Test: valori e bisogni
4 Agosto 2010Il faticoso, ma possibile, cammino del cambiamento
4 Agosto 2010Un pensiero pregno di impotenza e rassegnazione, prima o poi, transita nella mente di chiunque, ma è noto che in molti individui può essere costantemente presente.
In molte circostanze quando soffriamo, quando “disfunzioniamo”, quando il nostro modo di essere e di fare risulta sconveniente e negativo per noi e per gli altri, si accende il desiderio/esigenza di cambiare.
Cos’è il cambiamento e come si fa ad ottenerlo?
Sembrerà semplicistico, ma per cambiare è necessario operare la stessa manovra eseguita per crearci il problema/disagio che lamentiamo avvalendoci però di obiettività onesta e scrupolosa oltre ad una certa conoscenza.
Cosa è opportuno portare con noi?
- Un atteggiamento mentale umile, onesto e propositivo;
- una buona dose di critica ed autocritica;
- il criterio di logica e di consequenzialità;
- il prezioso tridente (vedi gli articoli precedenti sul funzionamento mentale).
Uno strumento estremamente semplice che ci consente di rappresentare graficamente il problema che intendiamo affrontare ed i passaggi opportuni per procedere è l’ABC.
In dettaglio:
- A sta per Achieving ovvero gli eventi attivanti;
- B sta per Belief System, ovvero il sistema di convinzioni e credenze;
- C sta per Consequences, ovvero le conseguenze emotive e comportamentali.
Semplificando:
A | B | C |
(evento) | (pensieri e credenze) | (emozione) |
——————– ——————– ——————– |
——————– ——————– ——————– |
——————– ——————– ——————– |
- Nella prima colonna descriveremo l’evento che scatena o ha scatenato il nostro disagio;
- Nella seconda, i pensieri automatico che facciamo circa l’evento A;
- Nella terza descriveremo la/e emozione/i negativa/e che proviamo ovvero ciò che chiamiamo il problema: di ansia, di colpa, di depressione o di rabbia.
Generalmente gli esseri umani elaborano nel seguente modo: sto male (C) perché mi è accaduto A – es: sono furibonda/o (C), perché mi hanno distrutto l’automobile (A) appena ritirata dall’autosalone;
Detta attribuzione automatizzata di responsabilità a qualcosa, o a qualcuno del disagio che proviamo, avviene senza che ce ne rendiamo conto e per di più rafforzata dai commenti (credenza comune) degli altri che confermano la consequenzialità dell’accaduto e che riconoscono e condividono l’inevitabilità del disagio, ma ciò è un falso perché le cose non stanno così.
Se ciò fosse vero, se la nostra sofferenza fosse dovuta agli eventi spiacevoli che ci capitano allora significherebbe che gli eventi hanno il potere di farci stare male o bene e questo è improbabile! Prendiamo l’evento “macchina incidentata” al quale la persona dell’esempio attribuisce la colpa del suo star male, immaginiamo di trainarla dal carrozziere per fare la riparazione ed immaginiamo che questi proprio in quel momento non aveva lavoro da svolgere e che alla vista del lavoro in arrivo intimamente gioisca e ringrazi la Divina provvidenza allora, l’evento “macchina incidentata” è un evento buono o un evento cattivo? È la manna dal cielo del carrozziere o la disgrazia dell’automobilista? Ovviamente ne l’uno ne l’altro, ma semplicemente un’auto non in grado di circolare a causa di una serie di danni riportati. Ma allora se le nostre emozioni negative (ansia, colpa, depressione, rabbia) non sono dovute a ciò che accade, a cosa sono dovute?
Osservando l’ABC si nota che nel pensiero spontaneo viene trascurata la zona B, ovvero la zona dei nostri pensieri automatici sull’evento. E’ proprio il nostro modo di pensare circa l’evento (B) che determina le nostre reazioni emotive e comportamentali. Siamo noi e solo noi che con il nostro modo di pensare determineremo il nostro star bene ed il nostro star male. Scopriamo il nostro personale potere di cambiare!
Elisabetta Vellone
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