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Fintanto che la ricerca rimane circoscritta ad un ambito puramente materiale, ciò che ne consegue è una sorta di inappagamento che viene qualora compensato con un nuovo oggetto del desiderio. Quando però si parla di sentimenti, o più precisamente di amore (quello con la A maiuscola s’intende…), ecco che entra senza bussare lo psicodramma!
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La ricerca della persona giusta
Avendo l’amore un significato strettamente personale e non classificabile secondo determinate caratteristiche, c’è anche chi, dopo varie esperienze andate storte o tentativi bislacchi per convincersi di averlo trovato, si prodiga a Seneca della situazione sciabolando frasi quali ”l’amore non esiste” o l’intramontabile “non ho trovato quella/o giusta/o” (la vera domanda sarebbe: ma lo sai cercare?!).
Allora chi per natura è un po’ più pigro o meno tenace corre immediatamente ai ripari consultando il ricettario di nonna papera contenente ingredienti e dosi esatte per trovare la persona giusta. Che sulla carta è un ottimo metodo per andare “a botta sicura” sennonché non tiene conto dell’effetto valanga generato da aspettative del tutto irreali a cui fa poi seguito, inesorabilmente, una delusione direttamente proporzionale.
L’ideale di persona esatta è quella che, a priori, si pensa garantirà costantemente amore e felicità senza mai deludere le nostre aspettative e in grado di compensare le nostre mancanze. In poche parole quella persona che, giunta di fronte a noi, non ci farà mai mettere in gioco e in più ci lascerà adagiati nella nostra zona di comfort.
Il nesso della questione sta proprio qui: che prezzo si è disposti a pagare pur di dar retta alle proprie insicurezze aggrappandosi ad un ideale che non metterebbe mai in discussione le nostre certezze? Forse non sarebbe prima il caso di provare ad accettare una realtà alternativa? E poi, più che chiedersi “perché non trovo la persona giusta?” perché non provare con “perché cerco la persona giusta e non la persona migliore?”.
Meglio la persona ideale o l’ideale di persona?
Tale ricerca rischia di assumere una connotazione un po’ immatura: come il bambino che gioca col papà solo se sa di vincere e qualora ciò non dovesse accadere, farà la vittima e additerà il genitore come carnefice. Anche perché la quotidianità ci presenta ciclicamente la persona ideale (quella che: ”quella lì me la sposerei..”), che sembrerebbe avvicinarsi all’ideale di persona, ma con una sottile differenza.
La prima è reale, materiale. La seconda ce la siamo inventati di sana pianta. La persona ideale potrà anche rimanere tale per tutto il periodo dell’infatuazione (qualora questo ci sia), ma col passare del tempo comincerà a sbobinarci tutte quelle piccole incongruenze rispetto all’ideale che ERA.
Alla ricerca di una soluzione definitiva
Beh, se non siamo disposti ad accettare tali deviazioni di percorso possiamo sempre ricominciare la ricerca, non ce lo vieta nessuno, a patto di tenere presente che si sta innescando un loop infinito (…e a patto di non stressare l’anima agli astanti).
Un’altra soluzione potrebbe essere quella di frequentare persone il cui stile di vita non prevede tali complicanze: gli adolescenti. Certo è che, se siete più vicini agli “enta” che agli “enti”, ci saranno certamente impedimenti di natura legale.
Se il lettore è giunto fino a qui, non sta leggendo questo articolo per caso e si sta ponendo la domanda (forse già da mesi): ”Si ok… ma allora che fare?”. Beh, la domanda è mal posta in quanto la risposta è soggettiva: non esiste un metodo universale che garantisca un risultato standard e l’unica risposta valida è di carattere empirico, quindi assimilata da ogni persona in maniera completamente differente.
Pertanto, la ricerca della persona giusta si rifà, prima di tutto, alla ricerca di se stessi, la quale deve portare a mettere in luce quali sono i timori o le esigenze che noi tutti abbiamo e a cui spesso non siamo disposti a rinunciare, e infine l’accettazione di queste.
Scritto da Simone Lombardo
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