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2 Dicembre 2017Premessa:
* Questo articolo insieme al Creatività: cosa è veramente e perché è fondamentale coltivarla si rivolge alle persone che hanno trascurato per un motivo o l’altro il proprio lato creativo e non sono sicure se ha senso ricercarlo e da dove partire; alle persone che stanno riscoprendo se stesse in quanto creative, a chi è pronto a mettersi in gioco e a iniziare a sperimentare la propria creatività in ogni sfera della propria vita partendo dalle piccole cose e da quello che si ha; infine, potrebbe essere utile anche alle persone che si vedono come creative o lavorano nell’ambito, per capire meglio se stesse, accettarsi e a migliorarsi.
* Questa serie di articoli sulla creatività non vuole affatto sostenere che è facile diventare più creativi, tantomeno vuole trasmettere che essere creativi e vivere della propria creatività/arte/idee sia una cosa che tutti riescono a fare se semplicemente si danno da fare. Anzi, è estremamente raro avere successo professionale come persona creativa perché “le idee in sé non bastano per portare il successo alle persone”. L’obiettivo di questo articolo sulla persona creativa invece è di fare da specchio dei nostri limiti, di aumentare la nostra consapevolezza sulla nostra personalità creativa e, possibilmente, di invogliarci a iniziare il viaggio verso la vita più creativa.
Indice contenuti
Personalità creativa (in breve)
Per capire meglio come è fatta una persona creativa ci rifacciamo a Barron e Harrington che nel 1981, dopo aver revisionato la letteratura scientifica, hanno appurato che gli individui creativi si caratterizzano per:
gli interessi ampi, l’importanza che danno alle qualità estetiche, sono attratti dalla complessità, hanno un’energia forte, sono indipendenti dal giudizio; li contraddistingue l’autonomia, l’intuizione, la fiducia in se stessi, l’abilità di risolvere le antinomie ovvero di accomodare i tratti apparentemente conflittuali nel self-concept. Hanno anche un forte senso di se stessi come creativi.
Altri aggettivi sarebbero:
attivo, sveglio, ambizioso, polemico, artistico, assertivo, capace, curioso, intelligente, pensatore lucido, complicato, sicuro di se stesso, cinico, esigente, egoistico, entusiasta, idealista, fantasioso, impulsivo, indipendente, inventivo, individualista, ingegnoso, originale, pratico, ribelle, riflessivo, sensibile, spontaneo, non convenzionale, l’anticonformista, versatile, non inibito.
Persona Creativa Vs Non-Creativa
Le differenze nella motivazione
Possiamo fare una distinzione tra i “creativi” e i “non-creativi” dal punto di vista del tipo di motivazione che li spinge a creare.
“Faccio una cosa perché godo nel farla” è una frase che contraddistingue una persona creativa. Un creativo doc trae il piacere dal compito stesso (questo tipo di spinta a fare si chiama la motivazione intrinseca) piuttosto che dal beneficio/i che arrivano una volta completato il lavoro (il riconoscimento sociale, una promozione al lavoro, uno stipendio più alto, i premi vari). Quest’ultima è una motivazione di natura “estrinseca” ed è più tipica delle persone “non-creative”. Inoltre, gli interessi “estrinseci” possono interferire con il pensiero creativo e quindi compromettere il suo sviluppo “naturale” perché la valutazione da parte di un soggetto esterno potrebbe restringere la libertà di scelta (Amabile, 1990). (Leggi perché è importante coltivare la creatività)
Le differenze a livello dei grandi tratti della personalità
Per avere una visione più completa di una personalità creativa dobbiamo far tesoro del modello di personalità più dominante nel panorama scientifico, il cosiddetto modello Big Five (i Big Five sono i cinque grandi tratti che caratterizzano ogni singola personalità/ogni singolo essere umano). In altre parole, sono i 5 fattori/dimensioni della personalità. Queste sotto-personalità, ciascuna collegata alla creatività in misura minore o maggiore, sono:
- Estroversione
- Nevroticismo
- Coscienziosità/Diligenza
- Gradevolezza
- Apertura mentale
Scala Introversione-Estroversione e la creatività
Quello che sappiamo oggi è che il tratto Estroversione (essere espressivi, verbali, attivi, sicuri di se stessi) poco più dell’Introversione (legata alla positività affettiva bassa e alla preferenza di passare il tempo da soli) facilita poco il pensiero creativo. La differenza emerge non tanto nelle situazioni tranquille quanto quando si è sotto stress o in procinto di essere valutati (Chamorro-Premuzic, T., & Reichenbacher, L. (2008)). Questo dato è conforme ai risultati precedenti di Eysenck che suggeriscono che l’agitazione per la valutazione comprommette di più i ragionamenti divergenti e i risultati creativi ottenuti dagli introversi.
La dimensione Estroversione è anche il miglior indicatore della felicità e dell’affettività positiva. Essere positivi ci aiuta ad avere una visione e un’attenzione più ampia della vita e del mondo che ci circonda e proprio questa attenzione defocalizzata (Wallach, 1970) (che avviene dall’inibizione cognitiva dei pensieri o delle informazioni irrilevanti) è di vantaggio per la creatività in quanto permette agli individui con un ampio range di stimuli e di tracce mnemoniche di produrre idee nuove. Un’altra cosa utile da tener in mente è che questo tipo di attenzione “vasta” nasce più facilmente in assenza di pressioni perché porta le persone a dividere le risorse attenzionali tra gli stimoli rilevanti e quelli irrilevanti per l’esecuzione del compito (Smith, Michael, & Hocevar, 1990).
Scala Nevroticismo – Stabilità emotiva e la creatività
Un nevrotico è una persona molto sensibile, emotivamente instabile e ha la tendenza di provare più emozioni negative (tra cui l’ansia e la rabbia) che quelle positive. Per un nevrotico il mondo esterno è una fonte di minaccia e per quel motivo è costantemente ossessionato da tutto quello che gli succede attorno, vivendo in uno stato perenne di arousal del sistema nervoso. (Scopri le errate credenze sulla creatività).
Il nevroticismo si relaziona sia in maniera positiva (grazie alla sua sensibilità affettiva) che negativa (quando c’è il “pericolo” di valutazione) alla produzione del pensiero creativo. In altre parole, solo se c’è l’ansia di prestazione di mezzo, quella avrà un effetto detrimentale per la creatività della persona nevrotica. Lasciata in pace, “protetta” nel suo mondo senza scombussolamenti vari, la stessa persona può anche fare delle grandi cose dal punto di vista creativo.
Scala Gradevolezza – Sgradevolezza e la creatività
La dimensione della Gradevolezza rappresenta la nostra tendenza ai comportamenti pro-sociali e comformistici (l’altruismo, l’empatia, la collaborazione, la fiducia negli altri, il bisogno della pace e dell’armonia tra gli individui, la volontà di mantenere le relazioni interpersonali positive ecc.). Questo modo di essere però sembra inversamente proporzionale alla creatività: più si è gradevoli, meno si è creativi. Più si va invece verso la Sgradevolezza, quindi verso la diffidenza e i comportamenti anti-sociali, più si incoraggia la propensione alle controversie (ricordiamoci degli aggettivi “l’anticonformista”, “ribelle”, “polemico”, “cinico”, “impulsivo” tipici della persona creativa). Le persone alte nella dimensione Gradevolezza faranno di tutto pur di evitare i conflitti, spesso e volentieri mettendo i propri bisogni dopo i bisogni degli altri – una cosa che una persona creativa doc non farebbe perché sa che per sopravvivere e non morire dentro deve continuare a coltivare l’ampia gamma di interessi che ha e per far sì che questo accada deve imparare a dire di no agli altri (in parole povere, deve sviluppare una sana dose dell’egosimo) e diventare indipendente dal giudizio degli altri.
Scala Coscienziosità – Negligenza e la creatività
La coscienziosità/diligenza (associata all’autodisciplina, alla responsabilità, alla determinazione, alla produttività, all’organizzazione, all’ordine, alla precisione ecc.) è il miglior indicatore del successo accademico e professionale, ma nello stesso tempo sembra sia controproducente per la creatività: gli “scienziati non creativi” rispetto a quelli creativi tendono a lavorare sui compiti ben strutturati e predefiniti e quell’ordine ostacola la formazione delle nuove associazioni. Non desta meraviglia che gli “artisti” siano meno coscienziosi (e quindi meno convenzionali, meno conformisti, meno strutturati e meno responsabili) rispetto agli “scienziati creativi” – questi ultimi, a loro volta, meno coscienziosi dagli “scienziati non creativi”.
Rimanendo sul versante l’ordine-disordine, possiamo azzardare e “incoraggiare” piuttosto che scoraggiare il disordine in una stanza dove nascono le idee perché sembra che i creativi che lavorano in una stanza disordinata in opposizione ai creativi che operano in una stanza ordinata riescano a produrre idee più originali e creative (Vohs et al. (2013).
Scala Apertura mentale – Chiusura mentale e la creatività
Finalmente siamo arrivati al tratto della personalità più importante per la creatività. L’Apertura mentale (o l’Apertura alle Esperienze) è il miglior indicatore della creatività secondo il consenso comune accademico: è praticamente il sinonimo alla creatività.
L’apertura mentale (Openess to Experience) tipica di una persona creativa, si caratterizza per l’immaginazione (vs. la praticità), per la curiosità (vs. la routine), per il non tradizionale (vs. conformistico). Le persone aperte mentalmente e quindi creative sono esteticamente sensibili (attratte dalle varie forme d’arte), intellettualmente curiose (attratte dalle idee) e, in linea generale, aperte alle nuove esperienze.
“Noi non siamo solo quello che siamo…”
I nostri Big Five li abbiamo senz’altro ereditati in gran misura dai nostri genitori, ma uscire fuori dai limiti iniziali del nostro “carattere biologico” e forgiare il carattere è il compito di ognuno di noi nella strada che conduce alla nobiltà e ad una vita soddisfacente e di realizzazione: “noi non siamo solo quello che siamo o che siamo stati finora, ma siamo anche e soprattutto quello che potenzialmente siamo”. In questo senso basterebbe esercitarsi a sviluppare l’ultima dimensione – l’Apertura alle nuove esperienze – ogni giorno, un pochino alla volta e, per quanto strano possa suonare, “la creatività potrebbe diventare un’abitudine” (Dott. Jonathan Plucker, il ricercatore sulla creatività e il Professore di psicologia all’Indiana University).
Qualche idea sull’allenamento della dimensione Apertura Mentale/Creatività
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Maggior ascolto di sé stessi…
…dei nostri bisogni e maggior cura dei nostri interessi: impariamo a fare quello che ci piace anche se quello comporta andare in cinema, in teatro o ad un concerto da soli perché non conosciamo (finora) nessuno che ama quanto noi quel film/piéce/artista. Già questo è un grande atto d’amore verso noi stessi, già questa è una nuova apertura: verso noi stessi, verso gli altri, verso le nuove esperienze. Già questa è una rottura con il “vecchio sistema” di funzionamento, con il pregiudizio e con la convenzione sociale. Già questo è un atto di ribellione contro la stagnazione e quindi una crescita creativa che inizia a sbocciare.
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Rompiamo la routine
Uno studio recente avvalora la tesi che il cambiamento della routine innalza in maniera immediata e per un tempo breve la nostra creatività di 14%. Potrebbe essere una soluzione a breve termine quella di fare il panino non nella solita maniera, provare un nuovo gusto di gelato; se andiamo con la metro al lavoro, prendiamo un tram, se prendiamo sempre la solita strada, prendiamone una parallela. Senz’altro usciremo fuori dagli automatismi, vedremo cose nuove, scopriremo cose utili e diventeremo più ricchi emotivamente.
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Introduciamo la varietà
Visto che il cervello ha bisogno della varietà e di una base ampia della conoscenza per creare delle interconnessioni improbabili e uniche, amplifichiamo questo database:
- iniziamo a fare corsi nuovi, impariamo una lingua nuova, cerchiamo di cambiare ogni giorno (per quanto e ove possibile) il posto dove andiamo a pranzare, seguiamo le lezioni/incontri che parlano degli argomenti interessanti ma dei quali non sappiamo nulla e che non c’entrino con il nostro lavoro; leggiamo libri di generi diversi, conosciamo persone nuove, ascoltiamo e avvaloriamo le opinioni diverse dalle nostre anche se provengono dalle persone che ci stanno poco simpatiche (solo perché magari lontane dal nostro modo di essere) perché è proprio grazie ai diversi punti di vista che riusciamo ad ampliare la nostra visione e a trovare le soluzioni nuove.
P.S. a chi conosce l’inglese un invito alla visione di questo bellissimo TEDx di Ken Hughes che racconta come questo esperto della psicologia dei consumatore e del neuro-marketing sia riuscito a sprigionare la propria creatività e lo spirito di innovazione nell’arco di un anno, ogni giorno facendo qualcosa di nuovo. È un speech che possa davvero spingervi all’azione. Ho eliminato due robette qui.
P.S.2 se avete qualsiasi tipo di dubbio, di domanda o uno spunto nuovo di riflessione da offrirmi, sarò felice di leggervi e di rispondervi via questo indirizzo mail: dutina.danka@gmail.com
APPROFONDIMENTI
- Tomas Chamorro-Premuzic, Personality and Individual Differences, BPS (Wiley & Sons Ltd), 2015
- Amy Novothey, The Science of Creativity, “American Psychological Association”
- Nick Skillicorn, Deep Creativity Training, “Idea to Value”
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