Come aiutare i bambini a sviluppare l’Intelligenza Emotiva
4 Maggio 2016Affido familiare: la continuità è benessere
27 Maggio 2016Indice contenuti
L’avvento dei “mammi”
Nella nostra società e cultura la cura dei figli è un compito normalmente attribuito alla figura materna, ma gli stravolgimenti sociali dei nostri tempi hanno creato una demarcazione molto meno netta tra il ruolo materno e il ruolo paterno, fino ad arrivare a veri e propri ribaltamenti dei ruoli tradizionali. Nonostante ciò, si tende a dare ancora poca importanza e spazio ai sentimenti dei papà rispetto a quelli delle mamme.
Da un punto di vista razionale, questo si spiega perché ogni nascita smuove, come prima cosa, la forza istintuale e biologica della madre, ed in seguito si attiva nel padre l’istinto di conservazione della specie, collegato ad un maggior senso di responsabilità e di protezione nei confronti della nuova vita. Queste sensazioni sono così forti da poter provocare, nelle persone più ansiose, anche delle crisi di angoscia o panico.
Ma a cosa serve il papà?
Verso i 7-8 mesi il neonato impara gradualmente a riconoscere la madre come un’entità distinta da sé e comincia a riconoscere la figura paterna. Da questo momento, fino ai 7-9 anni, il padre assume un’importanza fondamentale per il figlio: se questo rapporto viene vissuto appieno, il bambino ha la possibilità di sopportare senza gravi traumi il distacco dalla fase simbiotica con la mamma, imparando a relazionarsi in modo sereno ed equilibrato con il mondo esterno.
In questa fase di scoperta, il papà diventa il simbolo di sicurezza per antonomasia, sia dal punto di vista materiale, sia dal punto di vista emotivo. L’approccio di un bimbo al mondo avviene solitamente in modo cauto e piuttosto diffidente, difatti tendenzialmente si impara prima a dire ‘no’ e poi a dire ‘sì’. Il papà diventa (o dovrebbe idealmente diventare) lo scudo fondamentale da interporre tra la paura e il pericolo percepito. Quando la figura paterna è assente, debole o non disponibile, questo meccanismo può alterarsi, lasciando il bambino spaesato e vulnerabile in un mondo vissuto come minaccioso e più grande di lui.
Verso gli 8-9 anni, il padre aiuta a distinguere il bene dal male, trasmettendo i criteri di valutazione che corrispondono all’obbedienza/disobbedienza nei suoi confronti. Il codice morale primitivo si forma, infatti, sulla base dell’esempio paterno e soltanto in seguito, con lo sviluppo e il consolidamento della personalità, sarà possibile modificarlo. La trasmissione di questo codice morale non avviene mai attraverso «prediche» e discorsi, ma solo ed esclusivamente con l’esempio. Un padre che bestemmia davanti al figlio non potrà pretendere che il figlio faccia diversamente, perché con il suo comportamento avrà già dato un permesso implicito praticamente impossibile da ritrattare, se non modificando la propria condotta. La crescita ed il continuo confronto con il mondo esterno porteranno, poi, il ragazzo a modificare con fatica le norme errate trasmesse da padri troppo autoritari, punitivi o rigidi e tale processo sarà ovviamente più difficile nel caso di padri immorali o delinquenti.
5 comportamenti da evitare con i figli
- Evita di proiettare sui figli la tua ansia e insicurezza. I padri-chioccia, super attenti e protettivi, che cercano di occuparsi di tutto e di prevenire qualsiasi problema impediscono quel sano processo che rende autonomo e forte il figlio e gli sottraggono la possibilità di «allenarsi» in vista dell’inserimento nella rete sociale. L’ansia paterna rischia sempre di essere tradotta dal bambino nella paura di pericoli reali, provocando timori e insicurezze profonde e difficilmente rimovibili.
- No ai giochi di potere. I padri autoritario spesso rischiano di abusare del proprio potere, fino a diventare involontariamente despoti o crudeli: sono i padri che svalorizzano costantemente le madri criticando le loro modalità educative o di cura dei figli; padri stanchi che impongono il silenzio, il dovere e il rispetto finendo per soffocare il desiderio di libertà e indipendenza dei figli, trasformati in obbedienti soldatini. Queste dinamiche spesso stanno alla base della sindrome di opposizione, che si manifesta anche con atti antisociali importanti.
- Non metterti in secondo piano rispetto alla mamma. I padri che delegano tutto alla moglie ribaltano il piano di maturazione affettiva del bambino, che avrebbe invece bisogno di trovare in lui la forza e l’autorità sulle quali costruire la propria sicurezza.
- Non mostrarti incoerente/imprevedibile. I padri che prima permettono e poi proibiscono la stessa azione, o viceversa, provocheranno nel bambino delle reazioni di difesa da questa figura che non garantisce sicurezza, ma, al contrario, la minaccia perché trasmette imprevedibilità e lascia la sensazione di non sapere mai che cosa aspettarsi.
- Non umiliare. I padri che prestano più attenzione agli elementi negativi del figlio e li sottolineano senza riconoscere gli aspetti di potenzialità già presenti e sviluppati, provocano una profonda svalutazione e la sensazione di non essere mai all’altezza o sufficientemente competitivi rispetto al mondo esterno.
Approfondimenti
G. Bollea, Le madri non sbagliano mai, Feltrinelli Ed., Milano (2015). A. Volta, Mi è nato un papà. Anche i padri aspettano un figlio, Apogeo, Milano (2010).
Come ti senti dopo aver letto l’articolo sui 5 comportamenti da evitare nel rapporto padre-figlio?
Per fissare un primo appuntamento puoi scrivermi un'e-mail all'indirizzo davide.algeri@gmail.com o contattarmi al numero +39 348 53 08 559.
Se ti è piaciuto questo articolo puoi seguirmi sul mio account personale di Instagram, sulla Pagina Ufficiale Facebook di Psicologia Pratica o nel Gruppo di Psicologia Pratica. © Copyright www.davidealgeri.com. Tutti i diritti riservati. E’ vietata la copia e la pubblicazione, anche parziale, del materiale su altri siti internet e/o su qualunque altro mezzo se non a fronte di esplicita autorizzazione concessa da Davide Algeri e con citazione esplicita della fonte (www.davidealgeri.com). E’ consentita la riproduzione solo parziale su forum, pagine o blog solo se accompagnata da link all’originale della fonte. E’ altresì vietato utilizzare i materiali presenti nel sito per scopi commerciali di qualunque tipo. Legge 633 del 22 Aprile 1941 e successive modifiche.
Richiedi un primo contatto