Comunicazione efficace: assiomi e strategie
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13 Ottobre 2019“Il cambiamento è la legge della vita.
Quelli che guardano solo al passato o al presente,
sicuramente perderanno il futuro.”
J.F. Kennedy
Oggi parleremo di cambiamento.
Cosa possiamo dire a riguardo? Il cambiamento è innanzitutto un momento fondamentale nella vita di ognuno di noi: interessa infatti tutti gli individui, indistintamente.
Chi non si è trovato, almeno una volta nella vita, a dover affrontare un cambiamento importante? Come decidere di andare via di casa per lavoro, lasciare il proprio fidanzato, cambiare lavoro o attività, decidere di diventare genitore.
Ognuno di noi è costretto ad affrontare il cambiamento, grande o piccolo che sia.
Ma come si fa ad affrontare tale momento di passaggio? Sicuramente entrano in gioco diversi fattori, come la personalità dell’individuo, per esempio: c’è chi è più propenso al cambiamento e chi, invece, ha più difficoltà ad adattarsi ad esso.
Oppure il tipo di cambiamento che siamo chiamati ad affrontare: siamo stati noi a cercarlo o ci ha colto alla sprovvista?
Sicuramente da questi diversi fattori dipenderà la reazione di ognuno di noi.
Possiamo però dire che la prima reazione al cambiamento generalmente è caratterizzata da resistenza e paura.
Come si può affrontare al meglio tale paura, quindi?
Nell’articolo parleremo proprio di questo.
Ma partiamo dalle basi, ovvero chiediamoci cosa sia il cambiamento.
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Cos’è il cambiamento?
La parola cambiamento viene utilizzata sempre più frequentemente, soprattutto in una società come la nostra in cui tutto è mirato all’innovazione e al cambiamento, appunto.
Con il termine cambiamento si intende, letteralmente, “mutamento, trasformazione, variazione.” (Corriere della Sera Dizionari).
Come accennato poc’anzi, il cambiamento interessa tutti. Ognuno di noi nella sua vita è stato messo di fronte ad un cambiamento o, in altri casi, ha desiderato così tanto che qualcosa cambiasse da esserne stato fautore. Questo perché è grazie al cambiamento che la nostra vita muta e avanza: se non ci fosse, come potremmo essere ciò che siamo ora?
La crescita va di pari passo al cambiamento. Quindi, che noi vogliamo o meno, la nostra vita ciclicamente è sottoposta a cambiamenti che riguardano ogni sfera della nostra vita.
Detta così potrebbe quasi sorprenderci o, addirittura, spaventarci: come mai?
Perché il pensiero del cambiamento, nella maggior parte dei casi, determina una certa diffidenza: ma quanti ne affrontiamo, senza neppure darci troppo peso? O in maniera totalmente positiva, perché sappiamo che è ciò che vogliamo?
In casi come questi, il cambiamento per esempio può permetterci di star bene, forse anche più di prima.
Ma cosa coinvolge il cambiamento?
Cambiamento e autostima
Il cambiamento interessa principalmente noi stessi, nella nostra totalità e complessità. L’aspetto che più entra in gioco quando bisogna affrontare il cambiamento è proprio l’autostima.
Con il termine autostima indichiamo “l’insieme dei giudizi valutativi che l’individuo dà di sé stesso”. (Battistelli, 1994). Essa è fondamentale per l’individuo, perché determina il modo in cui si percepirà: un individuo con un’alta autostima, per esempio, tende a percepirsi come abile, competente e quindi tenderà ad affrontare le situazioni in cui sarà coinvolto con positività e ottimismo.
Chi ha invece una bassa autostima tendenzialmente tende a percepirsi come scarso, non competente: questa consapevolezza fa sì che si ritrovi ad affrontare ogni situazione o sfida con pessimismo.
Da quanto appena detto possiamo dedurre come tale concetto sia fondamentale nel caso del cambiamento, poiché può fare davvero la differenza: chi ha un’alta autostima è sicuramente più propenso ad affrontare il cambiamento e la situazione che da esso deriva.
Inoltre, solitamente chi ha un’alta autostima, è proprio colui che ricerca il cambiamento, probabilmente perché lo vede come una possibile fonte di crescita personale, di arricchimento e soprattutto come una sfida da voler affrontare nel miglior modo possibile.
La confort zone
Chi ha una bassa autostima, invece tende ad essere molto più restio e ad avere più difficolta ad affrontare situazioni nuove o inattese. Poiché questo soggetto preferisce restare nella sua “comfort zone”, ovvero nella sua bolla, al riparo da possibili minacce e fallimenti. Questo “atteggiamento” non può che essere limitante per l’individuo, poiché lo porta a non voler rinnovarsi, ma ad accontentarsi di ciò che è la sua situazione attuale, senza darsi neppure la possibilità di mettersi in gioco seriamente.
Eppure il cambiamento è una vera e propria fonte di arricchimento per l’autostima: se affrontato nel miglior modo possibile, può solo determinare uno sviluppo globale del proprio Sé.
La paura del cambiamento: da cosa si origina?
Ma quindi, se il cambiamento è davvero positivo, tanto da essere una fonte di ricchezza personale, perché è così difficile affrontarlo?
Abbandono di una parte di sé
Una delle prime cause della paura del cambiamento è dettata dal fatto che cambiare significa inevitabilmente abbandonare una parte di sé.
Non c’è nulla di più vero: quando cambiamo, dobbiamo essere disposti a buttarci alle spalle una determinata situazione e ricominciarne una nuova. Tutto questo può essere vissuto con malinconia o con rabbia, soprattutto se la situazione attuale non è negativa: in questo caso, anche se la situazione futura potrebbe essere migliore, tendiamo comunque sempre a guardare ciò che potremmo lasciare dietro di noi o che abbiamo lasciato.
Tutto ciò può dunque non far stare bene un soggetto, poiché questo tenderà ad affrontare il cambiamento e la situazione futura con ansia, negatività e soprattutto con paura.
Bassa autostima
Una seconda causa della paura del cambiamento? Come facilmente deducibile da quanto detto poc’anzi, la presenza di una bassa autostima, accompagnata da una scarsa fiducia in se stessi e dalla paura del fallimento.
Una buona autostima è sicuramente un buon prerequisito per affrontare al meglio il cambiamento: quando essa manca, il cambiamento potrebbe essere fatale per l’individuo, poiché la paura potrebbe davvero paralizzare ogni azione e prendere il sopravvento, non rendendo il soggetto libero di agire e scegliere.
Scarsa auto-efficacia
Una terza causa della paura del cambiamento potrebbe essere l’indecisione, spesso dettata da una scarsa auto-efficacia, intesa come quella percezione che abbiamo di noi stessi, di sapere di essere in grado di fare, sentire, esprimere, essere o divenire qualcosa (Bandura). In questo caso specifico, l’individuo può poter mostrare l’intenzione e la motivazione di affrontare il cambiamento ma, a causa di tale indecisione, potrebbe auto-boicottare la propria opportunità, arrivando a rimandare costantemente la sua decisione.
Ciò può solo danneggiare un soggetto, poiché potrebbe ritrovarsi a vivere una situazione di limbo o, cosa peggiore, una situazione in cui il cambiamento dovrà essere subito, perché inevitabile.
Certezze
Un’ultima causa della paura del cambiamento? Le proprie certezze. Tutto ciò di cui noi siamo convinti, tutto ciò che ci fa stare al “sicuro” in realtà potrebbe solo minare le nostre possibilità.
Questo accade perché tale sistema di certezze si basa sulla nostra esperienza, su ciò che quindi noi abbiamo vissuto, ma soprattutto su quello che noi abbiamo percepito da queste esperienze. Questo non può che rivelarci una grande verità: ovvero che le nostre certezze, spesso, possono essere distorte dal nostro modo di vedere le cose, piè che essere dettate da una visione oggettiva delle situazioni.
Eppure questo sistema tende ad influenzarci, determinando una paura infondata. La causa di tale paura siamo noi stessi, dunque: siamo proprio noi ad ostacolare le opportunità che potrebbero solo migliorarci.
Per questo è necessario cambiare punto di vista.
Modello di transizione di Bridges
Bridges ha parlato del processo di cambiamento personale elaborando un modello che è stato presentato e discusso nel 1980. Secondo tale autore, di fondamentale importanza è la transizione.
Tale termine è utilizzato per indicare il processo presente nella propria mente quando si affronta il cambiamento, che risulta essere costituito da tre fasi, affrontate in base al proprio ritmo personale. Per esempio chi è maggiormente propenso al cambiamento lo affronterà con più velocità rispetto a chi lo è meno.
Vediamo qui di seguito queste fasi.
Il punto di svolta
Si entra in questa fase, quando l’individuo si trova faccia a faccia col cambiamento: essa è caratterizzata frequentemente dalla resistenza perché, appunto, si deve lasciar andare qualcosa che fa parte di noi stessi.
L’individuo può dunque sperimentare spesso rabbia, frustrazione, incertezza, disorientamento, rifiuto: tali sentimenti sono dettati dal fatto che l’individuo è sconvolto dalla fine della sua situazione attuale, poiché deve ancora accettare che qualcosa sta cambiando.
La zona neutra
I sentimenti e gli stati emotivi presenti in questa fase dipendono sicuramente da come l’individuo si sta adattando alla nuova situazione.
In alcuni casi si potrebbe sperimentare risentimento per la nuova situazione, basso morale, scarsa produttività, ansia per il nuovo ruolo e incertezza, a causa dell’adattamento al nuovo e del distacco dal vecchio. In altri casi, invece, si potrebbe sperimentare molta produttività, creatività e rinnovamento, perché l’individuo potrebbe sentirsi motivato per la nuova situazione.
Il nuovo inizio
Questa fase è caratterizzata dall’accettazione della situazione che si sta vivendo.
L’individuo, caratterizzato dall’apertura, dalla motivazione, dall’energia di voler fare nuove cose, in questa fase dunque decide di mettersi in gioco per apprendere nuove competenze e nuovi schemi.
Strategie per affrontare la paura del cambiamento
Quanto detto sin’ora circa il cambiamento, i fattori coinvolti e il modello appena delineato, ci fa capire quanto sia complesso e difficile il processo del cambiamento, soprattutto a livello personale.
Ma è inevitabile affrontarlo.
Come riuscirci al meglio? Come possiamo evitare di farci sopraffare dalla paura?
Ecco alcuni consigli pratici.
Accetta il cambiamento
Potrà sembrare un consiglio scontato, ma in realtà richiede un grande sforzo mentale: il cambiamento deve essere elaborato e infine accettato.
Come riuscirci? Partite dal grande presupposto che, nella vita, ci sono situazioni che non dipendono esclusivamente da voi stessi e da quello che fate: per questo, non c’è altra soluzione se non la loro accettazione.
Ovviamente ciò non significa che occorre adottare un mero atteggiamento passivo o che bisogna subire le situazioni: al contrario, accettare il cambiamento significa prenderne coscienza e agire, di conseguenza.
Guarda il cambiamento con positività
Come visto prima, è naturale avere come prima reazione al cambiamento la resistenza, anche perché spesso il cambiamento è associato alla rottura e all’abbandono.
Ma tutto ciò è davvero funzionale? In realtà no: opporsi ad esso non determinerà alcun beneficio né per voi che per la vostra vita.
A questo punto, meglio prendere ciò che la vita ci offre con positività, o no? Se qualcosa sta cambiando, provate a pensare come, probabilmente la situazione futura, possa essere una fonte di vantaggio e ricchezza per voi.
A tal proposito, provate a chiedervi:
- Cosa nasconde di buono questo cambiamento?
- In che modo potrà migliorare la mia vita?
Dovete solo saper coglierne il meglio!
Il cambiamento d’altronde è nostro amico.
Poiché come dice Pauline R. Kezer “la continuità ci dà le radici, il cambiamento ci regala i rami, lasciando a noi la volontà di estenderli e di farli crescere fino a raggiungere nuove altezze”.
Razionalizza la tua paura
Se siete di fronte ad un cambiamento e vi sentite a dir poco terrorizzati, cercate di razionalizzare il tutto.
Può esser davvero utile farvi prendere dall’angoscia? Sicuramente questa non è la soluzione.
Affrontate ciò che vi fa stare male e che vi crea angoscia, razionalizzando questi vostri sentimenti: pensate che questi sono soltanto il risultato dei vostri schemi mentali.
Elaborate dunque la vostra paura, pensando al fatto che spesso alla base di essa c’è solo il vostro modo di pensare, di comportarvi e di reagire, spesso pessimista.
Scrivi le tue preoccupazioni
Al fine di superare la paura del cambiamento poiché si ha terrore dell’ignoto, provate a riportare su un diario le vostre preoccupazioni.
In questo modo diventeranno maggiormente accessibili alla vostra consapevolezza e ciò non potrà che consentirvi di concentrarvi maggiormente sugli aspetti migliori.
Supera la paura con l’aiuto di un professionista
Quando la paura del cambiamento diventa una vera e propria fobia, ovvero Metathesiofobia, come risulta essere definita in psicologia, è necessario intraprendere un percorso psicoterapico o sedute di psicoterapia breve.
Grazie all’aiuto di un professionista psicologo psicoterapeuta o di un coach psicologo possiamo metterci in discussione, al fine di vincere la nostra sfida, la nostra paura e le risposte fisiche e mentali ad essa associate.
Spetta solo e soltanto a voi, insomma!
Pensateci bene: vale davvero la pena farsi ostacolare dalla propria paura? Ha senso rinunciare a delle possibilità che potrebbero cambiarvi la vita?
Riferimenti
- Bandura A., Autoefficacia: teoria e applicazioni (1997, ed. it. 2000b), Erickson Ed.
- Battistelli P. (1994), “Autostima”, in S. Bonino (a cura di), Dizionario di Psicologia dello Sviluppo, Torino: Einaudi.
- Fisch, R., Weakland, J.H., Segal, L. (1983). Change: le tattiche del cambiamento. La psicoterapia in tempi brevi
- Nardone, G., Watzlawick, P. (2015). L’arte del cambiamento. La soluzione dei problemi psicologici personali e interpersonali in tempi brevi
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