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15 Settembre 2021Il pensiero in bianco e nero, noto anche come pensiero dicotomico o pensiero tutto o niente consiste nell’incapacità di mettere insieme le percezioni positive e negative che abbiamo di noi stessi, degli altri e delle situazioni che ci capitano nel quotidiano.
Ma la vita è ricca di sfumature e di mille aspetti diversi che inevitabilmente si intrecciano e si influenzano tra loro. E se questo da molti viene vissuto con una relativa tranquillità, per molti altri invece è del tutto inconcepibile.
E’ così che il pensiero che possano esserci visioni diverse, alternative, situazioni imprevedibili, spesso manda in confusione e crea ansia in chi utilizza un pensiero in bianco e nero. Un pensiero che possiamo definire rigido proprio perché mancano le sfumature ed ogni evento o situazione viene interpretata in due soli possibili modi.
Indice contenuti
Il profilo di chi pensa agli estremi
Tendenzialmente chi adotta un pensiero in bianco e nero utilizza parole quali sempre, mai, impossibile, perfetto, giusto e sbagliato.
La vita è tutto un aut/aut in cui i confini son ben delineati e viene lasciato poco spazio ad altre possibili sfumature.
Tipico è l’esempio della persona che ama il proprio lavoro finché non arriva il terribile capo o il nuovo collega e da quel momento in poi il lavoro va male, tutto è da buttare e l’unica soluzione è licenziarsi.
Ecco, questo modo di pensare e di guardare il mondo può diventare un vero e proprio ostacolo nel vivere pienamente la propria vita con tutte le possibilità che questa offre.
Caratteristiche del pensiero dicotomico
Il pensiero dicotomico, noto anche come “Black and White Thinking”, è una modalità di pensiero che si struttura proprio su una visione prettamente dicotomica della realtà e di ogni evento della propria vita.
Questo modo di pensare in genere porta a “categorizzare” tutto ciò che ci circonda, cosa che di base facciamo tutti, con la differenza che in questi casi le categorie diventano rigide.
Un evento, ad esempio, potrebbe essere negativo per alcuni aspetti e magari positivo per altri. Chi ha un pensiero dicotomico, invece, vedrà tutto positivo o tutto negativo: non lascerà, quindi, spazio alle vie di mezzo.
Con questa modalità di pensiero, quindi, si cerca di dare una propria visione del mondo con una netta differenza tra una delle due categorie che, alla fine, si escludono vicendevolmente.
Questo modo di pensare è definito da molti come un vero e proprio meccanismo di difesa, il cui scopo è quello di ridurre la confusione di alcuni eventi o fattori che potrebbero generare caos e, soprattutto, sofferenza.
Ad esempio un evento o crea sofferenza o fa stare bene, non esistono vie di mezzo. Una volta che si riesce a comprendere cosa genera, si potrà agire di conseguenza e magari evitarlo, nel caso sia fonte di disagio.
Questo potrebbe condurre ad un vero e proprio bias cognitivo in quanto nell’analizzare un evento o un fattore esterno, la persona tenderà a prendere in considerazione soltanto alcuni aspetti, considerati utili per questa o quella categorizzazione, tralasciandone molti altri che invece potrebbero condurre ad una visione e ad un’analisi più corretta.
Perché ho un pensiero in bianco e nero?
Le distorsioni cognitive in bianco e nero possono dipendere tendenzialmente da:
- Disturbi di personalità
- Traumi
Pensare in bianco e nero può a sua volta diventare un’abitudine e:
- danneggiare la salute fisica e mentale
- sabotare la carriera
- causare disagi nelle relazioni
La buona notizia è che si può intervenire per modificare il pensiero in bianco e nero, utilizzando il pensiero “grigio”, ma lo vediamo alla fine.
Quando può diventare pericoloso?
Potremmo avere l’impressione che il pensiero in bianco e nero sia, in realtà, utile e del tutto vantaggioso perché potrebbe permetterci di evitare situazioni che generano sofferenza o tutto ciò che è considerato negativo.
In realtà, seppur possa avere qualche vantaggio, in realtà il pensiero dicotomico crea più “svantaggi” che vantaggi.
#1 svantaggio: assenza di globalità
In primis, questa modalità di pensiero limita le possibilità e le occasioni che si possono trarre dalle situazioni di tutti i giorni.
Guardare il mondo solo tramite due lenti, infatti, può portare a compiere scelte poco ponderate e poco ragionate in quanto non prende in considerazione l’elemento di “globalità”.
#2 svantaggio: manca la via di mezzo
Un altro svantaggio è proprio la visione limitata del mondo e delle esperienze che si vivono.
Vedere tutto in modo rigido può essere utile per avere “una guida mentale” per il mondo circostante, ma porta anche a vedere tutto secondo queste due modalità senza considerare “ciò che sta nel mezzo”. Quindi la persona si ritrova spesso a posizionarsi ad un polo o al suo opposto. Agli eccessi quindi.
#3 svantaggio: limita la creatività
Questo pensiero di solito si associa ad una visione e ad abitudini molto schematiche. In questo caso, quindi, non si darà spazio a soluzioni e azioni creative e diverse da ciò che è già stato considerato e analizzato. Questo, alla fine, limita anche il nostro essere.
3 suggerimenti pratici (ed efficaci) per un “pensiero grigio”
Sicuramente una visione bianco e nera a volte ci salva, ma a volte ci limita. Importante è capire quando possiamo adottare questo tipo di pensiero e quando è meglio essere flessibili, perché a volte nella via di mezzo possiamo trovare delle risposte.
Ti lascio con questi tre suggerimenti di psicologia pratica per iniziare a flessibilizzare il tuo modo di pensare.
#1 suggerimento: usa una scala di valori
Abituati ad utilizzare un pensiero “grigio”.
Che significa in concreto? Fondamentalmente devi abituarti ad utilizzare le sfumature. Quindi se in questo momento interpreti il mondo dando come valore 0 o 10, inizia ad utilizzare tutti i numeri che stanno in mezzo.
Se devi valutare come ti trovi in una determinata situazione o relazione, prova a dare un voto da 1 a 9, piuttosto che pensare solo in bene (10) o in male (0).
Allenati a farlo in ogni momento della giornata in cui ti trovi a fare una valutazione.
#2 suggerimento: modifica la comunicazione
La comunicazione che utilizzi determina il modo in cui leggi la realtà.
Impara a utilizzare termini meno assolutistici. Ad esempio sempre e mai non vanno bene, anche perché è impossibile che una cosa possa andare sempre nello stesso modo. Sostituisci quindi questi termini con “la maggior parte delle volte” o “alcuni”. Ad esempio sono “bravo in alcune cose e cattivo in altre”.
#3 suggerimento: mettiti in discussione
Nessuno sa con certezza cosa sia giusto e cosa sia sbagliato.
La prossima volta che ti trovi di fronte ad una situazione e provi a dare una valutazione domandati: “in questa situazione quanto è funzionale per il mio benessere questa visione?”.
Prova quindi a darti una risposta.
Se questi suggerimenti non bastano, un terapeuta può aiutarti ad apprendere le strategie utili per cambiare gradualmente questo modello di pensiero e vivere una vita più sana e appagante.
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