Il faticoso, ma possibile, cammino del cambiamento
4 Agosto 2010Quando l’aiuto diventa necessario (quarto incontro)
4 Agosto 2010Per aiutare un bambino a reagire a compagni aggressivi e adulti pericolosi ci vorrebbe un mondo parallelo in cui farlo esercitare, una realtà innocua che mostri il volto della violenza e insegni a difendersene: è questa l’intuizione che ha portato i creatori del “LifeCentre” di Sutton, a Londra, a realizzare un quartiere virtuale, con tanto di strade, palazzi e negozi, nel quale riprodurre le scene di violenza quotidiana cui rischiano di essere sottoposti i più piccoli.
Una palestra di vita dove non si insegna a fare a pugni, ma a mantenere il sangue freddo, evitando di cadere nella trappola del panico o della soggezione psicologia.
Nel quartiere virtuale il computer riproduce gang di bulli, spacciatori di droga e pedofili e per ogni tipo di minaccia viene illustrato un percorso di difesa. Il progetto costato in tutto 8 milioni di sterline, pari a circa 11 milioni e mezzo di euro, e si rivolge in particolare a bambini fino a 10 anni, insegnando se necessario anche a scappare e a non sprecare le energie.
Come funziona?
La strada virtuale del tutto identica a quelle delle città reali, con macchine che vanno e vengono, bar, negozi, ristoranti, e cambia illuminazione dal giorno alla notte. Ai bambini non vengono illustrati solo i rischi legati alle persone ma anche alle automobili e persino ai social network, con una zona del quartiere (l’appartamento di un palazzo virtuale) adibita a illustrare i rischi della rete.
C’è anche una cosiddetta “stanza bianca” dove i bambini possono vedere spezzoni di film a sfondo ecologico proiettati su tutte e quattro le pareti, facendosi un’idea di come potrebbe diventare il mondo dopo anni di sfruttamento incontrollato delle risorse naturali. Non è quindi solo una palestra per esercitarsi ad evitare i bulli di quartiere ma un concentrato di stimoli, insegnamenti e risposte alle domande che spesso i bambini non sanno a chi porre.
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