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21 Marzo 2018In italiano c’è una classe di pronomi chiamati clitici, che sono dei morfemi monosillabici (particelle pronominali, particelle avverbiali, pronomi personali) che non possono essere usati in isolamento e non possono essere separati dal verbo (es. mi ti ci si vi). Nell’esempio: “Giulia legge un libro e Luca lo guarda”, lo è legato anaforicamente al suo antecedente (Luca) e viene chiamato pronome clitico oggetto.
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Quando manca il pronome clitico
In Italiano i pronomi compaiono relativamente presto: a due anni e mezzo i bambini cominciano a produrli ed a comprenderli, sebbene si possono evidenziare delle difficoltà negli anni successivi. Quando queste difficoltà persistono, come l’omissione del pronome clitico oggetto, possono essere considerate un marcatore clinico del Disturbo Specifico del Linguaggio (DSL) nei bambini parlanti lingua italiana. (Leggi l’articolo sul Disturbo Specifico del Linguaggio)
Comprende il pronome clitico il bambino con sviluppo tipico in età scolare?
Tramite una ricerca condotta con gli studenti di classe quarta della scuola primaria di Cologno Monzese (MI) è stata indagata la capacità del bambino di comprendere il pronome clitico, mettendo in luce le strategie che lui utilizza nello stabilire il corretto antecedente del pronome (l’elemento della frase a cui si riferisce il pronome) tramite due compiti tra loro incrociati.
I bambini che hanno preso parte a questo studio hanno un età media di 9 anni e 6 mesi, senza Disturbi dell’Apprendimento (DSA) o Bisogni Educativi Speciali (BES) e ad ognuno di loro -tramite l’utilizzo di un computer portatile e delle cuffie- sono state fatte ascoltare delle frasi come: “in questa storia una strega ride vicino ad un mago, io lo guardo e poi vado via”.
La struttura della frase varia in base alla posizione dell’antecedente del pronome clitico e del competitore. Con antecedente si intende l’elemento della frase a cui si riferisce il pronome (mago), mentre il competitore è l’altro elemento della frase a cui si potrebbe riferire il clitico (strega), che va quindi a competere con l’antecedente.
Il bambino, inconsapevolmente, durante l’ascolto utilizza delle strategie nello stabilire l’antecedente corretto in base a diversi fattori come: l’ordine di menzione dei possibili antecedenti nella frase, il genere ed il numero o restrizioni di ordine sintattico. 50 ms prima dell’ascolto del pronome clitico sullo schermo del computer appare un’immagine di un qualsiasi oggetto ed il bambino deve scegliere il genere del nome dell’oggetto rappresentato tramite due pulsanti sulla tastiera, ed in questo caso verranno presi in considerazione accuratezza e tempi di reazione del bambino nell’effettuare tale scelta. Alla fine dell’ascolto della storia, il bambino deve rispondere a voce ad una domanda di comprensione inerente alla storia sentita poco prima, ad esempio: “Chi ho guardato?”, valutando poi l’accuratezza del bambino in tale risposta.
Risultati della ricerca
Ci si aspettava che il bambino sarebbe stato facilitato nella scelta del genere dell’immagine quando il genere della figura e del pronome ascoltato erano uguali (clitico: lo; immagine: tavolo) rispondendo quindi più velocemente, ma invece i risultati hanno evidenziato che non è così. I risultati mettono in luce invece che il bambino utilizza strategie sintattiche, perché risponde più velocemente e più correttamente in entrambi i compiti quando l’antecedente del pronome clitico è il soggetto della frase, che è solitamente il primo elemento nominato. Il bambino utilizza quindi l’ordine di menzione degli elementi dell’enunciato per stabilire il corretto antecedente del pronome.
In linea generale però, l’accuratezza delle risposte del bambino è stata del 52%, e questo evidenzia che a 9 anni i bambini hanno ancora delle difficoltà nella comprensione del pronome clitico e nella definizione del suo corretto antecedente.
Mara Giani e Sara Longo
Approfondimenti
- Parlare un gioco a due. Guida pratica per genitori di bambini con disturbi di linguaggio, di Jan Pepper, Elaine Weitzman
- I disturbi del linguaggio. Caratteristiche, valutazione, trattamento, di L. Marotta, M. C. Caselli;
- Percorsi di riabilitazione. Funzioni esecutive nei disturbi di linguaggio. Strategie e materiali operativi, di L. Marotta, E. Mariani, M. Pieretti
- Disturbi del linguaggio e intervento psicomotorio. Giochi e attività in gruppo per bambini da 3 a 5 anni, di Ana Merletti, Patrizia Corsi
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