L’autismo e la riabilitazione in acqua
8 Novembre 2013Razionale vs Emotivo
19 Novembre 2013Indice contenuti
Premessa
Oggi giorno si sente sempre più spesso utilizzare il termine “terapia” insieme ad altre diciture: musicoterapia, arteterapia, pet therapy, terapia multisistemica in acqua etc. Questo crea un grande scetticismo da parte degli esperti poiché, in questo modo, tutto può diventare una forma di terapia. Tralasciando le problematiche etiche e soprattutto quelle legate alla professionalità di chi opera queste terapie, io personalmente preferisco cambiare la terminologia ed evitare di parlare di Terapia. A mio avviso, tutte queste modalità di riabilitazione possono essere definite come delle tecniche che portano giovamento alla persona sia in temini di “qui e ora” che di benessere a lungo termine.
Perché la Musica?
Proprio perché preferisco non parlare di Terapia in senso stretto, ho intitolato questo mio articolo “Giocando con la Musica” anche considerando il fatto che il bacino di utenza a cui mi riferisco è composto da bambini. Quando si parla di bambini, a mio avviso, è sempre meglio utilizzare parole più neutre possibili e soprattutto che invoglino il genitore e il bambino a partecipare a quella determinata attività. Quindi, ad esempio, eviterò di parlare di Musicoterapia, ma troverò una forma più accattivante.
La MUSICA supera senz’altro la parola.
Per questo può essere utilizzata anche e, aggiungerei, soprattutto con i bambini che non hanno accesso alla parola o che lo hanno in minima parte ( mi riferisco ai casi di autismo, mutismo, disturbi del linguaggio, ritardo mentale etc.). In linea più generale, utilizzare la musica come mezzo di lavoro permette di compensare e superare disagi a livello relazionale, espressivo, comunicativo e cognitivo che caratterizzano alcuni bambini/ragazzi.
Come lavorare con la Musica?
Parlare in poco spazio su come lavorare con la musica non è facile, ma sicuramente posso fornirvi alcuni esempi pratici. Innanzitutto è importante che vi sia un GRUPPO, composto da bambini simili per età, ad esempio 5-6 anni, 8-10 anni, 11-13 anni e gruppo di adolescenti; questo perché sono diversi gli obiettivi specifici del lavoro. Sarebbe troppo lungo spiegare quali sono le attività da proporre a ogni singolo gruppo, perciò ne tratterò uno soltanto, quello dei più piccoli: i bambini dell’ultimo anno della scuola d’infanzia e il primo anno della scuola primaria. Utilizzare la musica come strumento di lavoro con bambini così piccoli, significa porsi obiettivi semplici legati all’esplorazione e conoscenza degli strumenti musicali e realizzazione di un’esperienza di libera espressione di gruppo attraverso il suono. Tutto ciò con lo scopo di favorire lo sviluppo del pensiero simbolico e una maggiore consapevolezza di sè, potenziare abilità cognitive, entrare in contatto con il proprio mondo interno.
La prima attività da proporre è quindi legata alla scoperta, esplorazione e conoscenza degli strumenti. Verranno proposti ai bambini diversi strumenti musicali, suggerendo loro di porre attenzione a tutte le caratteristiche di questi.Tutto ciò deve avvenire in modo libero e spontaneo. Si porrà attenzione al suono e si proporrà ai bambini di associare questo a qualcosa.
La seconda attività riguarda la possibilità di giocare con il “forte/piano-crescendo/diminuendo”, che permette ai bambini si soffermarsi sull’aspetto legato al movimento, all’energia, all’autocontrollo. In questo tipo di attività, quindi, i bambini, uno alla volta, sperimenteranno il ruolo di maestro d’orchestra usando gesti che veicolano un significato come ad esempio, le braccia in alto significano “suonare forte”, le braccia in basso “suonare piano” e così via.
La terza attività riguarda la rappresentazione di qualcosa con gli strumenti. Si chiede quindi ai bambini di pensare a un fiore, un’emozione o un’esperienza e di rappresentarla poi con il suono di uno strumento scelto dal bambino stesso.In questo modo si sollecita l’uso del pensiero simbolico e la possibilità di associare l’evento o l’oggetto scelto al suono, dando così voce alla rappresentazione mentale.
Analogamente alla rappresentazione, un’altra attività può essere quella di “raccontare con gli strumenti”. In questo caso le rappresentazioni mentali e la loro traduzione in suono devono essere organizzate in una sequenza in cui vengono scelti diversi elementi: il tema, il protagonista, i diversi personaggi e le situazioni da raccontare.; ad ognuno di questi viene associato uno strumento. Dopo di che ogni strumento viene associato ad ogni singolo bambino il quale dovrà suonarlo in un momento specifico della narrazione.
Queste che vi ho presentato sono, ovviamente, solo alcuni esempi delle tante attività con la musica che si possono proporre ai bambini di quest’età, partendo da quelle molto semplici fino ad arrivare a lavori più complessi che coinvolgono la lettura di simboli (e che quindi sono finalizzati a consolidare anche i prerequisiti per la lettura) e la creazione di una partitura informale (finalizzata alla codifica/decodifica di simboli).
Bibliografia e Sitografia
- “Musicoterapia per crescere.Percorsi riabilitativi dall’infanzia all’adolescenza”. L. Gamba. Carocci Editore, 2012
- http://www.musicoterapia.it/
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