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Stefano Benni
Vi è mai capitato di provare la sensazione di non essere all’altezza di un compito, di un obiettivo o addirittura del vostro partner? Di esser ipercritici con voi stessi o di pensare di non valere mai abbastanza? Di sentire addosso quel senso di inadeguatezza che vi fa credere di essere piccoli così o che manchi qualcosa in voi?
Ebbene si, è di questa trappola mentale che parleremo oggi: dell’inadeguatezza, delle sue cause e delle strategie da mettere in atto per allontanarla dalla nostra vita; scopriremo come le persone giudicano, avendo come modello i propri limiti e come anche noi stessi spesso giudichiamo, senza nemmeno rendercene conto. Capiremo inoltre come sia possibile riuscire ad andar oltre i giudizi ed oltre noi stessi.
Indice contenuti
Senso di inadeguatezza: come si manifesta
Oggi giorno sembra quasi facile e inevitabile sentirsi inadeguati. La cultura odierna sembra volerci spingere sempre più verso ideali di perfezione, per ricordarci che per sentirci all’altezza della nostra vita, occorre avere una buona carriera, una bella casa, viaggiare, comprare vestiti fashion, fare palestra, avere un partner e una famiglia invidiata da tutti.
Inevitabilmente, l’assenza di questi presupposti ci fa sentire in trappola. Secondo gli psicologi Jeffrey E. Young e Janet S. Klosko, l’inadeguatezza è proprio questo: una trappola, una modalità fissa di pensare, di sentire e di relazionarsi con se stessi e con gli altri e può esprimersi in diversi modi.
Chi si sente inadeguato può:
- aver paura di sbagliare (scopri come superare la paura di sbagliare);
- provare un senso di vergogna per i propri difetti, ritenuti grandi e imperdonabili;
- sentirsi frustrato a causa di una email o chiamata a cui non ha ricevuto risposta;
- cercare di piacere a tutti, adattandosi ai loro desideri e bisogni.
Le persone che provano questo profondo senso di inadeguatezza possono dunque arrendersi ad esso, vivendo come persone insicure, senza autostima, con il bisogno di aver sempre conferme da altri o al contrario tentare di compensarlo cercando di apparire sicuri e competenti quanto più possibile.
Cause del senso di inadeguatezza
Perché ci si sente inadeguati? Cosa si nasconde dietro questa paura di sbagliare o di non essere accettati dagli altri?
Sentirsi inadeguati è una sensazione interiore spiacevole che può dipendere dalla paura del giudizio altrui correlata ad una bassa stima di sé. Avere una bassa autostima implica un cambiamento di quest’ultima, che sale o sprofonda, a seconda di quello che ci dicono gli altri.
Come non aver dunque paura del giudizio altrui se da questo dipende il nostro fallimento o il nostro successo e di conseguenza il nostro umore?
La paura del giudizio
Giudicare ed essere giudicati: aspetto psicologico
Quando vogliamo fare o dire qualcosa o stiamo quasi per farlo a volte preferiamo frenarci per paura di quello che gli altri possano dire. Per paura di essere giudicati. Iniziano così ad affiorare nella nostra mente, pensieri quali: “Come dovrei comportarmi in questo momento?” “Che cosa penseranno di me?”, ovvero domande che nascono dalle aspettative che immaginiamo gli altri abbiano su di noi. Questo prché, come abbiamo visto, non vogliamo essere giudicati, ma al contrario desideriamo solo essere accettati e amati da chi ci circonda.
Un bisogno primario e essenziale questo, che ci porta ad avere appunto paura. Paura di non essere accettati per il lavoro che facciamo, per quello che indossiamo, per l’aspetto fisico che abbiamo. Un paura del giudizio legata quindi al desiderio di essere apprezzati da tutti e sempre, poiché vige in quasi tutti noi il desiderio di perfezione o di assenza di errori imposto dalla società odierna.
Una paura che non ci permette di esporci per il timore del giudizio. Portandoci ad evitare cosi di dire ciò che pensiamo o addirittura di proporre per primi un posto in cui andare il sabato sera.
Cosa significa giudicare?
Noi tutti utilizziamo una nostra personalissima lente per guardare il mondo e questo comporta la visione dell’altro e di noi stessi, in maniera giudicante, appunto. Vi è mai capitato durante una situazione di guardare la borsa o il pantalone di qualcuno che vi era accanto?
Perché l’avete fatto? Forse per vedere se quel qualcuno avesse qualcosa “in più” o di diverso da voi? Ecco. È proprio questo l’esatto momento in cui inizia il “giudizio” sull’oggetto del vostro giudizio, la borsa o il pantalone, ma soprattutto su voi stessi.
Dunque giudichiamo perché confrontiamo. E confrontiamo perché pensiamo che questo possa migliorarci, ma molto spesso questo porta unicamente ad auto-criticarci.
Origine della paura del giudizio
La paura del giudizio degli altri ci porta a sentirci dannatamente inadeguati. Ma perché diamo agli altri il poter di decidere chi siamo e quanto valiamo?
Bowlby afferma come primariamente sia il rapporto con la propria figura di attaccamento a far interiorizzare al bambino una figura di sé, come un soggetto amabile per come è, oppure come un soggetto insicuro che non si sente abbastanza importante e che pensa di poter esser amato solo se fa quello che dicono i propri caregiver.
Nel corso del suo sviluppo il bambino sembra poi acquisire una particolare sensibilità al giudizio nel rapporto con gli altri, al di fuori della sfera familiare.
Secondo gli psicologi evoluzionisti la paura di esser mal giudicati infatti, oltre a ciò è:
- la risposta che il nostro cervello ha elaborato nel corso dei millenni per adattarsi all’ambiente circostante.
- la propensione dei nostri antenati a fare il loro dovere, ad adeguarsi alle convenzioni sociali pur di non esser mal visti dagli altri. Pur di evitare l’emarginazione e l’allontanamento dal gruppo.
Ma avere costantemente paura di essere rifiutati o criticati non è forse anche questa una forma di allontanamento da noi stessi e da chi siamo davvero? Avere paura dello scontro non è forse anche questa una forma di conflitto, ma con il nostro vero io?
Riflettiamoci su.
Perché liberarci dalla paura del giudizio?
Vivere una vita che non è la nostra, dove non siamo totalmente liberi di esprimerci come vogliamo, non significa vivere.
E ce ne rendiamo conto quando capita di trovarci in quelle specifiche circostanze in cui il nervoso, l’agitazione o la vergogna ci bloccano e ci fanno sentire inadeguati. Come quando siamo al centro dell’attenzione o parliamo in pubblico o con persone di grande autorità. Come quando andiamo ad un primo appuntamento o ad un colloquio di lavoro o a sostenere un esame. Come quando siamo poco tolleranti alla vergogna che proviamo in certi casi di fronte a qualcuno, perché per noi sinonimo di inadeguatezza o incapacità. Come quando non viviamo i nostri sogni fino in fondo per paura che la nostra scelta non venga compresa da chi sta intorno.
Perché è questa la verità. Il timore del giudizio degli altri molto spesso ci porta a rimandare le scelte che potrebbero dare una svolta importante alla nostra vita. Una vita che dunque rimane ferma li, davanti un cassetto che per paura non apriamo.
Superare la trappola dell’inadeguatezza e la paura del giudizio altrui
Per superare il senso di inadeguatezza è necessario innanzitutto cercare di capire cosa ci fa sentire inadeguati e fragili.
Solo soffermandoci sulle nostre emozioni, senza cercare di eliminarle, riusciremo a capire molte cose di noi.
Abbiamo solo paura del giudizio degli altri o è la nostra bassa stima ad essere il vero problema?
Datevi una risposta e liberatevi dalla paura del giudizio degli altri, affinché i vostri sogni non si perdano nel vuoto; affinché il vostro futuro non sia pieno di rimpianti per aver rincorso le aspirazioni altrui (leggi come destreggiarsi tra rimorsi e rimpianti).
La creazione dell’autostima
Per fare questo è importante innanzitutto che voi prendiate consapevolezza del fatto che occorre lavorare, non sugli altri, ma sulla vostra autostima. Quando ci sentiamo giudicati, a volte cerchiamo di metter in atto dei comportamenti volti a cambiare il giudizio che gli altri hanno su di noi, cercando di camuffare quello che facciamo o chi siamo davvero. Tentare di cambiare il giudizio altrui non cambierà voi è più utile cambiare il vostro approccio, cominciando a mettervi per primi voi in discussione.
E se fosse l’opinione negativa che avete di voi stessi ad essere il vero problema? Cosa potreste fare per cambiarla?
Siate innanzitutto tolleranti verso voi stessi. Ripensate alla vostra vita, alle vostre esperienze passate: probabilmente avete vissuto qualcosa che vi ha fatto perdere la fiducia in voi stessi, facendovi credere di non esser abbastanza.
Accettate i vostri difetti. Non sarà un chilo di troppo o una bocciatura ad un esame a fare di voi dei falliti.
Fate ciò che amate e amatevi: non accontentatevi di un’occupazione o di una relazione di comodo che non può far altro che farvi sentire fuori luogo o non all’altezza di un compito o di una persona.
Ma soprattutto osate, cercate di conoscere gradualmente ciò che vi fa paura. Leggete, informatevi, guardate video, osservate chi vi sta vicino come si comporta. Nella vita in tanti ce l’hanno fatta perché hanno semplicemente osato. Solo in questo modo potete riuscire anche voi a fare quel qualcosa in più che credete non esista o di non essere in grado di fare. Quel qualcosa che invece è custodito dentro di voi e chiede solo di esser portato alla luce.
Lavorare sulla propria autostima, dunque è il primo passo da fare con una bella dose di ottimismo e con la consapevolezza di poter affrontare ogni situazione con responsabilità. Per crescere, migliorare, ma soprattutto per liberarci da quella paura del giudizio altrui che può solo influenzare la nostra vita.
Come imparare a fregarsene
- Quando ti senti giudicato/a prova a rilassarti: non siamo sempre nei pensieri degli altri. Gli altri hanno anche le loro attività e le loro preoccupazioni. Spesso siamo noi a proiettare sugli altri ciò che sta accadendo nella nostra mente. Pensiamo di essere giudicati, ma in realtà siamo noi i primi a farlo. Oppure pensiamo di esser giudicati da chi magari a sua volta ha essa stessa paura di essere giudicata/o.
- Chi emette giudizi sugli altri, in realtà sta solo definendo se stesso. Pensiamo che ci critica, ci sta dando informazioni su di noi, ma anche informazioni su di lui, su come si rapporta agli altri, su quanto tollera lo stress o le cose che non vanno, su ciò che gli piace e ciò che lo infastidisce. Se il nostro datore di lavoro ci tratta male, non significa necessariamente che siamo inadeguati o poco brillanti. Magari quel giorno è particolarmente stressato. Interpretate il suo comportamento dunque anche come un’informazione su di lui. Pensarla così vi aiuterà a togliere all’altro lo “scettro del potere” sulla vostra autostima e a ridimensionare la critica, che il più delle volte non è verso di noi, ma verso l’idea che gli altri hanno di noi.
- Valuta se l’atteggiamento di critica è esclusivamente legato a te o se è esteso a tutti. In questo caso, molto probabilmente è l’altro ad avere un problema.
- Accogli la critica, come qualcosa rivolta più al comportamento o all’approccio, piuttosto che alla persona. I primi, infatti, si possono cambiare. La persona è quella che è.
- Prova a cambiare la prospettiva di pensiero. Pensa per un momento a quell’amica/o che ti ha criticato o al tuo partner che ti ha umiliato. Cosa ti scatena questo pensiero? Sicuramente ancora ora ti stai chiedendo “ma come si è permesso”? Quando qualcuno ci giudica siamo soliti pensare a colui o colei che ci ha puntato il dito contro e cosi facendo perdiamo di vista la cosa più importante: NOI. Prova a fare un salto. Passa dal pensare “gli altri mi giudicano” a “mi sento giudicato dagli altri”. Non senti anche tu un senso di libertà? Non è più semplice cercare di cambiare modalità di pensiero piuttosto che cercare di fuggire o di cambiare gli altri? Pensarla in questi termini ti aiuterà a riportare al centro il tuo mondo interno e a capire cosa ti turba davvero, lasciando sullo sfondo tutto il resto.
- Evita di fare in modo di piacere a tutti e a tutti i costi o di interpretare dei ruoli. Scegli la via dell’autenticità, quella in cui le azioni seguono le parole. L’unica via certa per smettere di essere giudicati, smettere di giudicare se stessi e riconquistare la propria autostima.
Terapia breve contro la paura del giudizio
In casi del genere per il soggetto risulta necessario riprendere in mano la propria vita al fine di evitare stati depressivi e non solo. Cercando innanzitutto di mettersi in contatto con le sue emozioni negative grazie all’aiuto di un terapeuta.
La terapia breve strategica, insieme alla terapia evolutiva, risultano efficaci in questo poiché non intervengono solo sulla sensazione del soggetto di non riuscire a condividere l’esperienza con gli altri, ma anche sulla difficoltà che ha nel riconoscere e descrivere le proprie emozioni, sull’auto-immagine di personalità adulta e sullo sperimentare in modo differente il proprio essere nel mondo e nella relazione con gli altri.
Aver paura dei giudizi altrui significa aver paura di ciò che noi stessi pensiamo di noi. Difficilmente una persona con un’alta autostima va in crisi se qualcuno la critica. Il problema dunque può essere risolto lavorando su se stessi. Solo così riuscirete finalmente a smettere di giudicarvi e a riconoscere il vostro vero valore, ovvero percorrendo la via dell’autenticità.
Riferimenti
- Alla ricerca delle coccole perdute. Una psicologia rivoluzionaria per il single e per la coppia, di Giulio Cesare Giacobbe.
- La paura è una sega mentale. Come liberarsene per sempre, di Giulio Cesare Giacobbe.
- L’arte del cambiamento. La soluzione dei problemi psicologici personali e interpersonali in tempi brevi, di Giorgio Nardone e Paul Watzlawick.
- Reinventa la tua vita. Scoprite come modificare voi stessi e liberarvi dalle trappole che vi impediscono di cambiare la vostra vita, di Jeffrey E. Young, & Janet S. Klosko.
- Attaccamento e perdita: 1, di John Bowlby.
- Attaccamento e perdita: 2, di John Bowlby.
- Attaccamento e perdita: 3, di John Bowlby.
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