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Davide Algeri
La Terapia Breve Strategica viene applicata a tutte quelle tipologie di problemi, personali o relazionali, che seppur non provocano una sofferenza invalidante, non permettono di vivere il quotidiano nel modo desiderato. Per saperne di più abbiamo intervistato il dottor Davide Algeri.
Di Valentina Aversano
Il dottor Davide Algeri è psicologo e psicoterapeuta specializzato in Psicoterapia Breve Strategica presso il Centro di Terapia Strategica di Arezzo sotto la supervisione diretta del professor Giorgio Nardone. Opera a Milano occupandosi di problematiche dell’adulto, della coppia, degli adolescenti e della terza età. Lo abbiamo intervistato sull’approccio strategico: vediamo quali sono gli elementi innovativi e a chi si rivolge questa terapia.
Indice contenuti
Quali sono le caratteristiche della Terapia Breve Strategica? In che modo rappresenta un’innovazione nel campo della psicoterapia?
La Terapia Strategica è un intervento terapeutico che mira alla ristrutturazione dei modi attraverso i quali ognuno costruisce la realtà che poi subisce, mediante il principio dell’imparare facendo (learning by doing). Per far ciò si serve di stratagemmi e tecniche di intervento, dirette o indirette, che permettono alla persona di sperimentare concretamente ed emozionalmente nuovi punti di vista, passando così da una posizione iniziale, rigida e disfunzionale, ad una flessibile e con maggiori possibilità di scelta.
Si inizia a sentir parlare del modello di Terapia Breve nella Scuola di Palo Alto (Bateson, Jackson, Watzlawick, Weakland) e con il gruppo del Mental Research Institute che, intorno agli anni ’70, presentò i risultati del progetto Brief Therapy Center. Successivamente, intorno agli anni ‘80, il modello è stato implementato e trasformato in una forma più evoluta, grazie alla collaborazione tra Paul Watzlawick e Giorgio Nardone, in Italia, fino ad oggi, in cui la terapia breve strategica si è dimostrata efficace nella cura di differenti patologie psicologiche e comportamentali. In generale, l’approccio strategico breve, ha apportato diverse innovazioni nel campo della psicoterapia, riuscendo a ridefinire l’intervento terapeutico come un qualcosa di rapido e al tempo stesso efficace, e dimostrandosi da un lato adeguato al cambiamento della società, e dall’altro adatto a risolvere in un tempo abbastanza breve anche problemi persistenti. Nello specifico questo tipo di psicoterapia può definirsi innovativa su più fronti.
Il primo elemento innovativo consiste nel focus della terapia che, in questo caso, è orientato a capire “come” funziona e si mantiene un problema, piuttosto che a svelarne le cause originarie (perché esiste). L’obiettivo è quello di rompere il circolo vizioso che, all’interno di un problema, si viene a creare nel rapporto con se stessi, con gli altri e con il mondo. Il secondo elemento innovativo consiste nell’utilizzo di protocolli specifici di trattamento, sperimentati dal Prof. Giorgio Nardone, presso il centro di Terapia Breve Strategica di Arezzo, attraverso i quali è stato dimostrato che è possibile risolvere, in modo efficace e in tempi brevi, complicati problemi.
Un terzo elemento innovativo è dato dalla brevità del trattamento (in media circa 10 sedute), che risulta al tempo stesso efficace. Per far sì che ciò avvenga, ci si serve di prescrizioni che devono saper essere comunicate in un determinato modo, per produrre risultati concreti già dalle prime sedute, e che devono essere modulate in base agli effetti e alle peculiarità presentate dal problema della persona, per guidarla verso il cambiamento desiderato.
A chi si rivolge l’approccio strategico e per quali problematiche è più indicato?
L’intervento strategico è adatto per tutte quelle tipologie di problemi che si trovano in una fase iniziale (ad esempio nei casi in cui una fobia, un disturbo alimentare o sessuale, non si sono ancora strutturati), ma anche per i disturbi psicologici già cronicizzati e fortemente invalidanti che impediscono di vivere la vita come si vorrebbe. È il caso dei disturbi fobici, ossessivi, compulsivi, dei disordini alimentari (anoressia, bulimia, binge-eating, sindrome da vomito), delle problematiche sessuali e delle nuove tipologie di problemi, che sempre più stanno emergendo, legate all’utilizzo di internet e delle nuove tecnologie. La terapia strategica si è dimostrata inoltre adatta per problemi di relazione e comunicazione nelle coppie, nella relazione genitori/figli e nelle difficoltà a livello interpersonale. Esiste comunque una vasta bibliografia in merito.
Quali sono i vantaggi della Terapia Breve Strategica?
Tra i vantaggi della terapia, come già accennato, rientrano il numero elevato di protocolli costruiti ad hoc, l’elevata efficacia del trattamento in tempi brevi e lo stato di benessere che permane nel tempo anche dopo la fine del percorso. Questo grazie agli incontri di follow-up che avvengono a distanza di tre mesi, sei mesi e un anno dalla conclusione della terapia, al fine di monitorare il mantenimento dello stato di benessere nel tempo. Un altro vantaggio importante consiste nel fatto che, attraverso questa terapia, la persona acquisisce degli strumenti concreti e scopre delle risorse che prima non possedeva o che pensava di non avere, utili per fronteggiare in maniera efficace la sua problematica e più in generale le difficoltà della vita.
Come fare a capire qual è l’intervento terapeutico migliore per i nostri problemi? Quando rivolgersi proprio a uno specialista in Terapia Breve Strategica?
A mio avviso non esistono interventi migliori o peggiori, ma “buoni” o “cattivi” terapeuti, dove sicuramente il buon esito della terapia dipende dall’alleanza e dalla fiducia che si viene a creare tra terapeuta e paziente. Ritengo inoltre importante sottolineare che chi è portatore di un disagio dovrebbe valutare, per somme linee, il suo modo personale di intendere la risoluzione dei problemi; la terapia strategica, ad esempio si orienta principalmente sul presente e non sul passato, come avviene, invece, in altri tipi di terapia. Quindi difficilmente si cercherà di scavare nel passato, alla ricerca dei vissuti che possono aver generato un problema, in quanto “il passato è passato e non si può cambiare”. Ciò che è possibile fare, piuttosto, è lavorare sul presente per cambiare il futuro.
È utile rivolgersi ad uno specialista in Terapia Breve Strategica quando non si è più in grado di gestire la propria vita come si vorrebbe, ovvero in tutti quei casi in cui si vuole cambiare, ma non si è in grado di farlo, perché non si hanno gli strumenti o le risorse necessarie per farlo; quando vi sono dei blocchi che impediscono di vivere serenamente e di avere il pieno controllo di se stessi; quando ci si trova ad evitare di continuo le stesse situazioni o non si può fare a meno di chiedere aiuto per affrontarle; nelle situazioni di stress, di blocco decisionale, di ansia, di disagio, di sofferenza e in tutte quelle situazioni in cui ci si rende conto che gli sforzi compiuti nella direzione del cambiamento sono serviti a mantenere la situazione immutata.
In che modo l’approccio strategico può aiutare la nostra crescita personale?
Come già in parte anticipato, l’intervento strategico aiuta a ristrutturare la modalità con cui si percepisce la realtà problematica, permettendo di vivere un’esperienza emozionale-correttiva che va a modificare il sistema percettivo-reattivo, ovvero il sistema di percezione della realtà e di reazione ad essa. A partire dall’esperienza emotiva, la persona riceve un feedback inaspettato e positivo all’interno della proprie realtà, giungendo a sperimentare una sensazione di ben-essere, che aveva perso da tempo o che non aveva mai provato, e una fiducia in se stessa e nel cambiamento, che va consolidandosi sempre più all’interno della terapia. È importante però, che questa nuova “visione”, oltre ad essere sperimentata, sia consolidata nel tempo, affinché possa generarsi un “circolo virtuoso” che porti al raggiungimento di un nuovo equilibrio più funzionale al proprio benessere psico-fisico.
Fonte: Crescita Personale
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