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4 Agosto 2010Ansia e realtà virtuale
4 Agosto 2010Quando si parla di valutazione del rischio stress lavoro correlato, occorre valutare gli indicatori di rischio generico, le manifestazioni comportamentali riconducibili a stress e le risorse individuali e sociali di coping, messe sostenute e messe a disposizione dei lavoratori. Il 16 maggio 2009, sono entrate in vigore le disposizioni relative alla valutazione dello stress lavoro correlato (art. 28, comma 1, del Decreto legislativo 81/2008).
Un contributo importante proviene dal Coordinamento Spisal che ha riunito i servizi Spisal delle Aziende U.L.S.S. 20, 21 e 22 della Regione Veneto, producendo la seguente Proposta di metodo per la valutazione del rischio stress lavoro-correlato.
Dopo aver indicato che “lo scopo della valutazione del rischio stress lavoro correlato è quello di guidare e sostenere datori di lavoro e lavoratori nella riduzione del rischio attraverso l’analisi degli indicatori oggettivi aziendali e l’eventuale rilevazione delle condizioni di stress percepito dai lavoratori”, si propone un metodo di valutazione con “valore di indicazione minima per le aziende, con particolare riferimento alle piccole e medie”.
In particolare il metodo si articola in tre fasi principali.
La prima fase consiste nella valutazione degli indicatori oggettivi di stress al lavoro.
Questa fase prevede la compilazione di una Check List che “identifica la condizione di rischio basso–medio–alto” relativamente a:
- area indicatori aziendali (10 indicatori);
- area contesto del lavoro (6 aree di indicatori);
- area contenuto del lavoro (4 aree di indicatori).
La seconda fase consiste nell’identificazione della condizione di rischio (basso, medio, alto) e nella pianificazione delle azioni di miglioramento.
In particolare per ogni livello di rischio sono indicate le modalità di azione.
- Rischio basso (STRESS<=25%): L’analisi degli indicatori non evidenzia particolari condizioni organizzative che possono determinare la presenza di stress correlato al lavoro, si consiglia di monitorare l’organizzazione ogni due anni (in assenza di cambiamenti organizzativi). Per ogni eventuale condizione identificata in zona di rischio medio, è comunque consigliabile adottare le azioni di miglioramento evidenziate.
- Rischio medio (25%<STRESS<=50%): in cui l’analisi degli indicatori evidenzia la presenza di condizioni organizzative che possono determinare la presenza di stress lavoro correlato, si consiglia di attuare una politica di prevenzione per lo stress al lavoro e di coinvolgere attivamente il medico competente ed i preposti, con un monitoraggio annuale degli indicatori.
- Rischio alto (STRESS>50%): in cui l’analisi degli indicatori evidenzia la presenza di condizioni organizzative che possono determinare la presenza di stress lavoro correlato è necessario effettuare una valutazione della percezione dello stress dei lavoratori, coinvolgendo il medico competente o altre figure specializzate con un monitoraggio delle condizioni di stress e dell’efficacia delle azioni di miglioramento.
La terza – obbligatoria solo in caso di rischio alto – consiste nella valutazione della percezione soggettiva dello stress lavoro correlato, attraverso compilazione di questionari di percezione, analizzati in modo aggregato.
In questa fase si deve scegliere:
- il questionario;
- la modalità di rilevazione che garantisca a tutti i lavoratori l’informazione, la partecipazione e l’anonimato;
- la modalità di analisi dei risultati per aggregazioni di interesse aziendale;
- la pianificazione delle azioni di miglioramento.
Strumenti utilizzati
I questionari soggettivi non hanno la funzione di identificare il soggetto con il problema, ma di consentire la rilevazione anonima delle percezioni dei lavoratori che, aggregate per area/reparto, contribuiscono ad identificare le condizioni su cui intervenire per eliminare, ridurre e gestire la condizione di stress al lavoro”.
I questionari maggiormente riconosciuti ed adottati, sono:
- “JCQ – Job Content Questionnaire (Karasek 1985);
- QUESTIONARIO ISPESL “Le persone ed il lavoro” (Fattorini 2002);
- PSS – Perceived Stress Scale (Cohen et al. 1983) ;
- OSI – Occupational Stress Inventory (Cooper et al. 1988);
- JSQ – Job Stress Questionnaire (Hurrel 1988, NIOSH) ;
- OSQ – Occupational Stress Questionnaire (Elo et al. 1992);
- JSS – Job Stress Survey (Spielberg 1994);
- OCS – Occupational Check up System (Leiter e Maslach, 2005);
- M_DQ10 – Organizational Questionnaire 10 (D’Amato, Majer 2005);
- Benessere organizzativo – Magellano PA (Avallone 2004);
- (Q-Bo) – Test di valutazione del rischio stress lavoro-correlato nella prospettiva del benessere organizzativo (De Carlo 2008)”.
Riguardo alle misure di prevenzione il documento indica che “la prevenzione, l’eliminazione o la riduzione dei problemi di stress lavoro correlato può comportare l’adozione di misure che possono essere collettive, individuali o di entrambi i tipi ed introdotte sottoforma di specifiche misure mirate a fattori di stress individuati”.
E gli interventi per la riduzione dei rischi, programmati con la valutazione degli indicatori oggettivi, si integrano quindi con le misure derivanti dalla valutazione degli indicatori soggettivi.
FONTE : ASL20 – Verona
Davide Algeri
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