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6 Gennaio 2022Parole chiave: covid-19, pandemia, salute mentale, salute psicologica, covid e salute mentale.
Uno dei temi che da due anni ci tiene e ci ha tenuto compagnia è proprio il COVID-19; nonostante siano passati due anni dal primo caso e dallo scoppio della pandemia mondiale, il COVID-19 resta ancora una realtà e quindi un fenomeno che caratterizza le nostre esistenze.
Indice contenuti
Riflessioni introduttive su salute mentale e pandemia
Tutto ciò che ci circonda sembra segnato da questo evento che abbiamo dovuto “combattere” in modo improvviso e da veri inesperti.
Oggi sicuramente abbiamo qualche arma in più dalla nostra parte, i vaccini ci stanno aiutando a vedere finalmente la luce in fondo al tunnel e a poter sperare in un futuro migliore anche se, come possiamo notare dalle ultime notizie, il virus non ci ha ancora abbandonati.
Sicuramente oggi viviamo una situazione diversa che, in un certo senso, potremmo anche definire di “convivenza col virus”; oramai tutti noi abbiamo imparato le regole che caratterizzano le nostre vite, come l’uso della mascherina o anche le buone norme rispetto a quarantene e tamponi. Insomma tutto questo è ormai familiare, anzi è la nostra quotidianità, anche se siamo sempre più pronti a ricominciare e a riprendere la nostra vita in mano.
Uno dei temi che proprio in questa fase della pandemia sta emergendo sempre più è quello della salute mentale.
Qual è l’impatto che il COVID-19 ha avuto sulla salute mentale?” E come verrà vissuto questo nel prossimo anno, ossia nel 2022?
In questo articolo parleremo di questo cercando di darvi qualche spunto utile per rispondere a queste domande.
COVID-19 e salute mentale: qual è il nesso?
Esiste davvero un legame tra i problemi di salute mentale e il Covid 19?
Gli effetti negativi della pandemia non sono solo a livello fisico, tutti noi sappiamo cos’è la saturazione e che cosa occorre fare nel caso di difficoltà respiratorie legate al virus, quello che forse sappiamo in misura minore è l’effetto che il COVID ha rispetto al nostro stato psichico. La pandemia ha avuto un impatto davvero enorme perché tutto ciò che prima rappresentava una certezza è diventato poi incertezza.
Pensiamo al lavoro o alla scuola; prima della pandemia, tutti noi eravamo certi di frequentare questi ambienti e possiamo anche affermare che la nostra routine quotidiana si basava su questi luoghi e sulla frequentazione fisica di questi luoghi.
Con il COVID, invece, siamo stati costretti a ridefinire ciò che erano le nostre abitudini: seguire le lezioni scolastiche da casa o anche lavorare da casa tramite lo smart working. Insomma ogni certezza è venuta meno e di conseguenza ci siamo adattati ad una nuova realtà.
Questo sicuramente ha messo alla prova le nostre strategie di coping e quindi la nostra capacità di adattarci alle richieste del mondo esterno. Per molti è stato facile mentre per altri lo è stato meno ma, indubbiamente, tutti noi abbiamo dovuto sforzarci per rendere normale ciò che stavamo vivendo.
Questo vale anche per altre abitudini come quelle legate alla sfera sociale.
Gli effetti del COVID in questo caso sono stati enormi in quanto la socialità è stata ed è ancora oggi considerata un mezzo per la diffusione del virus.
Anche rispetto a questo abbiamo acquisito nuove regole e, quindi, ci siamo adattati al contesto che stava cambiando e continuiamo a farlo perché, nonostante i vaccini e i progressi che abbiamo fatto, non possiamo ancora considerarci “fuori pericolo”.
Cosa si può e si deve fare nel 2022?
Oggi la sfida è proprio quella di gestire al meglio tutto il carico emotivo. Importante è capire come gestire queste nuove abitudini che ci siamo creati e, soprattutto, capire come gestire al meglio il ritorno alle vecchie abitudini necessarie.
Ad esempio importante è supportare i lavoratori al rientro nel contesto lavorativo che può essere caratterizzato da stress e anche da difficoltà legate al ritorno a contesti reali. Proprio per questo, infatti, ci si sta muovendo per far sì che aziende e imprese aiutino i lavoratori e li supportino attivamente anche perché da varie statistiche presenti, ad esempio quella dell’Ansa, il 40% dei lavoratori è preoccupato per il suo rientro a lavoro.
Insomma parliamo di una difficoltà reale e percepita da molti e che, quindi, merita attenzione.
Allo stesso modo si devono aiutare tutte quelle persone che, ad oggi, devono fare i conti con tutti i vissuti emotivi relativi al COVID-19 come gli stati d’ansia che, ad oggi, sono molto presenti nella nostra popolazione.
Importante è, quindi, dare attenzione alla salute mentale e offrire a tutti la possibilità di ricevere supporto e aiuto per poter gestire al meglio gli effetti del post-COVID.
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