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L’importante funzione del sonno
Il sonno ci accompagna per circa un terzo della nostra esistenza svolgendo un ruolo importantissimo per il corretto funzionamento del nostro organismo. Tuttavia può capitare, in rari casi, che durante il sonno vengano messi in atto degli agiti violenti.
Possiamo definire il sonno come un complesso fenomeno di natura psicofisiologica che compare ciclicamente nell’arco delle 24 ore. Esso è caratterizzato da una modificazione del livello di coscienza e da una riduzione di molteplici funzioni vegetative quali la frequenza cardiaca e respiratoria, la riduzione della pressione arteriosa e della temperatura corporea e un abbassamento del tono muscolare (Balestrieri, Pascolo e Comi).
In estrema sintesi il sonno ha la funzione di “ricaricare” l’organismo delle energie spese durante lo stato di veglia.
Le caratteristiche del sonno
Il sonno si articola in più stadi che vengono definiti cicli. La distinzione principale che si ha al riguardo è quella fra il sonno REM e il sonno non-REM.
Il primo è associato ad un’intensa attività cerebrale e dalla presenza di sogni vividi. Visivamente è caratterizzato da rapidi movimenti oculari; invece il sonno non-REM occupa la maggior parte del tempo del sonno ed è caratterizzato da un’attività cerebrale ridotta.
Raramente capita che lo stato di veglia, di sonno REM e di sonno non-REM non avvengano in successione, ma si intersechino fra di loro determinando dei comportamenti peculiari chiamati automatismi. Gli automatismi si caratterizzano per la presenza di un’attività motoria anche complessa (come guidare un’auto), ma dalla mancanza di una piena consapevolezza e dall’incapacità di esercitare un controllo su quanto messo in atto. Il tutto si conclude con un’amnesia (totale o parziale) di quanto avvenuto.
Ciò trova una spiegazione nel fatto che la memoria procedurale (nella quale sono conservate tutte le sequenze comportamentali atte a raggiungere uno scopo) è attiva, a differenza della memoria dichiarativa (coinvolta nell’organizzazione e nella rievocazione di dati esperenziali) che ha un accesso alterato. Pertanto un persona, a livello motorio è perfettamente efficiente, ma non lo è sul piano della consapevolezza proprio a causa della difficoltà di accesso alla memoria dichiarativa.
Il fenomeno delle parasonnie
Riprendendo i dati di Guilleminaut, Moscovitch, Yuen e Poyares, si stima che il 2% della popolazione generale abbia episodi violenti durante il sonno.
Questi disturbi del sonno, definiti parasonnie, vengono suddivise in parasonnie della fase REM e non-REM.
Nel gruppo delle parasonnie della fase non-REM troviamo:
- Risvegli confusionali: si caratterizzano per un improvviso e parziale risveglio, da uno stato confusionale e dall’attivazione motoria. Durante l’episodio quindi il soggetto mette in atto un comportamento motorio afinalistico che può diventare aggressivo qualora si tenti di risvegliarlo. Un caso esemplificativo di questo risveglio confusionale è “il caso Faber”: un uomo, Ted Faber, ha investito con la propria auto una ragazza dopo che era stato svegliato improvvisamente da essa mentre si stava riposando, all’interno della propria vettura, sul ciglio della strada. Dopo l’investimento l’uomo ha ripreso a dormire all’interno della propria auto.
- Terrori notturni: si presentano con episodi di urla e comportamento agitato. La persona è visivamente terrorizzata presentando perfino sudorazione e tachicardia. Anche in questo caso, il tentativo di contenere fisicamente la persona, provoca delle reazioni violente sia autodirette (defenestramento) che eterodirette.
- Sonnambulismo: forse il più conosciuto fra le parasonnie grazie al cinema e alla letteratura, è formato da episodi di risveglio confusionale associati ad atti motori più o meno articolati. Come le parasonnie precedenti, un tentativo di contenimento può scatenare comportamenti aggressivi. Nella letteratura scientifica sono riportati casi di omicidio durante lo stato sonnambolico e quello più clamoroso è il “caso Parks”. Il signor Parks, durante un episodio di sonnambulismo ha guidato la propria auto per ben 23 km recandosi all’abitazione dei suoceri dove ha ucciso la suocera.
- Sleepsex: questa è una parasonnia più recente e diversa dalle altre per quanto riguarda gli agiti comportamentali. In pratica è caratterizzata da un’attività sessuale, più o meno articolata, durante il sonno. Al riguardo possono esserci delle denunce di molestie/violenze sessuali nel caso il partner non sia consenziente.
Invece nel gruppo delle parasonnie REM troviamo, oltre agli incubi, le paralisi del sonno e il RBD:
- Paralisi del sonno: come è facile intuire dal nome stesso, la persona si sveglia improvvisamente, ma è incapace di muoversi. In questo stato sperimenta una sensazione di terrore.
- RBD (REM Behavior Disorder): gli episodi possono essere molto diversi fra loro sia per la durata (fino a 20 minuti) che per gli agiti messi in atto. In pratica la persona è come se inscenasse il sogno che sta esperendo in quel momento, mettendo in atto degli agiti congrui con il sogno stesso. La persona può urlare, ridere, parlare o lamentarsi, ma può anche arrivare a mettere in atto delle strategie difensive attaccando il partner che in quel momento viene visto come una presenza minacciosa, proprio perché nel sogno si vede attaccato. La particolarità di questo disturbo quindi sta nella varietà delle attività messe in atto che non sono solo a connotazione negativa, ma che dipendono strettamente dal contenuto onirico.
Maggiormente presenti sono le forme miste, caratterizzate dalla presenza, nello stesso soggetto, di comportamenti parasonnici facenti capo sia alla fase REM che alla non-REM.
Il trattamento delle parasonnie
Ma da un punto di vista giuridico, questi comportamenti violenti correlati al sonno, come vengono trattati?
Per rispondere a questa domanda dobbiamo ritornare alla definizione di parasonnia e al concetto di automatismo. Proprio perché si tratta di fenomeni automatici esulano dalla consapevolezza e dalla capacità di esercitare un controllo su di essi. Per dirlo con le parole di Arboleda-Florez “L’ego risulta come paralizzato”. Proprio per questo, se viene verificata la correlazione fra agito violento e stato di parasonnia (parasonnia non legata però ad altre problematiche quali epilessia o disturbi psichiatrici), il soggetto non è imputabile, e come tale non è nemmeno possibile indagarne la pericolosità sociale.
Per accertare quindi la presenza di parasonnie esiste uno strumento obiettivo e irrinunciabile che è la videopolisonnografia che è in grado di registrare numerosissimi parametri durante lo stato di quiete per elaborare un profilo completo della qualità e quantità del sonno.
Tuttavia, se la persona sa di soffrire di questi disturbi, è tenuta, non solo per senso etico, ma anche per legge, a prendere tutte le precauzioni possibili per tutelare chi gli sta accanto pena il rischio di essere incolpato per dolo.
Tornando ai casi clinici citati in precedenza, sia il caso Faber che il caso Parks si risolsero con il proscioglimento degli imputati perché vennero accertate delle parasonnie.
Scritto dalla Dott.ssa Mara Giani e dalla Dott.ssa Chiara Cicchese
Bibliografia
- Disturbi del sonno in neurologia. Approccio pratico
- Trattamenti comportamentali per i disturbi del sonno. Manuale completo e protocolli terapeutici
- Misurare il sonno. Repertorio delle scale di valutazione dei disturbi del sonno
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