce una persona, in realtà, è lo sforzo che viene fatto per conquistarla, perché questo le si mostra di averla a cuore e di ritenerla importante. Questo ragionamento è valido in qualsiasi ambito, dall’amore all’amicizia, dalle dinamiche sociali a quelle economiche.
Giocare il ruolo del seduttore è una prospettiva allettante pressoché per chiunque, ma tendenzialmente ci risulta meno gradevole l’idea di essere ‘vittime’ o ‘prede’ delle strategie di altre persone, soprattutto quando non sono spontanee, ma costruite ad hoc per farci cadere nella loro rete.
Proviamo, allora, a conoscere meglio i principali archetipi della seduzione in modo da avere qualche strumento in più per difenderci dai seduttori e dagli antiseduttori strategici.
Identikit del seduttore
Il seduttore – uomo o donna, amante, amico o venditore – non è mai troppo assorbito o ripiegato su se stesso perché questo è indice di insicurezza, e l’insicurezza è antiseducente. Ovviamente, chiunque ha le sue piccole e grandi fragilità, ma il seduttore impara ad ignorarle e a superare i momenti di dubbio lasciandosi coinvolgere e trasportare dal mondo. Di conseguenza, risulta una compagnia gradevole e ricercata.
Raramente un seduttore si lancia in un’impresa giocandosi mosse o strategie banali, perché così facendo metterebbe in allarme la sua preda, o, quanto meno, susciterebbe sospetto.
Robert Green descrive nove tipologie di seduttore, a seconda che prevalgano energie e desiderio sessuali, sensibilità estetica, attenzione alla propria immagine, apertura e spontaneità, fascino e freddezza, desiderio di piacere e di circondarsi di persone, spiccata sicurezza di sé o un etereo alone di mistero.
Nove tipologie di seduttore
Ecco i nove archetipi principali:
- La Sirena: offre una liberazione totale dai limiti della vita delineando una via di fuga dal ruolo responsabile e razionale che l’uomo è chiamato ad assumere. Si pone in modo molto intenso e sensuale, trasportando l’altro in un mondo di puro piacere. L’uomo, inseguendola, rischia di perdere il controllo di sé, ma questa è una condizione a cui molti anelano per alleggerirsi da vincoli ed oppressioni quotidiane.
- Il Libertino: è privo di inibizioni e schiavo dell’amore per le donne che cambia velocemente. È un maestro del linguaggio della seduzione e come nessun altro è capace di far sentire desiderata e apprezzata una donna, mettendola al centro della sua attenzione. Sebbene possa essere sleale, disonesto e amorale, spesso riesce a volgere questi difetti a suo vantaggio, accrescendo il suo fascino.
- L’Amante Ideale: è un artista nel creare l’illusione di poter rivivere i sogni di gioventù o di ripagare tutte le delusioni accumulate negli anni. Riflette la fantasia di chi ha davanti e, in un mondo caratterizzato dal disincanto, prospera grazie ai sogni spezzati delle persone. Induce a credere di essere esattamente ciò che manca per essere visto come l’anima gemella o l’altra metà della mela.
- Il Dandy: mutevole, ambiguo, al di là dei ruoli limitati imposti dalla società, affascina perché dimostra di non essere confinabile in una categoria ed evoca una libertà che molti gli invidiano. Gioca con la mascolinità e con la femminilità, cura molto la sua immagine e si mantiene misterioso ed elusivo. Riesce a risvegliare desideri repressi puntando su una presenza ambigua e affascinante.
- Il Naturale: incarna le caratteristiche dell’infanzia che tutti, consciamente o meno, cercano di ricreare. Mette a proprio agio con la sua spontaneità, i modi sinceri, l’assenza di pretenziosità e lo spirito giocoso. Fa virtù delle sue debolezze, sollecita simpatia per i suoi sforzi e ispira il desiderio di proteggerlo e aiutarlo. Riesce a neutralizzare le difese e persino a infondere una gioia a cui tutti sono vulnerabili.
- La Civetta: abilissima a differire il piacere, mentre fa attendere la sua ‘vittima’, la intrappola in un incantesimo alternando avanzata e ritirata, speranza e frustrazione. Promette ricompense (piacere fisico, felicità, fama, potere) che solitamente si rivelano illusorie, ma proprio per questo il suo obiettivo diventa sempre più insistente. Sembra completamente autosufficiente e attrae con il suo narcisismo. Non offre mai una completa soddisfazione e così ha sempre il controllo dell’Altro.
- L’Incantatore: abilissimo manipolatore, devia l’attenzione da se stesso per concentrarla sulla sua ‘vittima’. Apparentemente è capace di grande empatia: entra in profonda connessione e sperimenta gioie e dolori come se fossero sue. In sua presenza ci si piace persino di più, non litiga, non si lamenta e non infastidisce. Attrae facendo leva sulla vanità e sulla scarsa autostima, rendendo, di fatto, dipendenti dal suo incanto.
- Il Carismatico: punta tutto sulla sicurezza di sé, sull’energia sessuale, sulla determinazione e l’appagamento che la maggioranza della gente non ha e a cui ambisce. Queste qualità lo fanno apparire straordinario e superiore, inducendo a pensare che in lui ci sia molto più di quanto si possa vedere all’apparenza. Può sedurre su larga scala irradiando intensità e restando distaccato al tempo stesso.
- La Star: spicca grazie al suo stile originale e attraente, crea la volontà di guardarla perché si nutre del desiderio di molti di fuggire dalla vita quotidiana per rifugiarsi in sogni e fantasticherie. Si mantiene vaga, eterea e distaccata per creare l’illusione di essere più di quanto esista realmente (in modo simile al Carismatico). Opera sull’inconscio della ‘vittima’, che finirà per imitarla senza nemmeno rendersene conto.
Quando la seduzione fallisce: l’antiseduttore
Se i seduttori sono capaci di attrarre grazie all’attenzione individuale ed esclusiva che dedicano agli altri, gli antiseduttori sono l’opposto: insicuri, egoisti, incapaci di comprendere a fondo l’Altro. Avendo scarsa consapevolezza di sé, difficilmente capiscono quando molestano, infastidiscono o parlano troppo. Non sono in grado di creare la ‘promessa del piacere’ sulla quale verte la seduzione. Insomma, se il seduttore attrae, l’antiseduttore respinge!
Sappiamo tutti che alcune nostre azioni risultano indubbiamente e naturalmente piacevoli agli altri, qualsiasi sia il contesto in cui ci troviamo. I problemi nascono, invece, quando ci concentriamo troppo su noi stessi e cominciamo a pensare più a ciò che vogliamo dagli altri, piuttosto che a quello che gli altri vorrebbero da noi.
Per questo motivo può capitare che una nostra azione gradevole – spontanea o voluta – sia spesso inconsapevolmente seguita da un’altra più egoista, talvolta quasi aggressiva, spinti come siamo dalla fretta di ottenere ciò che desideriamo.
‘Purtroppo’ la seduzione si basa sulla costanza e sulla pazienza, non bastano gesti carismatici o modi affascinanti da snocciolare ogni tanto. Pensate, per esempio, al vostro bar di fiducia, quello dove prendete il caffè o l’aperitivo di solito, il locale in cui vi sentite a casa: se il barista fosse gioviale e sorridente solo un paio di giorni a settimana, quanto ci mettereste a cambiare bar? Ecco, la seduzione funziona nello stesso modo!
Identikit dell’antiseduttore
Anche in questo caso, l’antiseduttore si esprime in tanti modi e con tante caratteristiche diverse, ma quasi tutte le tipologie condividono un attributo che sta alla base della repulsione che ispirano: l’insicurezza. L’antiseduttore è insicuro al punto tale da non riuscire a farsi coinvolgere nel gioco della seduzione perché i suoi bisogni, le sue ansie e l’eccessivo ripiegamento su se stesso glielo impediscono. È il caso di chi interpreta la minima ambiguità come una mancanza di rispetto nei suoi confronti e magari vede un tradimento in una semplice e casuale assenza di disponibilità, lamentandosene amaramente.
Nonostante sembri facile tenersi a distanza di sicurezza da questi tristi e sfortunati personaggi, spesso non si rivelano subito, ma appaiono come individui bisognosi e può capitare di trovarsi invischiati in una relazione per nulla gratificante. Ci sono alcuni indizi che denotano insicurezza e chiusura in se stesso: la poca generosità, la tenacia nel portare avanti una discussione, un’eccessiva criticità… oppure, al contrario, lodi immeritate e dichiarazioni premature… o, ancora, l’incapacità di prestare attenzione ai particolari.
Otto tipologie di antiseduttori
Ecco le tipologie principali di antiseduttori:
- Il Bruto: non ha la pazienza di star dietro a giochini o strategie se queste vanno troppo per le lunghe, si preoccupa solo del suo piacere e dà per scontato l’interesse nei suoi confronti, quindi non ha motivo di aspettare. Egocentrico fino a risultare offensivo, ma così nasconde, in realtà, un forte senso di inferiorità che lo porta a reagire in modo esagerato quando viene respinto o costretto ad aspettare.
- Il Soffocante: ha l’innamoramento facile per colmare il profondo senso di vuoto interiore. Difficile liberarsene in modo non traumatico, perché, seppure si aggrappi alla sua preda fino a costringerla alla ritirata, poi fa leva sul senso di colpa per impedirle la fuga. Un tratto distintivo è la rapidità con cui arriva ad adorare la sua ‘vittima’, cosa che non ha niente a che fare con l’amore.
- Il Moralizzatore: ha un carattere molto rigido, segue seri parametri morali e idee fisse e cerca di conformare ai suoi standard l’oggetto del suo interesse. Vuole cambiarlo e renderlo migliore, quindi lo critica e lo giudica senza sosta. Si riconosce facilmente per la sua incapacità ad adattarsi e a godere di ciò che ha.
- Il Taccagno: avaro sia in senso economico, sia affettivo perché ha in sé qualcosa di represso che gli impedisce di lasciarsi andare o di affrontare un rischio. Spesso crede di essere generoso quando concede qualche piccola affettuosità o qualche spicciolo in beneficenza. Ovviamente, anche il comportamento diametralmente opposto denota una mancanza di equilibrio: dare troppo può indicare una disperazione che spinge a tentare di ‘comprare’ gli altri.
- Il Maldestro: è troppo consapevole di se stesso e risulta goffo perché si preoccupa del proprio aspetto o delle conseguenze dei suoi tentativi di seduzione. Non ha tempismo e non riesce ad uscire da se stesso e dalle sue apprensioni.
- Il Parolaio: parla di lungo, soprattutto di se stesso. Non si pone minimamente il dubbio di annoiare l’interlocutore perché ha un egoismo decisamente marcato. Guai a interromperlo o a discutere con lui perché ne nascerebbero discussioni senza fine. Le troppe parole rompono l’incantesimo della seduzione, enfatizzano le differenze ed appesantiscono il rapporto.
- L’iper-reattivo: ha un ego troppo sensibile. Ogni parola o gesto altrui viene attentamente valutato in cerca di un’offesa alla sua persona. Piagnucola e si lamenta e non è in grado di ridere di se stesso. Quando riesce a trattenere l’insoddisfazione, gli si legge il risentimento negli occhi.
- Il Grossolano: non presta importanza ai dettagli, soprattutto a quelli importanti nel gioco della seduzione. Spesso lo dimostra anche con il suo aspetto e le sue azioni, infatti è indiscreto e non si cura di ciò che dice in pubblico (spesso riporta con leggerezza confidenze personali a terzi), non sa cosa sia il tempismo e raramente si trova in armonia con i gusti dell’Altro.
Ovviamente, in tutti noi sono presenti dei tratti di questi archetipi. Se impariamo a riconoscerli sarà più semplice metterli da parte e risultare, di conseguenza, più gradevoli e carismatici agli occhi altrui.
Le prede difficili
Pur sfoderando tecniche e strategie, anche il più abile seduttore può imbattersi in persone che risultano più diffidenti, chiuse o difficili da sedurre. Una reazione comune in questi casi è cercare di affrettare i tempi, di ‘abbattere il muro’ con modalità più dirette e incisive. Niente di più sbagliato! Così facendo non si ottiene altro che un allontanamento e un’ulteriore chiusura della ‘preda’. L’approccio vincente, in queste circostanze, è la via della lentezza, scegliendo di porre, prima di tutto, le basi per un rapporto incentrato su fiducia e amicizia.
Le prede facili
Le uniche persone che reagiscono positivamente ad un approccio più strong sono quelle annoiate e in cerca di stimoli. Immaginate di entrare in un negozio per far passare il tempo durante un’estenuante attesa: una commessa ‘commercialmente seducente’ sa che può azzardare qualcosa di più del solito «Posso esserle utile?», catturando il vostro interesse con segnali contrastanti («Questo abito le starebbe molto bene, ma temo non sia il suo genere») o dandovi l’impressione di avere concorrenza («Ne abbiamo venduti così tanti che temo non mi sia rimasta la sua taglia, devo controllare»). Una volta conquistato l’interesse del potenziale acquirente, ecco che questo viene trasformato in desiderio, meglio ancora se preceduto da una sensazione di vuoto o di mancanza. Facile trasporre il concetto in ambito amoroso, vero?
L’arte della seduzione
Tutto, nella quotidianità odierna, è permeato dalla fretta e dall’improvvisazione, quindi soltanto offrendo qualcosa di diverso, ovvero prendendosi il tempo che occorre, si può risultare davvero ‘seducenti’, in ambito amoroso, sociale o economico.
Ciascuno di noi vive nel suo mondo, rincorrendo impegni, svaghi, ansie e preoccupazioni quotidiane. Chiusi in noi stessi, sappiamo bene che nulla è più esasperante che sentirsi ignorati e la disattenzione prolungata può suscitare amarezza, collera e persino odio. Non esiste nulla di più antiseducente della sensazione di essere dati per scontati o di essere continuamente paragonati ad altri per poi ricevere copiosi inviti a correggerci e cambiare.
La persona che riesce a interrompere questo meccanismo per operare una lenta separazione da quel mondo chiuso e fare in modo di ottenere la nostra attenzione o suscitare il nostro interesse è, di fatto, un seduttore.
Per fare ciò, occorrono tre requisiti fondamentali, che ciascuno può facilmente sviluppare: tatto, stile e attenzione.
Prima di lanciarsi alla conquista del mondo intero, vale la pena domandarsi: impiego altrettanto tatto, stile e attenzione per conquistare me stesso o mi do per scontato?
Approfondimenti
R. Greene, L’arte della seduzione, B.C.Dalai editore, Milano (2008).
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