Cosa accade quando ci separiamo dal nostro ambiente?
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9 Maggio 2012Nel campo della terapia familiare si sta verificando un crescente spostamento da un’epistemologia basata sui principi cibernetici ad un’epistemologia centrata sull’idea che le relazioni e la costruzione dell’identità emergano attraverso storie prodotte socialmente (Mc Namee, 1998).
Gli scienziati sociali che utilizzano il “metodo interpretativo” (Bruner, Geertz, White), propongono la storia come cornice per organizzare e strutturare l’esperienza vissuta, come mezzo attraverso cui conferire significato all’esperienza vissuta. E’ attraverso le storie che l’esperienza viene interpretata. Le storie permettono alle persone di esaminare il susseguirsi degli eventi attraverso una dimensione temporale; è con esse che possiamo comprendere i cambiamenti avvenuti nella nostra vita, perché sono queste che li determinano. La narrazione struttura l’esperienza umana, è attraverso l’atto di raccontare che si ha l’opportunità di creare una versione differente della nostra vita.
Il modo in cui la storia viene raccontata offre importanti informazioni sulla persona che abbiamo di fronte. Ci sono persone che raccontano le proprie storie in maniera rigida e schematica, ci sono storie che sono povere di particolari e altre ricchissime a tal punto da perdercisi, altre ancora che presentano una molteplicità di vicende che appaiono slegate tra loro.
La Selvini (1975) sostiene che la richiesta di terapia sia l’ultima mossa di un gioco relazionale, che in questo caso non coinvolge solo la famiglia, ma anche il terapeuta e che quindi questo deve sentirsi parte integrante del processo terapeutico e relazionale, ponendosi domande fondamentali come: perché il cliente mi racconta questo? E perché me lo racconta ora?
Anche se le storie vengono raccontate dal cliente, il terapeuta deve sempre ricordare che la sua posizione, (la sua storia personale, la sua formazione teorica, il suo modo di usare criteri selettivi e costruttivi) così come si esprime nel momento dell’interazione terapeutica, è una co-costruzione. Il terapeuta è pertanto responsabile della storia che emerge in terapia, in quanto membro attivo della conversazione.
La terapia diviene quindi un atto creativo attraverso la conversazione di due persone che a partire da una storia (quella del cliente) co-costruiscono una nuova storia che apre nuove possibilità per i clienti.
Approfondimenti
- Mc Namee S., La terapia come costruzione sociale, Franco Angeli, Milano
- Selvini Palazzoli M., Boscolo L., Cecchin G., Prata G. (1975), Paradosso e controparadosso, Feltrinelli, Milano
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