La professione dello psicologo è tutelata?
12 Febbraio 2013Le cose dell’amore: superare la fine di una relazione
19 Febbraio 2013Nell’ultimo articolo abbiamo iniziato una riflessione sulla paura, emozione onnipresente, inevitabile e, quindi, normale delle nostre vite. Abbiamo visto quali sono le paure più profonde, comuni e dolorose e in quanti e quali modi influenzano la nostra vita quando sono negate e non riconosciute (vi invito a leggere La Mente Mafia e i primi passi verso la libertà).
Semplificando, l’approccio alla paura può essere scandito in due fasi.
Indice contenuti
Prima fase
In una prima fase ci rendiamo conto di avere delle paure e scegliamo di iniziare un percorso di risanamento delle nostre ferite. In questo processo, delicato e impegnativo, l’amore e l’accettazione per noi stessi sono fondamentali, così come la compassione per le nostre fragilità e paure e per le difese che inevitabilmente abbiamo eretto a protezione. È necessario del tempo (e spesso un aiuto da persone qualificate) per prendere consapevolezza di quali paure risiedano nel nostro nucleo più profondo e guidino da tempo il nostro agire. Solo grazie alla consapevolezza, alla comprensione e alla compassione possiamo trovare quella fiducia e quello spazio necessari a contenere la vulnerabilità, l’insicurezza e l’imprevedibilità, insiti nell’essere uomini e nello stare al mondo.
Fare esperienza di paura e dolore ci ammorbidisce, ci rende più profondi e interi. Ci dà la misura della nostra complessità e bellezza e fa nascere in noi un profondo rispetto per il cammino che compiamo. Ad un livello ancor più profondo, affrontare e abbracciare le nostre paure ci apre un passaggio verso una profonda connessione con l’esistenza.
Questa prima fase di riflessione e introspezione può richiedere tempi variabili, ed è senz’altro una fase fondamentale del processo, ma non è sufficiente. È necessario che a questa ne segua una seconda: è il momento di fare.
Seconda fase
Entrare a fondo nelle nostre paure (PRIMA FASE) è estremamente importante, ma può, in un primo momento, paralizzarci. Renderci conto di quanto profondi e numerosi siano i nostri timori può, a sua volta, essere terrorizzante e darci la sensazione di essere incapaci di uscirne e di affrontarli. Proprio per questo diventa fondamentale agire, per non farci risucchiare e immobilizzare dalle paure di cui ora siamo consapevoli.
Bisogna, quindi, imparare a “sentire” e conoscere la paura, ma anche sviluppare energia, fiducia e forza. Per fare questo, è necessario includere nella nostra vita un certo livello di rischio, che ci aiuterà ad acquistare sicurezza, fiducia in noi stessi e autostima. Gli ambiti di rischio si differenziano da persona a persona, a seconda delle aree in cui ognuno di noi si sente “bloccato”. Per alcuni potrebbe trattarsi dell’area delle relazioni, per altri della soddisfazione professionale, altri ancora potrebbero sentirsi in difficoltà nell’accogliere tempo libero e divertimento, accanto ai doveri di tutti i giorni. La paura frena, blocca, spegne. Toglie libertà e movimento, ci priva di agilità e iniziativa, coraggio e creatività. Dovunque sentiamo queste sensazioni, è molto probabile che la paura stia agendo da dietro le quinte. Le aree della nostra vita in cui siamo stati “bloccati” dalla paura sono probabilmente anche le aree in cui i nostri desideri di riuscita e realizzazione erano più fervidi e intensi.
Piccoli passi verso il cambiamento…
Dunque, chiediamoci: Cosa posso fare oggi/questa settimana/questo mese per fare un passo verso il mio desiderio? Il rischio che accettiamo deve essere tale da mettere alla prova le nostre paure, ma allo stesso tempo da non lasciare che sensazioni di fallimento e di impotenza ci schiaccino. Se il passo che facciamo verso il nostro desiderio non comporta alcun rischio, probabilmente non stiamo uscendo dalla nostra zona sicura (che gli americani chiamano comfort zone).
Attenzione: per rischio, non si intende un’azione che ci ponga in pericolo. Bensì un’azione che ci costi una qualche fatica emotiva. Un’azione che, per paura appunto, eviteremmo di compiere, pur desiderando compierla.
Paura chiama coraggio. La tentazione potrebbe essere quella di leggere un libro in più, scrivere ancora un po’, rifletterci più a lungo, fare qualche altra seduta di analisi, prima di… ma la verità è che non avremo mai abbastanza esperienza per buttarci con sicurezza. La vita è rischio. E richiede coraggio. Il coraggio non è assenza di paura (quella è incoscienza), bensì essere spaventati a morte e farlo comunque.
Le paure non si eliminano. Si impara ad accettarle e conviverci. Il fatto di conoscerle le rende meno spaventose e più governabili. Smettono di irrompere improvvisamente quando meno ce lo aspettiamo. Impariamo ad avvertire come si manifestano e ci accorgiamo di come e quando tentano di pilotare la nostra mente e prendere il sopravvento. Diventano compagne di strada. Paura e dolore sono dei grandi maestri se impariamo ad averci a che fare.
Tutto quello che desideriamo è dall’altra parte della paura. Qualunque sia il nostro desiderio, dobbiamo iniziare adesso. Non c’è un momento giusto da aspettare, né è necessario avere più esperienza per fare il prossimo passo. Se aspettiamo di sentirci pronti, potremmo aspettare troppo a lungo. L’esperienza è solo una piccola parte dell’equazione, il resto è coraggio, amore per noi stessi e per la vita.
Per fissare un primo appuntamento puoi scrivermi un'e-mail all'indirizzo davide.algeri@gmail.com o contattarmi al numero +39 348 53 08 559.
Se ti è piaciuto questo articolo puoi seguirmi sul mio account personale di Instagram, sulla Pagina Ufficiale Facebook di Psicologia Pratica o nel Gruppo di Psicologia Pratica. © Copyright www.davidealgeri.com. Tutti i diritti riservati. E’ vietata la copia e la pubblicazione, anche parziale, del materiale su altri siti internet e/o su qualunque altro mezzo se non a fronte di esplicita autorizzazione concessa da Davide Algeri e con citazione esplicita della fonte (www.davidealgeri.com). E’ consentita la riproduzione solo parziale su forum, pagine o blog solo se accompagnata da link all’originale della fonte. E’ altresì vietato utilizzare i materiali presenti nel sito per scopi commerciali di qualunque tipo. Legge 633 del 22 Aprile 1941 e successive modifiche.
Richiedi un primo contatto