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24 Febbraio 2011La figura dello psicoterapeuta breve
C’è differenza tra uno psicologo, uno psicoterapeuta e uno psichiatra?
Mentre lo psicologo offre consulenze psicologiche o si limita ad attività di diagnosi tramite la somministrazione di test, lo psicoterapeuta possiede in più gli strumenti e le tecniche per intervenire sul problema e per svolgere attività di cura, differenti per ogni approccio di psicoterapia.
Lo psicoterapeuta, infatti, oltre ad avere conseguito una laurea in Psicologia o in Medicina, possiede una specializzazione post-universitaria di almeno 4 anni in Psicoterapia, presso scuole di specializzazione universitarie o istituti privati riconosciuti dal M.I.U.R.
Lo psichiatra, è laureato in medicina con specializzazione in psichiatria e per questo motivo, tratta i disturbi psichici e le malattie mentali attraverso l’utilizzo di farmaci.
Lo psicologo-psicoterapeuta non può prescrivere farmaci in quanto non abilitato dalla sua formazione professionale. Per questo motivo, spesso psichiatri, psicologi e psicoterapeuti collaborano per fornire supporto ad una stessa persona.
E’ stato dimostrato da diversi studi scientifici che si ottengono risultati di gran lunga superiori e in tempi minori, da interventi che mettono insieme un trattamento farmacologico con uno psicoterapeutico.
Cosa si intende per psicoterapia?
Il termine psicoterapia significa “cura dell’anima” e fa riferimento alle terapie della psiche che si servono di strumenti psicologici, quali il colloquio, la relazione, le prescrizioni terapeutiche, con l’intento di creare un cambiamento, nei processi psicologici o nei comportamenti, orientandolo verso il ben-essere e in direzione opposta al mal-essere. Per far ciò si può intervenire sulle percezioni, sui vissuti, sui sintomi, sulla comunicazione, sulle relazioni, sulle reazioni, sugli stati emotivi.
Quando è il “momento giusto” per rivolgersi ad uno psicoterapeuta?
Non è possibile definire a priori un “momento giusto” in cui chiedere un sostegno, proprio perché è importante che questo sia frutto di una elaborazione personale. Potrebbe esserlo quando si intende cambiare la propria vita in meglio, ponendo fine ad una sofferenza, a un pensiero che ci disturba, a un comportamento o reazione che per quanto ci sforziamo di cambiare, non riusciamo a farlo. Ancora quando sentiamo di voler trovare una soluzione definitiva ai nostri problemi, ma anche quando sentiamo di avere qualche difficoltà con gli altri o con il mondo.
Ci si può rivolgere ad uno psicoterapeuta, anche quando non si ha un disturbo grave. Ad esempio quando non si riescono a raggiungere degli obiettivi che ci prefiggiamo o ancora quando desideriamo accrescere e sviluppare il nostro benessere interno.
In ogni caso, è bene sottolineare che rivolgersi ad uno psicoterapeuta significa riservarsi un tempo ed uno spazio per sé, che non deve essere inteso come un obbligo bensì come un’opportunità, un vantaggio per sé. Per questo motivo ognuno può scegliere come e quando servirsene.
Ma nel concreto, che aiuto può dare uno psicoterapeuta?
Oltre ad avere gli strumenti per leggere e comprendere come, perché e da dove si genera un malessere, uno specialista in psicoterapia, è in grado di fornire quelle strategie e quelle tecniche che permettono alla persona di “guardare da fuori” il problema, e di intervenire su questo fino al punto di gestirlo in maniera autonoma e funzionale.
Riuscire a guardare un problema dall’esterno, permette di prenderne le distanze, e favorisce la sua risoluzione, al contrario di chi invece nel problema c’è dentro.
Leggi che tipo di aiuto può fornire il metodo strategico
Come è strutturato un percorso di psicoterapia breve?
Quando ci si rivolge ad uno psicologo-psicoterapeuta, in primis si cerca di comprendere insieme la tipologia del problema e ciò che contribuisce a mantenerlo o a peggiorarlo, nuocendo al benessere e al viver quotidiano.
Quindi, in un secondo momento, se necessario, può essere proposto un ciclo di incontri con obiettivi concordati, che hanno come fine quello di risolvere il problema presentato, creando così un nuovo equilibrio più funzionale ed una migliore qualità della vita.
Leggi come funziona il metodo strategico breve
Cosa si fa in terapia?
Chi sceglie di iniziare una terapia deve essere disposto prima di tutto a mettersi in gioco, per migliorare la propria qualità della vita. Solo in questo modo potrà alla fine valutare che ne è valsa veramente la pena.
Iniziare un percorso di terapia potrebbe significare infatti “entrare in contatto” e prendere confidenza con le proprie emozioni (paura, rabbia, dolore, piacere, vergogna, etc.), capire e conoscere i propri pensieri, i propri comportamenti. Ciò al fine di favorire l’acquisizione di nuovi punti di vista e nuove alternative di scelta che portano nella direzione di un cambiamento graduale verso il benessere, dove chi è coinvolto impara a interagire e a reagire in modo diverso alla propria vita, agli altri, al mondo, grazie anche agli strumenti forniti dal terapeuta, di fronte a ciò che prima rappresentava un problema.
Leggi di cosa si parla nel primo colloquio e quanto dura
Da quante sedute è costituito un percorso di psicoterapia breve?
In media 8-10 sedute, anche se piuttosto il numero e la frequenza delle sedute variano in base al problema da affrontare e agli obbiettivi da raggiungere.
Leggi qual è la frequenza degli incontri di percorso di terapia breve strategica
Cosa si può curare con la psicoterapia breve?
Lo psicoterapeuta breve dovrebbe possedere tutti gli strumenti e strategie utili per intervenire su ogni tipologia di disturbo, problema relazionale o di comunicazione.
Questo perché lo psicoterapeuta è uno specialista formato per intervenire su disturbi d’ansia, depressione, paura delle malattie, disturbi sessuali, alimentari (anoressia, bulimia, obesità, binge eating, vomiting), relazionali e di comunicazione, traumi, lutti, disturbi ossessivo-compulsivi, disturbi emotivi, psicosomatici, legati allo sviluppo (disturbi dell’apprendimento, adhd, balbuzie), problemi di coppia e della famiglia, problemi lavorativi (mobbing, burn out, stress ed esaurimento etc.), problemi di dipendenza (droghe, alcol, fumo, azzardo, internet, shopping compulsivo, etc.), psicosi.
Leggi per quale tipologia di problemi è adatto l’approccio strategico
Qual è il metodo di psicoterapia migliore?
Non esistono metodi migliori, tutti sono adatti alla cura dei problemi.
Il successo di una terapia piuttosto può dipendere molto dal “feeling” (rapporto o relazione terapeutica) che si viene a creare tra il terapeuta e chi è convolto, dalla condivisione dei metodi (frequenza incontri, durata, tipologia di intervento, etc.) e dei punti di vista dei diversi approcci (in alcuni approcci l’attenzione è rivolta al perché, in altri al come, in altri ancora ai sintomi, alla famiglia, etc. ).
Per questo è importante cercare di capire bene, qual è l’approccio che calza meglio al nostro modo di essere.
Tra i più noti indirizzi teorici di psicoterapia vi sono: la breve strategica, la sistemico-relazionale, la cognitivo-comportamentale, la fenomenologico-esistenziale, la psicoanalitica/psicodinamica, eccetera, ciascuno dei quali, dal comune fondamento epistemologico, si è differenziato in scuole e metodologie diverse.
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