Diagnosi di DSA: attenzione alle forzature
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Ho deciso di specializzarmi nell’ambito delle parafilie dopo aver osservato nella mia carriera clinica un forte bisogno nascosto, che spesso emergeva solo a fronte di un eccessivo utilizzo del comportamento parafiliaco, che spesso portava all’applicazione di denunce a carico del parafiliaco.
Tra queste, una molto diffusa è il sadismo sessuale, termine che deriva dal nome proprio del marchese Donatien de Sade (1740-1814), un aristocratico francese che è diventato famoso per aver scritto romanzi intorno al tema di infliggere dolore come fonte di piacere sessuale.
Nel sadismo sessuale, fantasticare o infliggere reale dolore (fisico o psicologico) e umiliazione in un’altra persona, produce nel “sadico” una forte sensazione di eccitazione sessuale.
Il dolore diventa quindi cruciale in quanto simboleggia il potere e il controllo sulla vittima.
Vi chiederete voi, ma è normale? Beh dipende!
L’art. 5 del codice civile permette di disporre del proprio corpo entro certi limiti stabilendo che: «Gli atti di disposizione del proprio corpo sono vietati quando cagionino una diminuzione permanente della integrità fisica, o quando siano altrimenti contrari alla legge, all’ordine pubblico o al buon costume.»
Secondo una sentenza della Corte di Cassazione del 2015 le pratiche sadomasochistiche risultano essere una forma di espressione sessuale ammissibile se queste non ledono la normale vita quotidiana del soggetto e a patto che vi sia il consenso prima e durante l’intero evolversi dell’atto.
La persona che sta vivendo il dolore, può essere o meno consenziente, ma solo nel caso in cui lo è non siamo a livello patologico.
Fromm (1977) suggeriva che il nucleo del sadismo… è la passione di avere il controllo assoluto e senza restrizioni sugli esseri viventi . . . che sia un animale, un bambino, un uomo o una donna. Forzare qualcuno a sopportare il dolore o l’umiliazione senza che sia in grado di difendere se stesso è una delle manifestazioni di controllo assoluto, ma non è solo questo. La persona che ha il controllo completo di un altro essere vivente rende questo essere una sua cosa, una sua proprietà, mentre egli diventa per l’altro un dio. (pp. 383-384).
In questo senso, il comportamento del sadico, nasconde alla base un forte desiderio di dominazione sessuale e psicologica dell’altro, che portato agli eccessi può risultare molto dannoso, producendo lesioni gravi e in alcuni casi anche la morte.
In generale, il sadismo rappresenta una problematica nel momento in cui manca il consenso dell’altro. In caso contrario non va inteso come un problema.
Indice contenuti
Diagnosi di sadismo patologico
Il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM), include il sadismo nella categoria delle parafilie.
Il sadismo sessuale patologico si presenta con intense fantasie sessuali ricorrenti, per un periodo di almeno sei mesi, con comportamenti che coinvolgono un’altra persona cui viene procurata una reale sofferenza fisica o psicologica da cui si trae un’eccitazione sessuale.
Il sadismo sessuale patologico è più frequente nei maschi, che per esercitare il proprio potere sadico, cercano di sottomettere l’altro, ad esempio immobilizzandolo, in modo tale da averne il controllo totale, attraverso l’uso di manette, gabbie, catene o corde. Una volta fatto ciò, possono essere messi in atto comportamenti volti a procurare dolore come sculacciate, frustate, bruciature, botte, scosse elettriche, morsi, tagli, stupri, si può urinare o defecare sulla persona, mutilazioni, fino all’omicidio.
Come anticipato, nel sadismo patologico, la vittima non è consenziente oppure sperimenta evidenti difficoltà o problemi interpersonali a causa di questi impulsi o fantasie.
Spesso diventa complicato fare una diagnosi, in quanto, chi li pratica difficilmente chiede aiuto ad un terapeuta, come avviene per altre forme di parafilia. Solo nel caso in cui questi comportamenti hanno conseguenze legali (es. denunce, danni gravi a persone), il problema diviene manifesto e viene richiesto un aiuto per gestire queste pulsioni.
Tipi di sadismo patologico
Esistono circa otto tipi di comportamenti di sadismo sessuale, che sono stati descritti per la prima volta da Krafft-Ebing.
Tra questi ritroviamo:
- l’omicidio per lussuria: dove l’eccitazione sessuale è deriva dall’uccisione;
- la necrofilia: dove l’orgasmo viene raggiunto mediante atti, eterosessuali od omosessuali, compiuti su un cadavere e dove si punta al controllo della persona morta;
- le lesioni a donne mediante coltellate o flagellazione;
- gli stupri di donne, dove l’eccitazione sessuale non è necessariamente connessa alla sofferenza che provano le vittime, quanto da stimoli sessualmente aggressivi e dal desiderio di una attività sessuale forzata;
- altri tipi di violenza verso le donne, come tagliare loro i capelli;
- la fustigazione di ragazzi;
- il sadismo verso gli animali;
- le fantasie sadiche senza la presenza di atti sadici.
La dinamica del sadomasochismo
Un rapporto che si basa sul sadomasochismo, sia che si basi su un incontro occasionale, che su una vera relazione strutturata nel tempo, prevede una parte che ha il controllo sull’altra. Solitamente il piacere deriva dalla dinamica del potere che intercorre fra sottomesso e dominante. Da un lato, infatti, il dominante prova piacere ad umiliare e dal potere che esercita sul sottomesso e dall’altro, il sottomesso trova gratificazione nell’assenza di potere e dal senso di impotenza che prova di fronte al partner mentre gli infligge umiliazioni e agisce procurandogli dolore.
Il sadico (dominante), spesso cerca masochisti consenzienti, mettendo in atto i seguenti comportamenti di sadomasochismo più diffusi:
- giochi di ruolo dominante-sottomesso: padrone-schiavo, insegnante-alunno, ecc.;
- il partner dominante pone quello sottomesso in una posizione di impotenza e poi applica una qualche forma di disciplina o di punizione, di solito accompagnata da offese verbali;
- usa bavagli e bende per gli occhi per sottomettere il partner rendendolo inerme e immobile;
- procurai dolore, umiliazione o schiavitù attraverso frustate o flagellazione, solitamente sui glutei;
- travestitismo del partner sottomesso;
- trattando il sottomesso come un animale e/o chiedendo di strisciare;
- chiudendo il partner sottomesso in una gabbia;
- umiliando il partner e costringendolo ad indossare un pannolino o a leccare gli stivali;
- serrando i seni/capezzoli/pene del sottomesso;
- urinando o defecando sul sottomesso e costringendolo ad ingerire.
I ruoli e le procedure nel rapporto D/s
Nella relazione di sadomasochismo, il rapporto tra dominante e sottomesso viene definito Dominazione/sottomissione (D/s). All’interno di questa vi è da un lato un master (padrone) o mistress (padrona) e dall’altro uno slave (schiavo/a).
In primis, ogni persona sceglie se essere dominante o sottomesso, chi desidera operare in entrambi i ruoli viene definito “switch” e può scegliere di cambiare ruolo a seconda dei partner.
Le forme di “sadomasochismo sano”, definite BDSM (bondage – domination – sadismo – masochismo), si distaccano dalle comuni pratiche di sadomasochismo in quanto seguono la legge del SSC (Safe, Sane, Consensual) secondo cui è fondamentale che vi sia il consenso da entrambe le parti rispetto agli atti che si andranno ad esercitare. Per questo viene stipulato un accordo paritario tra persone consapevoli, dove uno o l’altro sono liberi di cambiare idea in qualsiasi momento e per qualunque motivo. Proprio per questo motivo vengono utilizzate delle “parole di sicurezza” (safeword), che si concordano prima e che fungono da segnale inequivocabile per l’interruzione della pratica.
In genere, alla fine di un rapporto, il partner dominante si prende cura (aftercare) del sottomesso, dedicando affettuose attenzioni o dando dei “premi”.
Sadismo e nuove tecnologie
Anche dietro lo schermo, anche se in forma minore, si nascondono i sadici. Secondo una ricerca svolta su un campione di 1.215 persone, i “troll”, ovvero quelle persone a cui piace polemizzare con messaggi provocatori, irritanti e spesso fuori tema, con l’obiettivo di disturbare la comunicazione e creare volutamente sofferenza negli altri, potrebbero presentare caratteristiche di personalità legate al sadismo anche nella vita reale.
Secondo i ricercatori di questo studio, svolto presso l’Università di Manitoba in Canada: “I sadici vogliono solo divertirsi … e Internet è il loro parco giochi!”.
Ma questo non è l’unico esempio. Esistono altre forme di comportamento che presentano alla base dei tratti di sadismo, che spesso si manifestano attraverso la rete. Mi riferisco alle diverse forme di cyberbullismo o a quelle situazioni in cui viene rovinata la reputazione di una persona attraverso la condivisione di materiale riservato, con l’intento di creare umiliazione e dolore nell’altro o ancora ai casi di stalking online.
Trattamento del sadismo patologico
Nel trattamento del sadomasochismo con la terapia sessuale l’obiettivo è quello di sostituire o di fornire fantasie alternative (es. temi sessuali più appropriati), alle fantasie devianti collegate al dolore e all’umiliazione.
Tra le tecniche utilizzate vi è quella della sazietà sessuale (Leggi & Marshall, 1990; Marshall & Leggi, 2003) o procedure quali il ricondizionamento orgasmico.
Approfodimenti
- Ayzad, BDSM – Guida per esploratori dell’erotismo estremo, Castelvecchi, 2004.
- Jean-Manuel Traimond, PIACERE DOLORE POTERE. Un approccio anarchico al sadomasochismo, traduzione di Alberto Panaro, Eleuthera, Milano, 2007
- http://www.forensicpsychiatry.ca/paraphilia/sadism.htm
- http://www.minddisorders.com/Py-Z/Sexual-sadism.html
- https://it.wikipedia.org/wiki/BDSM
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