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Il termine gelotofobia deriva dal greco “gelos” che significa risata e “phobia” che, letteralmente, significa paura. Fa riferimento quindi alla paura di essere derisi o di essere oggetto di scherno e di offesa da parte di altri per alcune caratteristiche o anche per alcuni modi di comportarsi.
Si tratta di una fobia sociale che oggi più che mai è presente, soprattutto in una società come la nostra, caratterizzata essenzialmente dalla voglia di apparire ad ogni costo e dove l’apparenza e l’importanza che diamo all’immagine prende un po’ il sopravvento su tutto il resto.
In questo contesto, quindi, possiamo immaginare come la paura di essere derisi o di non essere all’altezza delle aspettative o di ciò che gli altri considerano come “normale” o desiderabile, possa essere complicato per chi lo vive o per chi si percepisce in questo modo.
Indice contenuti
Paura di essere derisi: significato psicologico
All’interno della paura di essere derisi, la difficoltà del soggetto sta proprio nell’interpretazione della risata altrui che viene intesa come una manifestazione di un’offesa o di un atto aggressivo nei propri confronti. Il gelotofobico, quindi, non riesce ad interpretare correttamente l’umorismo altrui percependolo appunto come una fonte di derisione e di offesa. Cio lo porta a vivere questo tipo di comportamento in modo spiacevole e molto doloroso.
Tra le risposte abbiamo il distacco, il ritiro in sé stessi o anche delle
Dall’esterno, chi ha paura di essere deriso può essere percepito come permaloso, ma non è proprio così, in quanto nel caso di una persona permalosa, l’interpretazione è in linea con l’intenzione che si nasconde dietro le parole dell’altro. In questo caso, invece, è proprio quest’incapacità di interpretazione che porta il gelotofobico a “mettersi sulla difensiva”.
Il gelotofobico, quindi, si attribuisce in modo del tutto autonomo e incondizionato le parole umoristiche dell’altro, vivendole come un attacco personale.
Gli effetti della paura di essere derisi
Come in altre fobie, anche la gelotofobia può avere conseguenze su chi le vive.
Ad esempio potrebbero svilupparsi il distacco dagli altri e l’evitamento di una vita sociale “regolare” o ancora l’utilizzo di risposte a tono date come replica alle offese e ai comportamenti percepiti come negativi.
Si potrebbe instaurare, quindi, un vero e proprio circolo vizioso dove, chi soffre di questa fobia potrebbe evitare appositamente di frequentare gli altri per sfuggire alla derisione e allo scherno. E’ così che in questo caso, ad un problema si aggiunge un altro problema, spesso più grave, ovvero il ritiro sociale e forme di evitamento che potrebbero portare la persona ad ingigantire e cronicizzare questa fobia.
Come gestire la fobia dello scherno
Come per ogni altra fobia, di solito anche per questa può essere utile intraprendere un percorso psicoterapeutico ad hoc. In tal senso la terapia breve strategica aiuta ad interrompere le tentate soluzioni e fornisce delle strategie utili per ridimensionare le proprie paure.
In generale, se non è fortemente radicata, può essere di aiuto cercare di capire in quale situazione specifica si innescano questi pensieri di tipo offensivo, ad esempio l’ironia altrui, come abbiamo indicato prima, con quali persone, con quali affermazioni.
Ancora può essere utile capire il livello di fastidio che provocano all’interno di una scala di intensità.
Potreste anche allenarvi nel comprendere e nell’interpretare ottimamente il comportamento e le parole altrui prendendovi del tempo per elaborarle, cercando di andare oltre il primo pensiero che naturalmente si attiva nella vostra mente. Molto utile sarebbe anche pensare di farvi aiutare dagli altri, ad esempio da chi ha pronunciato quella frase, per farvi chiarire cosa effettivamente volesse dire.
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