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“Le aspettative sono il punto di partenza.
In base alle nostre aspettative prendiamo le nostre decisioni,
compiamo le nostre scelte e pianifichiamo il nostro agire,
apportando dei cambiamenti concreti nelle nostre vite.”
(Lo Presti, D.)
La profezia che si autoavvera è uno dei temi più discussi e studiati nell’ambito della psicologica sociale e non solo e queste pochissime righe la sintetizzano egregiamente.
Quel fenomeno noto maggiormente, come “profezia che si autoavvera”, che apparentemente può sembrare un meccanismo non reale o senza alcun fondamento scientifico, in realtà è stato al centro di moltissimi studi e teorie.
Il segreto per utilizzarlo a proprio favore e per non esserne vittime? Conoscerlo e imparare a gestirlo.
Indice contenuti
Profezia che si autoavvera: di cosa stiamo parlando esattamente?
Quando parliamo di Profezia che si autoavvera, Effetto Pigmalione, Effetto Rosenthal, effetto placebo/nocebo ci riferiamo esattamente allo stesso fenomeno.
Robert K. Merton (1971), sociologo americano, nel 1948, per la prima volta la definì come “una supposizione o profezia che, per il solo fatto di essere stata pronunciata, fa realizzare l’avvenimento presunto, aspettato o predetto, confermando in tal modo la propria veridicità”.
Tale concetto spiega infatti il meccanismo psicologico che mostra come una profezia, solo per il fatto di essersi formata, ha il potere di indirizzare le azioni dell’individuo ed è quindi destinata a diventare reale.
Profezie che si autoavverano…in positivo e in negativo
Il meccanismo funziona sia in senso negativo, quando siamo più propensi ad una visione negativa, determinando di conseguenza un esito fallimentare e negativo, sia in positivo, quando puntiamo ad esempio a raggiungere dei risultati, ci daremo da fare per realizzare quanto previsto. Le nostre azioni, quindi, in un caso e nell’altro, risulteranno reali nelle loro conseguenze.
Pensate alla paura che avevate al solo pensiero di dare quell’esame: pensavate che non ce l’avreste fatta, vero? E alla fine non ce l’avete fatta davvero e non perché non eravate preparati!
Ma la questione è un’altra: la verità è che “di fronte al nostro futuro incerto ci sforziamo di prevederlo e diventiamo oracoli della nostra vita. Si tratta della profezia che si autorealizza: abbiamo delle aspettative rispetto al comportamento di un individuo e queste nostre attese influenzano il modo in cui noi ci comportiamo nei suoi confronti. Il nostro comportamento, il nostro agire, le nostre speranze nei suoi riguardi condizionano le nostre azioni, diventando coerenti proprio alle nostre aspettative che magicamente diventano vere.” (Madon et al.2011; Stinton et al.2011)
Come anticipato, tutto questo può avvenire anche in senso positivo, portando l’individuo ad avere successo e a concretizzare il motto: “se puoi pensarlo, puoi farlo”.
Steve Jobs, padre fondatore della Apple, è un esempio eclatante di chi è riuscito ad avere consapevolezza del potere delle sue idee e delle sue aspettative.
Egli, infatti, parlando di “campo di distorsione della realtà”, concetto che applicava a sé stesso, ma soprattutto a chi gli stava intorno, è riuscito a trasmettere ottimamente le sue convinzioni positive, tanto da farle diventare anche degli altri che, di conseguenza, si sono impegnati al massimo per far sì che diventassero realtà.
Il grande successo della sua azienda si deve infatti al suo duro impegno e alla fiducia nelle proprie idee.
Il fenomeno nel corso degli anni: varie teorie e autori
Tale fenomeno, per la sua interessante natura, è stato per molto tempo al centro di diversi studi, provenienti da ambiti diversi, come la psicologia, la sociologia o la medicina: proprio per questo sembra esserci confusione tra i diversi nomi presenti che, però, si riferiscono allo stesso fenomeno.
Con il termine “profezia che si autorealizza” si cerca di riunire tutte le diverse visioni in un concetto armonico.
I primi a parlare di “Profezia che si autoavvera” sono stati Thomas, che ha delineato il “Teorema di Thomas” (1928), e Merton.
Da tali concetti si sono sviluppate diverse teorie, definite “situazioniste” per mettere in evidenza l’importanza dell’interpretazione della situazione. Se pensiamo a certe situazioni come reali, esse sono reali. Esse diventano reali!
In seguito diversi studiosi si sono focalizzati su tale fenomeno: uno di essi è Rosenthal che teorizzò il concetto di “effetto Pigmalione” (1974), di cui parleremo tra poco.
Studi sulla profezia che si autoavvera
Parlando di questo aspetto, non possiamo fare a meno di nominare uno dei più importanti studiosi di questo concetto, ovvero il ricercatore americano Robert Rosenthal, il quale insieme a Jacobson. nel 1974 ha messo in luce quello che fu definito l’effetto Pigmalione o effetto Rosenthal.
Attraverso un esperimento fatto all’interno di una scuola elementare, si ebbe la dimostrazione di come le aspettative che l’insegnante si crea, in modo totalmente inconscio, siano in grado di influenzare il rendimento scolastico degli alunni.
Ma cerchiamo di capirne di più.
Uno studio sulle aspettative degli insegnanti delle scuole
I ricercatori in questione hanno scelto di recarsi in diverse scuole elementari e hanno somministrato dei test ai bambini.
Dopodiché hanno scelto in maniera del tutto casuale alcuni gruppi di bambini e hanno riferito agli insegnanti che questi erano superdotati e che con lo sviluppo, sarebbero migliorati moltissimo.
A conclusione dell’anno scolastico, è stato constatato come di fatto a migliorare fu effettivamente il gruppo dei superdotati.
Questo portò gli autori a ipotizzare che è stato proprio l’atteggiamento degli insegnanti, influenzato dalle loro aspettative, a condurre alla realizzazione delle stesse.
Dagli studi di Rosenthal e Jacobson emerse infatti che poiché maestri e maestre si aspettavano che quegli studenti ottenessero i risultati migliori, inconsapevolmente, offrirono loro un trattamento diverso rispetto a quello dedicato agli altri allievi, concedendo loro più tempo, più attenzione.
Di contro, allievi e allieve hanno agito secondo le aspettative dei loro maestri e delle loro maestre, si sono impegnati di più ed hanno ottenuto risultati più alti rispetto ai loro compagni al test di intelligenza. (Rosenthal R., Jacobson L., 1972).
“Quando ci aspettiamo alcuni comportamenti dagli altri, siamo propensi ad agire in modo da rendere quei comportamenti più probabili”. Rosenthal & Babad.
Il meccanismo della profezia che si autorealizza, che abbiamo visto avvenire a livello inconscio, incide dunque anche nel rapporto con gli altri e quindi anche a livello di collettività.
Approfondimenti
- Lo Presti, D. (2018). La profezia che si autorealizza. Il potere delle aspettative di creare la realtà. Dario Flaccovio Editore, Palermo.
- Madon S., Willard J., Guyll M. Sherr K.C. (2011). Self-fulling prophecies: Mechanism power, and link to social problems. in Social and personality psycology compass, 5, 578-590
- Merton, R. (1971). La profezia che si autoavvera in Teoria e Struttura Sociale, II, Bologna, Il Mulino.
- Rosenthal R., Jacobson L. (1972). Pigmalione in classe. Milano: FrancoAngeli editore.
- Rosenthal, R.& Jacobson, L. (1968). Pygmalion in the Classroom. The Urban Review, 3(1), 16-20.
- Watzlawick, P. (2013). Istruzioni per rendersi infelici. Feltrinelli.
- Zusne, L. (1984). Biographical Dictionary of Psychology. Greenwood Press.
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