Un fumetto contro l’abusivismo
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5 Aprile 2012La gravidanza è il processo attraverso il quale la donna porta alla nascita il proprio figlio; non tutti, però, sanno che, mentre il corpo è impegnato nella gestazione fisica del feto, nella mente della futura madre iniziano a prendere forma diverse fantasie circa il proprio nuovo ruolo e sul proprio bambino. Accanto allo sviluppo del feto, infatti, è possibile rintracciare altre due forme di gravidanza, che si concentrano rispettivamente sull’assetto psichico che si orienta verso la maternità e sul bambino immaginario che prende forma nella mente della madre (Stern, 1998).
Le fantasie circa il proprio bambino non sono casuali e disorganizzate, ma sembrano seguire un iter comune, tipico delle mamme in attesa. La prima caratteristica interessante è relativa a come le fantasie iniziano a svilupparsi solitamente solo a partire dalla dodicesima settimana, cioè quando le donne sono sicure di riuscire a portare a termine la gravidanza: prima di questo periodo, infatti, la mamme non si lasciano andare a pensieri troppo specifici sul proprio figlio, quasi a proteggersi da un’eventuale sofferenza in caso di perdita del bambino. A partire dal terzo mese, però, iniziano a svilupparsi fantasie sempre più dettagliate e specifiche, sia rispetto alle caratteristiche fisiche che ai tratti di personalità che il bambino potrebbe avere. Le fantasie subiscono un grande impulso soprattutto grazie a esperienze che permettono di vedere, per la prima volta, il proprio bambino: tra queste, l’ecografia merita una particolare attenzione (Righetti, 2003).
Missonnier (1999) evidenzia come l’ecografia possa essere un vero e proprio rituale di iniziazione alla genitorialità, che permette di accedere alla relazione precoce tra i genitori e il figlio: i genitori iniziano a pensare al feto come al “proprio bambino” e ad immaginare se stessi nei ruoli di madre e di padre. In particolar modo, è per il padre che l’ecografia può diventare uno strumento fondamentale per instaurare una prima relazione con il proprio figlio: a differenza della donna, infatti, l’uomo non è coinvolto direttamente nei cambiamenti fisici della gravidanza, e il contatto con il bambino è necessariamente mediato dal corpo della madre; con l’ecografia, invece, il padre può iniziare a percepire il proprio figlio in modo più concreto e tangibile, riducendo il senso di esclusione nella relazione con la partner (Draper, 2002).
Dalla fine del terzo mese, dunque, le fantasie circa il proprio bambino si arricchiscono di particolari e minuziosi dettagli, dando vita a un vero e proprio bambino immaginario con cui la mamma si relaziona. Tra l’ottavo e il nono mese, però, succede qualcosa di estremamente interessante: l’immagine che la mamma si era costruita del suo bambino comincia a dissolversi. Questo cambiamento nell’atteggiamento mentale della madre è strettamente connesso al fatto che, al momento della nascita, vi sarà l’incontro tra il bambino reale e quello immaginato per tanti mesi: la nostra mente, per proteggerci da una delusione troppo marcata, affievolisce l’immagine del bambino a lungo pensata, in modo che non vi sia una differenza troppo marcata. Inoltre, l’immagine mentale del bambino è bloccata dalle paure relative al parto e alla salute del proprio bimbo, tipiche di questa fase. Esiste, infatti, un’ampia gamma di paure, normali e fisiologiche, che caratterizzano quasi tutte le future mamme, come ad esempio la paura di partorire il bambino morto, di mettere al mondo un bambino deforme o di non riuscire a sopportare i dolori del parto. Spesso queste fantasie sono sperimentate anche a livello onirico, tantè che molte donne agli ultimi mesi di gravidanza riferiscono di fare sogni paurosi che, spesso, le gettano nell’ansia. È bene ricordare che tutti questi processi sono molto comuni e sembrano far parte dell’intero processo della gravidanza; anzi, è addirittura funzionale cimentarsi con queste fantasie e paure, ovviamente in maniera moderata: anche se non potrà mai preparare la futura mamma al peggio, esso può essere un momento importante della preparazione a tutte le possibilità nel mondo della maternità.
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Bibliografia
- Draper J., (2002) “It’s the first scientific evidence: men’s experience of pregnancy confirmation” – Journal of Advanced Nursing, vol. 39 (6), 563-570.
- Missonnier S., (1999) “L’échographie obstétricale: un rituel séculier d’initiation à la parentalité?” in Soulé M., (1999) “Ecoute voir… l’échographie de la grossesse. Les enjoeux de la relation” – Editions Erés, Ramonville, France.
- Righetti P.L., (2003) “Elementi di psicologia prenatale”, Edizioni Magi, Roma.
- Stern D. N., (1998) “Nascita di una madre”, Oscar Saggi Mondadori.
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