Gli indicatori di abuso
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22 Febbraio 2012La figura riportata illustra tale evoluzione dove le aree giallo, verde, arancione rappresentano le aree di immaturità cerebrale particolarmente presenti nei primi anni di vita che vanno via via riducendosi col progredire dell’età fino a raggiungere la completa maturazione, rappresentate dal colore blu-viola dopo i 20 anni. Fonte: |
A partire dalla nascita, il cervello comincia la sua maturazione acquisendo gli stimoli dal mondo esterno e completa tale processo tra i 20 e i 21 anni con importanti differenze a livello individuale. Durante questo arco temporale le cellule del cervello sono particolarmente sensibili agli stimoli ambientali ed alle sostanze che vengono introdotte nell’organismo, in particolare ad alcol e droghe.
Le sostanze stupefacenti psicoattive, sono infatti in grado di esercitare un’azione stimolante sul sistema nervoso centrale, andando ad alterare l’attività mentale e anche in piccole dosi, rischiano di interferire con la normale maturazione delle cellule del cervello.
L’azione della cocaina, ad esempio, è evidente già dopo dieci giorni di assunzione e si possono rilevare ampie aree cerebrali danneggiate ed inattive anche dall’utilizzo della sostanza per brevi periodi.
Molti ragazzi iniziano ad usare nell’età dell’adolescenza droghe, spesso associate ad alcol, esponendo se stessi ad una violenza neurologica e psicologica di cui ignorano la gravità. Il cervello di un ragazzo in piena maturazione, infatti, se bombardato con sostanze in grado di sovrastimolare ed intossicare le cellule nervose in evoluzione (e quindi particolarmente sensibili), inevitabilmente andrà incontro ad uno sviluppo fisiologico, che risulterà deviato dalla sua naturale evoluzione.
L’assunzione continua nel tempo di vari tipi di droghe, può provocare in questo senso dei danni che scardinano importanti e delicati sistemi neuropsicologici, creando oltre a danni fisici, anche il persistere di percezioni alterate del proprio modo di essere e del mondo esterno. Queste percezioni vengono memorizzate dall’individuo creando una distorsione cognitiva che può permanere per molto tempo, se non per tutta la vita, condizionando il modo di “sentire”, di “volere” e quindi il comportamento di un individuo.
Una volta provata una droga, può essere difficile prevedere o controllare se e in che modo se ne farà utilizzo.
Per questi motivi, diventa fondamentale pensare a degli interventi di prevenzione volti ad individuare le fasce sociali a rischio e quei ragazzi che vivono in contesti ambientali vulnerabili, in cui l’emarginazione e la precarietà rappresentano fattori determinanti per favorire scelte di vita dannose per la salute psicofisica.
Scritto da Cristina Maria Bianchi
Bibliografia:
- Neuroscienze e dipendenze
- Toga AW, Thompson PM, Sowell ER. Mapping brain maturation. Trends Neurosci. 2006 Mar;29(3):148-59. Epub 2006 Feb 10. Review
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