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Vi è mai capitato di sentirvi spenti, apatici, freddi o magari anche indifferenti e impassibili durante una chiacchierata o una passeggiata con qualcuno? Senza voglia di ascoltare nulla, persi tra mille discorsi, fissavate il vuoto o pensavate ad altro. Speravate di andare a casa per fare qualcosa di più piacevole o semplicemente era una di quelle giornate “no” in cui i ricordi tornavano a farsi sentire.
Insomma, era colpa della noia o della tristezza? Chiediamoci innanzitutto cosa sono la noia e la tristezza. Quando possiamo realmente dire di esser annoiati o tristi? Tutti noi crediamo di sapere cosa intendiamo quando parliamo di questi due sentimenti ma molto probabilmente se dovessimo descriverli, riconoscerli o ancor meglio distinguerli, ci troveremmo in seria difficoltà. Tristezza e noia possono infatti sembrare stati d’animo abbastanza simili per il modo in cui ci fanno sentire.
In questo articolo approfondiremo il tema della noia e tristezza, due sentimenti che spesso vengono confusi, generando dubbi e desiderio di fuga. Ci soffermeremo inoltre sulle cause e sulle loro conseguenze, in termini di emozioni e comportamenti, ma soprattutto sulle loro differenze. Continuando a leggere imparerete a capire se è la noia a sovrastarvi o se è la tristezza ad incupirvi.
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Cos’e la noia?
Vi è mai capitato di avere lo sguardo perso per qualche minuto mentre assistevate ad una scena teatrale o vedevate un film? O di pensare a tutt’altro mentre ascoltavate un vostro amico parlare? Con la mente eravate da tutt’altra parte, seppur fisicamente foste li. Come mai? Forse la scena teatrale non vi piaceva o forse l’amico vi parlava di qualcosa che non vi interessava poi così tanto.
In entrambi i casi possiamo affermare che molto probabilmente eravate annoiati da ciò che vi stava accadendo. Cosa significa quindi esser annoiati?
In genere la noia è associata a insoddisfazione, disinteresse o al sentirsi disconnessi da qualcosa o da qualcuno. Puo’ significare provare una sensazione di vuoto misto ad un senso di frustrazione generato dal vuoto stesso, da un riposo inadeguato o dalla mancanza di scelta nelle attività quotidiane.
L’individuo può sperimentare tale stato mentale dunque quando non è sufficientemente stimolato dal suo ambiente. O peggio ancora quando il suo contesto e la sua rete sociale non sono più in grado di rispondere ai suoi bisogni, diventando abitudini che precedentemente risultavano essere accettabili.
Atteggiamenti tipici di chi si annoia
Numerosi sono le ricerche effettuate sulla noia negli ultimi dieci anni.
Uno studio condotto dal professor Goetz dell’Università tedesca di Costanza dimostra che si possono sperimentare 5 tipi di noia.
Nello specifico, una persona è:
- indifferente quando è calma e ritirata nel suo mondo;
- calibrante quando è aperta alla ricerca, non necessariamente attiva, di opzioni per ridurre la noia;
- ricercatore quando è impegnata nella ricerca attiva di vie d’uscita, di attività contro la noia, per esempio lavorando;
- reagente quando è altamente motivata ad allontanare il suo stato di noia, evitandone anche le cause e concentrandosi su specifiche situazioni alternative;
- apatica quando vive una mancanza di sentimenti positivi o negativi e quindi una sensazione di assoluta impotenza.
Diversi comportamenti dunque, che presentano alla base diversi stati d’animo. Mentre nella persona indifferente e calibrante, infatti, sembra esserci il desiderio di fare qualcosa, senza saper esattamente cosa, nel ricercatore il desiderio di tenersi occupati è accompagnato da uno stato d’animo di estrema negatività. Negatività che risulta pericolosa in quello reagente poiché si accompagna spesso alla rabbia e all’aggressività.
Ma cosa puo’ comportare tutto questo?
Conseguenze della noia
Secondo alcuni ricercatori dell’Università di Waterloo, il tempo sembra essere molto più lento quando siamo annoiati. La noia dunque sembra interferire sulla nostra percezione del tempo. Ma non solo.
Come vedremo, la sua mancata accettazione puo’ avere altre ripercussioni sulla nostra vita sociale e interpersonale.
Effetti della noia a breve termine
Alcuni ricercatori hanno rilevato come la noia possa avere un’accezione positiva. Secondo uno studio svolto presso la University of Central Lancashire, la noia sembrerebbe stimolare la nostra creatività poiché risulta essere un segnale psicologico. Questo stato d’animo, che apparentemente può destare perplessità, in realtà ci informa di un nostro bisogno di cambiamento, di nuovi stimoli e obiettivi che può farci ritrovare quell’entusiasmo e quella positività andati persi.
Purtroppo però non siamo tutti in grado di cogliere questo segnale. Chi si annoia di solito tende infatti a riempire il grigiore della sua noia rifugiandosi per esempio nell’utilizzo di dispositivi tecnologici che a lungo andare aumentano l’inquietudine provata prolungando la sensazione di noia. Questo è il motivo per cui oggi più che mai le nuove tecnologie aumentano la sensazione di noia negli adolescenti.
Effetti della noia a lungo termine
Altre ricerche condotte presso l’Università di York hanno rilevato come una noia prolungata nel tempo potrebbe essere legata alla mancanza di connessione con le nostre emozioni e alla difficoltà di riconoscerle e gestirle. Ad una scarsa conoscenza di noi stessi dunque.
Secondo alcuni studi la noia a lungo termine può incidere negativamente sulla vita di un individuo che può rischiare di:
- subire spiacevoli conseguenze fisiche, che spaziano da sgradevoli difficoltà erettili fino alla morte precoce;
- avere forti conseguenze a livello lavorativo, abbandonando per esempio il lavoro o lo studio;
- andar incontro ad abitudini dannose messe in atto con il solo scopo di attutire la noia, come il continuo uso di social-network, videogiochi, l’abuso di sigarette, alcool, hashish o di cibo.
Da quanto detto si evince come sia fondamentale una ri-connessione con il nostro mondo e le nostre emozioni affinché la noia non si prolunghi ulteriormente sfociando in tristezza o nel peggiore dei casi in depressione.
Cos’e’ la tristezza?
Dalla noia alla tristezza è un attimo, quindi? Per capire meglio questo aspetto, innanzitutto chiediamoci cos’è la tristezza e come si manifesta.
La tristezza è quell’emozione che può arrivare a coglierci di sorpresa in un giorno qualunque. Tutti noi abbiamo sentito addosso almeno una volta nella vita le sue diverse sfumature (mi sento triste, sono sempre triste, sono molto triste). A volte può vestirsi di un pessimismo momentaneo che viene a farci visita per ricordarci che siamo vivi. Altre volte è quella sensazione che sembra volerci togliere il respiro e far tornare alla mente i ricordi o i dolori di un tempo ormai andato. I ricordi di una perdita. Il dolore per la mancanza di qualcuno o per il fallimento di un progetto di vita, la paura di restare soli. Un dolore questo probabilmente mai completamente elaborato, poiché allontanato, che torna e ci destabilizza. Altre volte ancora è uno stato d’animo dato da una noia prolungata, apatia che può essere addirittura distruttiva.
Essere tristi dunque può voler dire essere abbattuti perché in passato abbiamo fallito in un rapporto o perché ci manca qualcuno che se ne è andato per sempre. Ma non solo. Essere tristi può voler dire anche non essere riusciti a cogliere dei segnali poiché disconnessi con noi stessi e con le nostre emozioni che evidentemente non riusciamo a riconoscere.
Come smettere di essere tristi dunque?
Effetti della tristezza e depressione
Noia e tristezza dunque ci informano che occorre fermarsi e sintonizzarsi con il proprio mondo interiore. La noia, che in un primo momento ci manda dei segnali, se non ascoltata, inevitabilmente può sfociare in tristezza. La tristezza a sua volta, come abbiamo visto, può essere causata anche da altro e può volerci invitare a capire cosa o chi abbiamo perso e quanto un dolore per una perdita debba essere ancora elaborato. Ed è proprio a questo che dovrebbe servire la tristezza, a dare il giusto spazio ai nostri pensieri e al dolore, affinché non continuino a farci male. Non tutti però riescono a cogliere la sua vera essenza.
Ed è proprio in questi casi che la tristezza può portare il soggetto:
- all’isolamento, restando a letto tutto il giorno per esempio;
- ad un rallentamento nei movimenti;
- al ritiro dalle relazioni sociali (non uscendo con gli amici o addirittura non andando al lavoro);
- al silenzio;
- ad una non richiesta d’aiuto;
- al pianto;
- ad una visione pessimistica della propria vita e della propria persona.
Da quanto detto vediamo quindi come la tristezza o meglio una sua errata lettura può portare a comportamenti di evitamento. Comportamenti questi che non gli consentono di esprimere la propria difficoltà o di chiedere aiuto, ma che finiscono con l’incrementare la nuvola di tristezza. La persona si ritrova così a rimanere concentrata sulle cose che non vanno e a produrre pensieri sempre più catastrofici, a volte arrivando a sperimentare dei veri e propri vissuti di depressione.
Noia, tristezza e depressione: in cosa si differenziano?
Abbiamo visto le differenze di noia e tristezza e come la tristezza può derivare spesso da diverse situazioni irrisolte o alle quali non si riesce a far fronte. Lutti, separazioni, episodi di bullismo, l’abuso sessuale, mentale e fisico, gli attacchi di panico prolungati nel tempo, sono alcuni motivi che possono generare uno stato di forte tristezza. Se questa poi rimane prolungata nel tempo, si può arrivare ad una depressione reattiva (Approfondisci il tema della depressione reattiva).
Non dimentichiamo che anche i fattori biologici, psicologici e sociali giocano un ruolo importante in questa, poiché possono ridurla o al contrario aumentarla.
In merito alla differenza tra la noia e depressione, se non primo caso, possiamo sentirci annoiati tutto il giorno al lavoro, ma poi andare ad una festa di notte per essere nuovamente eccitati, e poi essere ancora annoiati il giorno dopo. Nel caso della depressione questa deve durare per più di 2 settimane continuative a prescindere da ciò che accade.
A questo punto, come combattere la noia e cosa fare quando si è tristi?
Rimedi contro la noia e la tristezza
Se non correttamente interpretate e affrontate dunque noia e tristezza possono avere delle ripercussioni importanti nella nostra vita. Ma come affrontare la noia affinché non si trasformi in altro?
Partendo dal presupposto che non esiste un trattamento medico specifico per la noia. E’ importante però sottolineare come quest’ultima possa essere affrontata a partire da un ascolto più autentico ed empatico di se stessi.
Immunizzati alla noia
Il primo passo da fare è quello di vivere realmente la noia, non cedendo a delle facili distrazioni che possono solo creare danni.
Provate a concedervi cinque minuti di noia al giorno o imparate ad accettare la noia quando viene a trovarvi, non la allontanate e non la riempite con chiunque o con qualsiasi cosa. Gradualmente imparerete a temerla di meno e farete delle interessanti scoperte.
Aumenta la consapevolezza
Provare a capire cosa stai provando. Prova a chiederti: è semplicemente noia o c’e’ dell’altro dietro? Farti questa domanda può aiutarti ad essere più consapevole dei tuoi pensieri, dei sentimenti e ad affrontare le tue paure.
Quando la noia ci parla, noi dobbiamo sempre ascoltarla e cercare capire cosa ci sta dicendo. Forse ci starà chiedendo di dormire a sufficienza o di mangiare correttamente. O ci starà consigliando di provare cose nuove nella nostra vita sociale, lavorativa, nuovi hobby o attività. Azioni queste che possono aiutarci a impegnarci nuovamente nella vita a piccoli passi.
Ritagliati uno spazio di dolore
Quando invece la noia risulta essere prolungata, tanto da diventare tristezza o quando siamo tristi per qualsiasi altro motivo, cosa bisogna fare? Fare i conti con la tristezza, con la perdita e con il dolore che proviamo non è sempre facile. Ammettere a noi stessi e agli altri di essere tristi ancora meno. Ma farlo è doveroso, per permetterci di andare avanti con la piena consapevolezza delle nostre emozioni.
Affrontare la tristezza a piccole dosi per poi abbandonarsi a essa, può essere un buon metodo. Come scrive Saint-Exupéry “Quando ci si abbandona, sia pure alla tristezza, non si soffre più”. Prova a ritagliarti uno spazio e a scrivere ciò che è accaduto oppure una lettera alla persona che ti rende triste. Passare in mezzo al dolore ti aiuterà a uscirne fuori.
Una volta fatto ciò riuscirai a condividere la tua tristezza, e parlarne con qualcuno, ti aiuterà a fare il resto.
Trattenere le emozioni tristi, quindi, contribuisce a farle perdurare. Accettale invece. E’ successo a tutti di essere tristi nella vita, ma ammettere il proprio malessere è la prima cosa da fare se si vuole uscire da questo tunnel. L’accettazione è questo d’altronde: avere un atteggiamento positivo che non significa chinare la testa, ma sapere accogliere i “no” della vita.
Pensa positivo
Focalizzarti sul tuo presente e su ciò che di bello hai. Prova a segnarti quotidianamente quello che ti fa stare bene. Ti aiuterà a ritrovare una nuova luce.
Tristezza e terapia
Ognuno di questi passi, se messi in atto in modo costante, ti aiuterà ad acquisire sempre più consapevolezza dei tuoi pensieri.
E soprattutto ad essere meno triste e più felice. Ma se non riuscissi a farlo?
Magari ti starai chiedendo proprio questo ora. Non avere paura, non tutti riusciamo ad affrontare la tristezza da soli, si sa. In alcuni momenti della vita capita di essere più fragili e di aver bisogno di qualcuno che ci dia una spinta verso la felicità. In questi casi puoi decidere di rivolgerti ad uno specialista, per riuscire a venir fuori dal circolo vizioso di pensieri negativi e tristi e ritrovare finalmente la luce.
Detto questo, la prossima volta che ti sentirai assalito dalla noia o dalla tristezza cosa farai? Continuerai a prendere il cellulare per distrarti o proverete a guardarti dentro per capire cosa c’è che non va?
Prima di rispondere a questa domanda ricordati che il dolore non è debolezza, come molti ci hanno fatto credere. E che un falso sorriso non ti salverà dalla noia o dalla tristezza.
In un mondo in cui tutti ci vogliono perfetti, tu da che parte stai?
Riferimenti
- Borgna, E. “Il tempo e la vita” ed. Mondadori
- Mann, S. & Cadman, R. (2013). Does Being Bored Make Us More Creative? Creativity Research Journal; 26(2): 165-173.
- Eastwood, J.D. et. Al. (2007) A desire for desires: Boredom and its relation to alexithymia. Personality and Individual Differences; 42: 1035-1045.
- Danckert, J.A. & Allman, A.A. (2005). Time flies when you’re having fun: Temporal estimation and the experience of boredom. Brain and Cognition; 59: 236-245.
- Boredom
- Boredom and Depression
- There Are 5 Types Of Boredom. Which Are You Feeling?
- How to Beat Boredom
- Are You Simply Bored Or Is It Depression? Know The Difference
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