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Quante volte vi siete ritrovati ad incolpare un vostro genitore con frasi del tipo: “è tutta colpa tua se sono così!”.
Ciò accade perché ci viene quasi naturale addossare le colpe dei nostri fallimenti a chi ci sta più vicino, ovvero ai nostri genitori.
Ma è veramente così? Ebbene sì, i genitori, infatti, fin dall’infanzia, rappresentano il nostro punto di riferimento e per questo da loro prendiamo il “manuale di istruzioni (o di distruzioni)” che utilizziamo per rapportarci con noi stessi, gli altri e con il mondo.
Va da se, quindi, che i genitori hanno una gran fetta di responsabilità rispetto all’andamento della nostra sopravvivenza.
Dal mio punto di vista, è da attribuire loro l’80% della responsabilità.
Indice contenuti
L’importanza della famiglia nello sviluppo psicologico dei figli
La famiglia, si sa, è quel sistema all’interno del quale si realizza lo sviluppo dei membri che ne fanno parte.
E’ proprio la famiglia che contribuisce alla costruzione della nostra identità, in quanto rappresenta il primo luogo sicuro (o almeno così dovrebbe) di apprendimento in cui siamo immersi.
Ma se questo sistema risulta disfunzionale? Quali conseguenze si possono manifestare sui figli?
Beh, sicuramente la salute psicologica dei figli è messa a rischio, soprattutto se sottoposta a situazioni di stress, angoscia, fin dall’infanzia. E per creare ansia e angoscia in un bambino non bisogna fare chissà che, bastano dei continui litigi tra i genitori o disattenzioni. Questi semplici fatti, insieme a quelli più gravi, creano spesso dei disagi che si riflettono sui figli, anche quando diventano adulti. Inevitabilmente, quindi, se un genitore presenta delle difficoltà personali non risolte, le passerà al figlio, come se fossero dei debiti che il figlio si ritroverà a dover estinguere.
L’80% dei nostri problemi deriva dai nostri genitori.
Noi passiamo 80% della nostra esistenza per toglierceli di dosso e il 20%, se siamo fortunati, ce la godiamo.
Quindi, se sospettate che i vostri turbamenti siano da attribuire alla vostra infanzia, forse non vi sbagliate.
Come si evince dallo studio How lousy parenting can be passed on to the next generation condotto dalla Dott.ssa Anne Marie Conn del Dipartimento di Medicina dell’Università di Rochester, un’infanzia infelice può avere un così grande impatto da portare a danni psicologici che durano nel tempo.
Situazioni a rischio per i figli
Ma andiamo nel dettaglio: quando parliamo di infanzia infelice, a quali aspetti ci riferiamo?
Quando possiamo dire di essere vissuti in un clima familiare tossico?
Quando siamo stati per esempio vittime di abusi psicologici.
Quando non ci siamo sentiti abbastanza amati e quindi abbiamo sperimentato una carenza affettiva.
Quando i nostri genitori hanno adottato delle strategie educative insane, improntate ad una violenza, sia verbale che fisica.
Ogni bambino, dunque, per crescere bene e sano, anche da un punto di vista psico-emotivo, dovrebbe vivere in una famiglia stabile, emotivamente parlando, caratterizzata da uno stile educativo funzionale che assicuri lo sviluppo di aspetti quali la sicurezza e l’autostima, ingredienti importanti e utili per diventare degli adulti capaci di autogestirsi.
Qualsiasi gesto o parola violenta, infatti, può essere la causa di successive ripercussioni: pensate che da uno studio condotto in Texas, si è visto come anche una semplice sculacciata possa avere delle conseguenze importanti sullo sviluppo del bambino.
A tal proposito è bene dire come tali dinamiche possano avere un impatto diverso, a seconda dell’individuo che le sperimenta. A seconda della sua vulnerabilità, fragilità e sensibilità.
Vediamo qui di seguito alcuni problemi psicologici che si possono manifestare se si è vissuti in una famiglia che non ha saputo “amarci” come ogni bambino meriterebbe.
Genitori in difficoltà nelle famiglie disfunzionali
La famiglia, quindi, non sempre rappresenta un luogo sicuro dove poter crescere serenamente e senza pensieri.
Vediamo ora quali conseguenze si possono avere se si cresce in un ambiente disfunzionale.
La famiglia iperprotettiva
Prendiamo il caso di un bambino che è cresciuto in una famiglia iperprotettiva, ovvero dove uno o entrambi i genitori in difficoltà, presi dall’ansia, si sono spesso sostituiti a lui, prendendo decisioni al posto suo, quando si presentava una difficoltà, per non fargli percepire il peso del fallimento: come potrà questo da grande muovere un passo, senza il consenso dei propri genitori o comunque delle figure di riferimento?
Quel bambino risulterà, infatti, un adulto poco indipendente che di fronte alle scelte importanti, per la paura di non sbagliare, rischierà di rimanere bloccato dall’ansia o da panico.
Un bambino che vive in una famiglia iperprotettiva,
potrebbe diventare un adulto incapace di prendere decisioni importanti.
Imparare a sbagliare, infatti, aiuta ad apprendere la capacità di superare le sconfitte e le perdite, ingredienti necessari per imparare a vincere.
La famiglia svalutante
Un altro caso è quello del bambino che cresce con dei genitori ipercritici, che non hanno saputo valorizzarlo, ma al contrario l’hanno costantemente squalificato.
In questo caso, si sarà sentito sempre un fallimento e da adulto potrebbe risultare una persona molto rigida, critica, perfezionista che non sarà in grado di riconoscere ciò che di buono fa chi gli sta vicino. In altri casi, potrebbe invece sviluppare tendenze autolesioniste, autosabotanti o qualche forma di dipendenza.
Per non parlare dell’autostima. Come può un bambino credere in se stesso, se per primi i genitori non hanno creduto in lui?
Prendiamo ad esempio i genitori che paragonano costantemente i figli ai loro coetanei: inevitabilmente questi sono destinati a diventare degli adulti ipercritici con un costante senso di inadeguatezza e inferiorità, rispetto ad altri.
La famiglia violenta
Infine, crescere in una famiglia ostile, maltrattante e anaffettiva, contribuirà allo sviluppo di adulti che non si fideranno, ma al contrario dubiteranno di ogni cosa e persona, percependo il mondo come minaccioso e pieno di pericoli. E’ in casi come questi che potrebbe svilupparsi un pensiero di tipo paranoico o una fobia sociale, insieme alla costante fuga dal giudizio degli altri.
Inevitabilmente, quindi, le relazioni future risulteranno compromesse, poiché questi adulti saranno incapaci di mostrare le loro emozioni, soprattutto se da piccoli hanno avuto genitori che imponevano loro di non piangere e lamentarsi.
In questo modo è come se a questi bambini sia stato vietato di esprimere le emozioni. Non stupiamoci se poi da adulti tenderanno a chiudersi in loro stessi.
In conclusione
Abbiamo potuto constatare che crescere in una famiglia incapace di rispondere adeguatamente alle necessità dei propri figli, può portare a delle conseguenze importanti sul loro sviluppo futuro. Probabilmente anche i genitori disfunzionali, da bambini, hanno avuto a loro volta dei genitori che si sono trovati in difficoltà.
Fare il genitore non è un compito semplice: soprattutto se da piccoli si è cresciuti con un modello genitoriale di riferimento disfunzionale.
Questo però non giustifica il comportamento ed in tal senso è importante che un genitore prenda coscienza del forte impatto che può avere sullo sviluppo dei propri figli. E’ vero che una volta che questi ultimi diventano adulti la responsabilità ricade su di loro, ma non si può pensare che i traumi dell’infanzia passino solo perché si diventa adulti.
Le ferite del passato, causate da genitori in difficoltà, sono destinate a rimanere aperte,
almeno fino a quando non si decide di farci i conti per trasformarle in cicatrici.
In tal senso, per star meglio noi e per far star meglio chi verrà dopo di noi, proviamo a volerci più bene, iniziando a prenderci cura di noi, affrontando le problematiche che ci siamo ritrovati davanti. E se farlo è complicato, impariamo a chiedere aiuto. Chiedere aiuto ad un professionista può aiutare a credere di più in sé stessi e a rimuovere quei traumi del passato che ostacolano il “viver bene”, oltre a fornire un’alternativa di “base sicura” che non si ha avuto modo di sperimentare sin da piccoli.
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