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Inevitabilmente ció che si segue con passione genera una gratificazione di noi stessi e un riconoscimento da parte degli altri che si traduce in visibilità e successo. Il successo raggiunto, supportato dalla passione, innesca nella maggior parte dei casi un circolo virtuoso, dove più si fa, più si ottengono gratificazioni e successo.
A volte però, accade il contrario, ovvero si crea un’aspettativa di successo che deve essere confermata nel tempo e predomina l’imperativo “poiché ho raggiunto quel determinato livello, non posso più permettermi di tornare indietro”.
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Dal piacere al dovere
E’ così che il piacere si trasforma in un obbligo, portando la persona a doversi dare da fare per mantenere alto il proprio valore e generando inconsapevolmente il passaggio “dal piacere al dovere”.
E’ in questi casi che si innesca il paradosso del sii spontaneo, dove ciò che prima veniva svolto senza pensarci ora viene esercitato in modo volontario, con l’obiettivo di mantenere lo standard raggiunto e creando quello che mi piace definire come il “paradosso del piacere“, ovvero cercare ad ogni costo di ottenere un risultato mantenendo al tempo stesso il piacere.
Cosa accade di preciso?
In questi casi, la persona convinta che sia ancora il piacere a fornire la motivazione a fare, finisce col saturarsi e col provare una sensazione opposta, ovvero di disgusto per quello che fa. Inizia così a pensare che forse dovrà impegnarsi ancora di più per riacquistare il piacere andato perso, ma così facendo genera un circolo vizioso dove il piacere si estingue e viene sostituito, appunto, dal rifiuto.
Un esempio classico è quello delle relazioni, dove spesso accade che si arriva a provare fastidio nello stare con il partner. In questi casi il senso comune ci spinge ad aumentare il tempo che si passa insieme, sperando che il piacere torni, quando in realtà accade il contrario, ovvero più ci si avvicina, più aumenta la voglia di allontanarsi.
Come riprendersi il piacere
Se ci fermiamo un attimo a riflettere ci accorgeremo, che forse il piacere verso quella determinata attività, che inizialmente era molto forte, ora non esiste più e che appunto, ciò che stiamo facendo per recuperarlo, in realtà ci spinge nella direzione opposta. In questi casi una strategia efficace, che ho avuto modo di testare nei miei interventi di coaching con imprenditori e manager, consiste nel fare in modo di ricreare il desiderio, ovvero di ridurre la quantità, puntando ad aumentare la qualità.
Quindi ad esempio, provate a ridurre il tempo da dedicare a quella determinata attività che vi genera fastidio, cercando di aumentare lo spazio di attesa. Creare degli spazi vuoti vi aiuterà a riappropriarvi di qualcosa che è andato perso, ovvero della vostra passione e di conseguenza delle sensazioni piacevoli connesse all’attività stessa.
Questa strategia, oltre ad interrompere la “tentata soluzione” ridondante del dovere a tutti costi procurarsi piacere, vi aiuterà a far rinascere nuovamente il desiderio “sopito”, riscoprendo come diceva Gotthold Ephraim Lessing, che “l’attesa del piacere è essa stessa un piacere”.
Provate e fatemi sapere come è andata lasciando un commento nello spazio qui sotto.
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