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La psicologia positiva è un movimento di pensiero e di ricerca che si prefigge di “catalizzare una modificazione dell’interesse centrale della psicologia, spostandolo dalla preoccupazione di porre rimedio agli aspetti peggiori della vita alla costruzione anche di “qualità positive” (Seligman e Csikszentmihalyi, 2000).
La psicologia positiva enfatizza il ruolo fondamentale delle risorse e potenzialità dell’individuo, focalizzandosi sullo star bene, i punti di forza di ognuno e la realizzazione di sé. Ciò rappresenta un autentico capovolgimento di prospettiva rispetto all’enfasi posta tradizionalmente sui tentativi di trattare e curare carenze e disturbi: si privilegiano interventi finalizzati alla mobilizzazione e all’ampliamento delle abilità e risorse della persona, anziché alla riduzione o compensazione delle sue limitazioni.
Indice contenuti
Punti di forza della Psicologia Positiva
I punti salienti che caratterizzano questo approccio si possono così riassumere:
- la percezione del vissuto soggettivo in termini positivi nel tempo: presente, passato e futuro;
- l’analisi delle caratteristiche umane positive, in termini di punti di forza e virtù;
- il funzionamento positivo in contesti più allargati come la famiglia, la comunità e le istituzioni.
Lo stato di Flow
Uno dei concetti cardine della psicologia positiva è rappresentato dall’esperienza di Flow (Csikszentmihalyi, 1975, 1982, 1990, 1993), che si caratterizza principalmente per la percezione di un bilanciamento tra il livello di opportunità d’azione reperite nell’ambiente (challenges) e quello delle capacità personali (skills) nel confrontarsi con esse.
La felicità non deriva dalla fortuna, dal caso o da eventi esterni al di fuori del nostro controllo, ma è condizionata dalla nostra volontà e dalla lettura che ognuno di noi attribuisce agli eventi che lo circondano. Vi sono situazioni in cui riusciamo a non farci condizionare da fattori esterni, ci sentiamo protagonisti delle nostre azioni, percependo una sensazione di gioia.
Il livello dei challenges e degli skills devono essere elevati, o meglio superiore alla media delle abituali opportunità d’azione quotidiane: solo in questo caso, infatti, potrà instaurarsi lo stato di Flow, caratterizzato da elevata concentrazione, coinvolgimento ed immersione nell’attività, assenza di auto-osservazione, controllo della situazione, chiara percezione dell’andamento e delle finalità dell’attività, positività dello stato affettivo, motivazione intrinseca, ovvero indipendenza da aspettative di ricompense o gratificazioni esterne all’attività stessa. Se invece, sia le sfide sia le capacità sono a un livello inferiore, si avrà una condizione di apatia.Altre combinazioni possono produrre stati di ansia e stress, se le sfide sono elevate ma le capacità scarse, oppure una condizione di noia e relax, quando le capacità sono preponderanti rispetto alle sfide.
Se si considera l’individuo come un sistema psichico aperto, tendente ad una sempre maggiore organizzazione e complessità, risulta evidente che la percezione di challenges ambientali elevati con cui il soggetto si confronti comporta un graduale incremento delle capacità personali, o skills, per far fronte alla situazione. In questo senso, lo stato di Flow favorisce lo sviluppo individuale poiché induce il soggetto alla ricerca di opportunità d’azione sempre più complesse, cui contrapporre capacità progressivamente maggiori.
L’importanza del feedback
Perché si possa raggiungere lo stato flow, è necessario che il feedback, ossia il segnale che permette di capire che si sta raggiungendo l’obiettivo, deve essere immediato e inequivocabile. Lo stato di flow ha una durata limitata ed è contemporaneo all’azione. Dato che molte attività hanno una durata piuttosto lunga, una strategia potrebbe essere di suddividerle in azioni più brevi e semplici su cui puntare per avere riscontri in tempo reale.
Ecco, alcune regole per favorire lo stato di flow nello sviluppo evolutivo del bambino:
- Spiegare il concetto di flow quando il bambino è assorbito in un’attività e raccontargli esempi di proprie esperienze di flow;
- Dare un tempo che sia regolare per sperimentare il flow (ad esempio una volta a settimana);
- Aiutare il bambino a trovare qualcosa che gli piace fare non solo per una motivazione estrinseca come avere dei premi ma per un desiderio intrinseco;
- Dare dei compiti e delle mete chiare e precise;
- Dare dei feedback immediati al raggiungimento di un obiettivo;
- Aiutare il bambino a definire dei confini spaziali e temporali dell’attività per evitare di distrarsi.
Approfondimenti
- Csikszentmihalyi M., (2008). Flow: The Psychology of Optimal Experience, Harper Perennial.
- Muzio M., Riva G., Argenton L., (2012). Flow, benessere e prestazione eccellente. Dai modelli teorici alle applicazioni nello sport e in azienda, Franco Angeli.
- Seligman M., Csikszentmihalyi M., (2000). Positive Psychology: an introduction, American Psychologist, 55, 5-14.
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