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10 Luglio 2015Durante una seduta di psicoterapia che utilizza come metodo lo Psicodramma, ossia la messa in scena di eventi di vita, traumi, sogni etc., il paziente non sempre è consapevole del significato di ciò che sta facendo anche se è in grado di mostrarcelo attraverso l’azione.
In questi casi questo può essere aiutato utilizzando lo Psicodramma come ripresa-video: questa tecnica, chiamata Play back theatre, è stata ideata da Jonathan Fox negli anni ’70 con l’obiettivo di creare una collaborazione tra attori, conduttore e pubblico in modo da portare il teatro più vicino alla realtà quotidiana.Tuttavia nel tempo il suo uso non è rimasto limitato all’ambito teatrale ma si è allargato ad altri ambiti come quello educativo, psicologico e formativo.
Differenze con lo Psicodramma
In un setting terapeutico l’uso del play back theatre consiste nell’invitare il paziente a raccontare una storia o un evento della propria vita e scegliere gli attori per rappresentare i diversi ruoli. La differenza con lo Psicodramma classico è che, nel play back theatre, il paziente non è coinvolto nella rappresentazione ma osserva la messa in scena della propria storia dall’esterno, come fosse un video.
Dunque viene meno la parte emotiva tipica dello Psicodramma mentre rimangono attive la spontaneità e la liberazione dell’energia creativa.
Così come nello Psicodramma, la struttura del play back theatre è costituita da: attori, narratore (protagonista), conduttore, pubblico, musica e materiale scenico. Per quanto riguarda quest’ultimo, va precisato che le rappresentazioni prevedono l’uso di pochi attrezzi, pochi costumi e musica sobria: può considerarsi quindi un teatro povero.
Come accennato sopra, il play back theatre può essere utilizzato, oltre che nel teatro, anche in altri ambiti:
- Contesti di cambiamento sociale per:
- Ricostruire la memoria collettiva
- Prevenzione del disagio
- Promozione della salute
- Contesti aziendali per:
- Elaborare le fasi del cambiamento organizzativo
- Condivisione e confronto su temi specifici
- Contesti educativi per:
- Sviluppare nuove competenze
- Riconoscere il valore del punto di vista altrui
- Contesti terapeutici per favorire il cambiamento e la sperimentazione di nuovi ruoli
- Contesti comunitari
Personalmente mi sono avvicinata all’esperienza del play back theatre durante una lezione svolta all’interno del mio percorso nella Scuola di Specializzazione. Uno dei miei colleghi (che chiamerò Franco) fu invitato a raccontare un evento che lo aveva scosso molto e che riguardava un comportamento tenuto da un suo caro amico la sera prima durante una cena tra amici. Franco, nel raccontare l’accaduto, sottolineava costantemente la sua rabbia nei confronti di questo amico che aveva tenuto un comportamento di superiorità mettendolo in imbarazzo (comportamento che teneva spesso) e lo sdegno verso gli altri amici che non erano intervenuti. Il conduttore propose ad alcuni di noi di uscire dalla stanza, spostarsi in un’altra e preparare la messa in scena della storia raccontata. Io stessa rappresentai uno di questi ruoli. Franco poi potè vedere, come osservatore esterno, la rappresentazione e la sua visione rispetto agli avvenimenti cambiò totalmente: infatti ebbe la possibilità di osservare se stesso all’interno di quella situazione e potè comprendere come il suo attaggiamento rispetto alla situazione aveva alimentato il comportamento saccente del suo amico. Insomma, Franco aveva capito che per affrontare il rapporto con il suo amico e modificarlo a suo vantaggio, avrebbe dovuto partire da se stesso, modificando il suo atteggiamento anziché concentrarsi su quello mantenuto dai suoi amici. La soluzione era cambiare punto di vista. Il play back theatre si era mostrato in tutta la sua funzionalità: Franco infatti, osservando la scena da fuori e quindi non essendone coinvolto emotivamente in prima persona come accade nello Psicodramma, aveva potuto modificare la sua idea rispetto all’andamento della situazione e alle responsabilità di ognuno.
Personalmente ritengo che il Play back theatre sia uno strumento molto efficace nel lavoro con quelle persone che non sono pronte ad affrontare uno Psicodramma in quanto hanno meccanismi di difesa troppo strutturati.
Sitografia
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