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15 Novembre 2013Bullismo al femminile: come riconoscerlo e come intervenire
22 Novembre 2013Esistono due tipologie di persone, i “cerebrali” e gli “emotivi”, certo poi c’è chi fa un po’ e un po’, ma tendenzialmente una parte predomina sull’altra.
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Come si manifestano i due comportamenti?
In genere nel primo caso, si può osservare una tendenza alla riflessione superiore rispetto al tempo effettivamente necessario a compiere un’azione.
Succede quindi che le persone “razionali” impieghino troppo tempo per prendere una decisione o, ancora, arrivino a delle vere e proprie fasi di blocco decisionale, o, infine, che non intervengano nei discorsi per evitare di parlare ed esprimere le loro emozioni.
Nel secondo caso, invece, i tempi che portano all’azione sono molto ridotti. E’ come se il freno, dato dalla riflessione, nelle persone “emotive” non esistesse o funzionasse male. Succede, dunque, che la persona si ritrova a fare delle scelte affrettate, che dice cose senza prima riflettere, che si lascia “prendere” esclusivamente dalle emozioni.
Cosa fare per equilibrare i due stati?
Se come abbiamo visto prima, la persona che tende ad essere razionale, rischia con il proprio comportamento, di “perdere i treni” e di soffrire di “invecchiamento precoce”, quella che invece tende ad essere più emotiva, finisce spesso per trovarsi in situazioni scomode o cacciarsi nei guai.
Consiglio a tutti un simpatico test che aiuta a capire se tendiamo più ad essere razionali o emotivi. Premetto che non è un test di tipo diagnostico, però, in generale, può fornire qualche indicazione su quella che può essere la nostra tendenza.
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A questo punto, una volta che prendiamo coscienza del nostro modo di essere, potrebbe essere utile provare ad invertire il nostro comportamento. In questo modo, chi avrà la tendenza alla riflessione, affinchè possa immunizzarsi dalla paura dell’errore, potrebbe giornalmente provare a compiere delle azioni concrete e semplici, facendo piccole cose “scomode”, ovvero gesti che creino “piccoli” disagi (ad esempio: rispondendo ad una richiesta, senza pensarci su troppo, acquistando un piccolo oggetto nel minor tempo possibile, provando ad esprimere le emozioni poco per volta) e tentare di ridurre i tempi di riflessione, prima del passaggio all’azione.
Imparare quindi a rischiare, facendo se è il caso, anche piccoli errori poco per volta!
Al contrario, chi tende a lasciarsi andare troppo alle proprie pulsioni, dovrebbe provare a rimandare, così da sperimentare la frustrazione legata all’attesa e rafforzare i freni inibitori.
Un utile esercizio potrebbe essere quello di provare a posticipare l’azione di un tempo fisso (es. 5-10 minuti) e poi compierla. Ad esempio prima di comprare un oggetto, di dire qualcosa, di sfogare un’emozione di rabbia o gioia.
Per facilitare il compito, in entrambi i casi, potrebbe essere utile programmare questi piccoli cambiamenti, ad esempio domandandosi la mattina, “oggi dove potrei provare a rimandare o anticipare” oppure provando anche a farlo al momento.
Nella mia personale pratica clinica, ho potuto notare inoltre, che chi tende all’eccessiva riflessione, spesso, per il fatto che è spinto a razionalizzare su ogni cosa, ha difficoltà nell’espressione delle proprie emozioni. E’ utile quindi, per aumentare, da un lato la propria capacità comunicativa e dall’altro la propria flessibilità, iniziare a conoscere le proprie emozioni, provando a studiare quali sono e a riconoscerle in se stessi e negli altri.
In entrambi i casi è utile praticare l’esercizio quotidianamente, almeno fino a quando il comportamento non si trasformi in qualcosa di più spontaneo. Infine è utile cercare di ridurre poco per volta i tempi nel caso di chi tende ad essere più razionale, e aumentarli, nel caso di chi tende ad essere più emotivo.
La costanza verrà ricompensata.
Provate e fatemi sapere come è andata commentando qui di seguito.
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