Come superare il trauma
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Training autogeno per i bambini
Il training autogeno è un metodo che generalmente viene utilizzato con gli adulti con l’obiettivo di insegnare loro a gestire e utilizzare alcune procedure per il raggiungimento del benessere psicofisico.
Tuttavia, il raggiungimento di uno stato di rilassamento può essere l’obiettivo anche del lavoro con i più piccoli.
Il training autogeno tradizionale può essere insegnato a partire dai 10-12 anni in su, ma con i bambini molto piccoli esso può essere applicato come un gioco di fantasia, adottando le tecniche immaginative proprie della “terapia della suggestione” e le narrazioni della fiaboterapia oppure attraverso giochi di rilassamento.
In quali casi utilizzare la fiaboterapia come training autogeno
Nel primo caso, ossia nel racconto di fiabe, l’obiettivo è quello di favorire benessere e tranquillità. Per questo può essere utilizzato in una molteplicità di casi: difficoltà di concentrazione, sfiducia di sé e bassa autostima, nervosismo, ansia, difficoltà a socializzare o apprendere, disturbi comportamentali che si manifestano attraverso balbuzie o pipì a letto o anche solo qualche brutto voto a scuola.
Un esempio. I bambini, sdraiati supini a terra con gli occhi chiusi in uno stato di veglia tranquilla, vengono invitati a cantare la sillaba OM che li conduce ad uno stato di rilassamento. Il conduttore, a questo punto, inizia a raccontare la favola che i bambini sono intenti ad ascoltare e che evoca in loro immagini differenti. Ad esempio, possono immaginare di trovarsi al mare, in un prato, o nei posti che hanno già visitato e dove vanno volentieri magari durante le vacanze.
“…provate a mettere le mani sulla pancia e sentite il respiro che entra ed esce, dentroe fuori, avanti e indietro.Sentite il monte e la Valle del Respiro dentro voi stessi complòetamente calmi, sciolti e rilassati; respirate avanti e indietro. Mormorate sottovoce un OM-OM-OM che si dilata e restringe e inprovvisamente l’OM diventa forte, su e giù, chiaro e scuro, in basso e in alto, una specia di sirena; respirate, nell’aria risuona un sospiro, piano, forte, cristallino…”
E’ importante però che queste storie abbiano una conclusione o comunque degli elementi che permettano ai bambini di ristabilire l’armonia interiore. Questo è fondamentale per diversi aspetti che potrebbero sfuggire all’attenzione del condutore: innanzitutto, bisogna tenere in considerazione eventuali traumi del bambino che possano aver scatenato le sue difficoltà; in questo caso sarebbe necessario evitare di raccontare al bambino storie su quell’argomento andando così a colludere con le esperienze traumatiche represse; in secondo luogo, è importante che il bambino non si senta mai addidato ossia che riconosca, nella favola, sé stesso e le sue difficoltà.
In quali casi utilizzare il rilassamento
Nel secondo caso, ossia nei giochi di rilassamento, farò riferimento alla fascia di età 5-12 anni anche se essi possono essere usati anche da adolescenti e adulti in diverse situazioni. Tali giochi hanno una durata che varia tra i 3 e i 7 minuti e andrebbero effettuati ogni giorno per una durata di massimo 20 minuti (a seconda anche della personalità del bambino e delle sue difficoltà). Anche in questo caso, l’obiettivo principale consiste nel raggiungimento di uno stato di rilassamento, che, a sua volta permette il raggiungimento di obiettivi più specifici: diminuzione dello stress muscolare e mentale; miglioramento della qualità dell’ascolto e della ricettività; aumento della capacità di concentrazione; sviluppo della lateralità che fornisce riferimenti spaziali fondamentali nella lettura e scrittura e così via.
Esempio di gioco. La sedia a dondolo: l’obiettivo è quello di condurre il bambino ad uno stato di calma attraverso dei movimenti oscillatori. In questo gioco, il bambino si dondola mimando il movimento di una sedia a dondolo e imitando il sonno. Nella pratica, il conduttore propone il gioco e inizia a spiegarlo invitando i bambini ad ascoltare e guardare: solo successivamente il gioco verrà fatto da tutti i componenti del gruppo. Si spiega al bambino che egli stesso diventa una sedia a dondolo o che deve oscillare il corpo proprio come si fa quando si dondola. Ad un certo punto, quando il bambino lo ritiene opportuno, deve fare come se cominciasse ad addormentarsi e deve quindi smettere di oscillare. Quando il conduttore avrà la certezza che il bimbo sembri proprio dormire, allora la sua mano diventerà una farfalla che andrà a posarsi sulla spalla del bambino per svegliarlo. A questo punto inizia il gioco!
Approfondimenti
- “Le fiabe che rilassano”, Gisela Eberlein 2001- Red Editore
- “40 giochi di rilassamento per bambini da 5 a 12 anni”, Micheline Nadeau 2001 – Editore “Il punto d’incontro”
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