Consultori psicologici pubblici in Lombardia
21 Settembre 2011In arrivo la nuova legge finanziaria per gli psicologi
27 Settembre 2011Di seguito l’intervista rilasciata a Radiorai1, il 2 agosto dal collega Francesco Pagnini, che insieme a me e ad altri psicologi, è responsabile del Servizio Italiano di Psicologia Online.
Buon ascolto
Davide Algeri
Indice contenuti
Cosa può fare un paziente sulla vostra pagina Facebook?
La pagina Facebook del Servizio Italiano di Psicologia Online nasce con lo scopo di orientare ed informare i navigatori che hanno dubbi o domande su tematiche inerenti ad argomenti psicologici.
E’ a questo scopo che abbiamo attivato una serie di servizi, alcuni dei quali già a regime, altri che stiamo invece potenziando.
- Il primo, che partirà da settembre, darà la possibilità di effettuare una chat gratuita direttamente su Facebook, con alcuni dei nostri collaboratori, che due sere a settimana mettono la loro competenza a disposizione dei navigatori;
- Il secondo è un servizio di messa in condivisione delle conoscenze attraverso gruppi di discussione monotematici su argomenti quali “come gestire l’ansia”, “problemi di coppia”, “mobbing lavorativo”, “insonnia”, “internet addiction e nuove dipendenze” e sui disturbi alimentari.
- Infine c’è la possibilità di richiedere una vera e propria consultazione psicologica via webcam, con uno psicologo iscritto all’ordine professionale ed esperto in nuove tecnologie.
Che differenza terapeutica c’è tra una chat e una seduta tradizionale?
Molta, perché la chat non può a nostro avviso essere terapeutica, ma informativa e utile a lavorare sulla motivazione e su un primo livello informativo. Il ricorso alla chat può essere adeguato per iniziare a tradurre in parole il proprio disagio e, in secondo luogo, per creare un primo confronto con una persona esterna.
Trattandosi però di tematiche psicologiche, abbiamo notato, anche in base alla nostra esperienza, che la chat risulta riduttiva per diversi aspetti.
E’ molto più veloce spiegare un concetto o raccontare un aneddoto stando in presenza, così come è molto più semplice comprendere la reazione dell’interlocutore alle nostre affermazioni. La scrittura, invece, è privata delle componenti paraverbali e visive e risulta pertanto una modalità di comunicazione incompleta e inadeguata per gli obiettivi che si pone una consultazione psicologica.
La chat, sicuramente permette di raccontarsi scrivendo, e pertanto di ritagliarsi uno spazio riflessivo, ma non crediamo si possa considerare il potenziale di cambiamento insito nella chat al pari di quelli a disposizione nei tradizionali colloqui in cui ci si può parlare e vedere.
Voi trattate vari argomenti online. Quali sono i temi che devono essere trattati direttamente con il paziente?
Il canale online serve per confrontarsi con altre realtà, per raccogliere informazioni e per restare in contatto con una parte di mondo che possa condividere, in maniera più o meno importante, i disagi che ci capitano. I temi trattati nelle interazioni “vis à vis” sono i medesimi, la differenza è che si entra in un livello più profondo e specifico, tenendo presenti le esigenze e le peculiarità della storia di vita della persona.
Su internet è facile, insomma, trovare delle informazioni di tipo generalistico sulle problematiche psicologiche, ma ogni storia in realtà è originale, ed è su questa individualità delle persone che si mettono in gioco psicologo e utente nella relazione terapeutica “standard”.
Ritenete che la vostra professione sia cambiata con l’ingresso di chat, Skype e Facebook?
Diversi colleghi guardano con timore e scetticismo gli psicologi che esplorano il mondo dell’online per diffondere la cultura psicologica: sono queste delle preoccupazioni importanti, perchè ascoltarle ci aiuta ogni giorno a confrontarci con i rischi legati allo scoprire per la prima volta delle nuove realtà.
D’altro canto siamo consapevoli che non possiamo restare fuori da questi nuovi strumenti di comunicazione, i quali possono aiutarci enormemente nel fare emergere un bisogno di psicologia che è presente in molte persone, ma che attraverso le tradizionali forme di aggancio psicologico fatica ad emergere.
Per molti, purtroppo, lo psicologo resta il “medico dei pazzi”, e allora un approccio più soft a questa figura spaventa meno, soprattutto le persone che soffrono di patologie particolari, quali quelle legate alla sfera ansiosa.
Non dimentichiamo, inoltre, un’altra cosa molto importante: buona parte delle patologie affonda le radici nella comunicazione e nelle relazioni tra le persone, ossia i due elementi che, grazie alle nuove tecnologie, sono in continua evoluzione. E’ questo a nostro avviso un motivo in più per presidiare questi nuovi strumenti, che sono sempre più parte integrante della nostra vita, fino venire considerati talvolta alla stregua di un bisogno primario.
Non è rischioso lasciare il paziente in balia della rete tra forum, chat private con altri pazienti, consultazioni di consiglia a buon prezzo che si trovano in rete?
Internet è uno strumento molto potente, con risorse quasi illimitate, potenzialità ancora da scoprire, ma anche delle insidie che non si possono certo negare. La creazione di un servizo come quello pensato dal Servizio Italiano di Psicologia Online, parte dalla consapevolezza che nella rete le persone navighino a prescindere dai rischi in cui potranno incappare.
Questo rende necessaria la presenza di uno spazio interno alla rete stessa, che sia però di qualità, validità e competenza, per potere accogliere le richieste ed i bisogni che ogni persona porta con sè. Andare incontro alla persona offrendole un appiglio cui aggrapparsi è ciò che ci ha spinto a creare una sorta di salvagente in mezzo al mare, per ridurre la malainformazione ed offrire un supporto concreto, attraverso uno strumento ben conosciuto da parte dell’utente.
Per maggiori informazioni: http://www.facebook.com/consulenza.psicologica.online
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