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1 Gennaio 2021Come raggiungere la felicità?
“Tutti i mortali vanno alla ricerca della felicità,
segno che nessuno ce l’ha.”
Baltasar Gracián
Tutti noi la cerchiamo, la rincorriamo, la desideriamo più di ogni altra cosa e, quando la raggiungiamo, ce la godiamo, pensando a quando riusciremo a vivere nuovamente tale sensazione.
Alla fine, l’essenza dell’uomo è anche questo: andare alla ricerca di sensazioni ed emozioni positive.
La felicità, tra queste, è, molto probabilmente, la prima e quella a cui tendiamo con più forza.
C’è infatti una grandissima aspettativa sulla felicità e su come ci farà sentire.
Tutto ciò che ci circonda, ci parla proprio di questa sensazione e di questo fatidico momento, dai film, dai libri, dalle poesie, dalla musica.
È come se il nostro mondo fosse dominato da questo principio assoluto, astratto, ma che si concretizza in ogni momento.
Ma come possiamo definire, realmente, la felicità? Che percezione si ha, generalmente, di questo concetto che appare astratto, difficile da raggiungere ma allo stesso tempo ci ossessiona?
E soprattutto, come raggiungere la felicità?
In questo articolo cercheremo di parlare di tutto questo, provando a risolvere miti e perplessità rispetto a questa tematica.
Indice contenuti
Felicità: cos’è?
La felicità è’ un concetto talmente vasto che è difficile anche solo definirla.
Tutti noi abbiamo chiaro in mente a cosa ci riferiamo, quando parliamo di felicità.
Ma tutte queste consapevolezze e certezze vengono meno quando ci viene chiesto di dare una definizione di questo concetto.
Se volessimo riferirci alla definizione data dal Treccani, “La felicità è uno stato d’animo di chi è sereno, non turbato da dolori o preoccupazioni e gode di questo suo stato.”
Questa definizione ci pone già di fronte ad una grandissima verità: la felicità è uno stato d’animo.
Questo ci fa capire come, quindi, questa sia una condizione totalmente soggettiva: ognuno ha una propria percezione di felicità e, quindi, ognuno di noi ha un proprio modo per poterla raggiungere.
Probabilmente, proprio per questo, è così difficile darne una definizione che valga per tutti: tutti sappiamo di credere cosa sia la felicità e come ci faccia sentire, eppure tale concetto acquisisce una forma particolare in base alle proprie idee e convinzioni.
Il concetto di felicità attraverso la storia…
Nella storia dell’umanità e delle riflessioni teoriche, sono state abbozzate diverse definizioni di felicità, soprattutto in ambito filosofico.
Tra i più grandi pensatori e filosofi di tutti i tempi va citato Aristotele, il quale si è interrogato anche sul concetto di felicità: qual era la sua idea?
“La felicità dipende da noi stessi”
(Aristotele)
Per Aristotele la felicità era la massima aspirazione di tutti gli esseri umani.
Egli riteneva che, il modo per raggiungerla, era la virtù. Quindi solo sviluppando le virtù più elevate, possiamo raggiungere la felicità.
Più che uno stato concreto, Aristotele riteneva si trattasse di uno stile di vita.
Felicità come raggiungerla nel presente?
Senza scomodare troppo i grandi pilastri della filosofia, vediamo come il concetto di felicità sia presente anche nel pensiero moderno: questo ci fa capire come nessuno avesse un quadro chiaro e completo della felicità, eppure questa tende ad essere continuamente tema di riflessione.
Uno dei grandi filosofi moderni che ha parlato del concetto di felicità è Nietzsche: egli pensava che vivere tranquillamente e senza preoccupazioni fosse un desiderio “comune”, proprio delle persone mediocri, che non danno un grande valore alla vita.
Spieghiamoci meglio: Nietzsche opponeva il concetto di “benessere” a quello di felicità, poiché riteneva che tra questi “stati” ci fossero delle differenze enormi. “Benessere” d’altronde vuol dire “stare bene”: tale condizione dipende essenzialmente da circostanze favorevoli o dalla buona fortuna.
Ma, proprio per questa caratteristica, si tratta di una condizione effimera, che in qualsiasi momento può terminare.
Il benessere, come afferma Nietzsche, è uno “stato ideale di pigrizia”, poiché si vive senza preoccupazioni, senza sussulti.
La felicità, invece, è una forza vitale, uno spirito che lotta contro qualunque ostacolo che limiti la libertà e l’affermazione di sé.
Essere felici, quindi, significa essere capaci di provare forza vitale attraverso il superamento delle avversità e la creazione di modelli di vita originali.
Un pensiero un po’ più vicino, probabilmente, al pensiero comune di felicità è quello di José Ortega y Gasset, il quale afferma che:
“Se ci chiediamo in cosa consista lo stato ideale spirituale denominato felicità, troveremo facilmente una prima risposta: la felicità è trovare qualcosa che ci soddisfi pienamente. Questa risposta, però, non fa altro che spingerci a chiederci che cosa sia questo stato soggettivo di piena soddisfazione. Ci chiederemo anche quali condizioni obiettive debba avere qualcosa per riuscire a soddisfarci”.
Questo filosofo ritiene che per raggiungere la felicità, la “vita proiettata” e la “vita effettiva” devono poter coincidere.
Possiamo dire di essere felici quando siamo ciò che desideriamo essere.
Questo ci fa dedurre come tutti noi abbiamo la potenzialità e il desiderio di essere felici.
Tutto dipende da ciò che ognuno di noi ritiene essenziale al fine di essere felice, appunto.
Felicità da cosa dipende?
Come già affermato, ognuno ha una propria idea di felicità: ma quali sono le idee più diffuse, nel senso comune?
Vediamole qui di seguito.
- La felicità dipende dal benessere materiale o dalla posizione sociale;
- La felicità è legata al raggiungimento di qualcosa (es.“sarò felice quando avrò ottenuto…”)
Ma quanto possono essere realistiche queste convinzioni?
In un certo senso sono realistiche, perché c’è gente che, effettivamente, passa una vita intera a cercare quel qualcosa in più rispetto a ciò che ha.
Felicità quanto dipende dai beni materiali?
Diverse ricerche dimostrano che il possedere molti soldi rende più sofferenti. Questi studi condotti su persone che hanno avuto grandi vincite, dimostrano come, una volta superata la fase euforica iniziale, le vincite non fossero più in grado di rendere felici.
In aggiunta a ciò, è stato dimostrato che coloro che avevano vinto improvvisamente grosse somme di denaro, ma che non erano pronti a gestirle, avevano sviluppato un vero e proprio malessere all’idea di perdere i soldi ottenuti.
Altri studi sembrano invece dimostrare che possedere beni di lusso può farci sentire più soddisfatti della nostra vita, ma ciò non significa necessariamente che questa sia più piacevole.
L’emozione di acquistare un’auto costosa svanisce rapidamente e ciò che rimane alla fine è solo l’orgoglio di possedere tali oggetti.
Sulla base di quanto detto, possiamo concludere che la convinzione secondo cui la felicità dipende da beni materiali è in un certo modo costruita socialmente e non coincide con la realtà.
Felicità quanto dipende dagli obiettivi…
Molto più diffusa, invece, sembra essere la seconda convinzione che porta la persona a credere come la felicità possa essere ottenuta con il raggiungimento di determinati obiettivi/traguardi.
Quest’idea molto diffusa, allo stesso tempo, può essere davvero dannosa, soprattutto se protratta a lungo. Questo perché essere alla costante ricerca di qualcosa e, soprattutto, dare a questo qualcosa il potere di renderci felici, è pericoloso.
La persona, infatti, tende a non viversi ciò che possiede nel presente e, soprattutto, non dà importanza a ciò che nel tempo ha raggiunto. Questo perché sente costantemente la mancanza di qualcosa per raggiungere la vera felicità.
Ma soprattutto, tende a innescarsi nella mente la credenza: “finché non ho ottenuta quella cosa, non potrò essere felice”.
…e quando dalle aspettative?
Un altro meccanismo che spesso si insinua in chi è “ossessionato” dalla felicità, è quello della “delusione”.
Chi vive la felicità soltanto in un’ottica futura, immaginando come sarà, cosa proverà, potrà solo aspettarsi una delusione delle aspettative e sperimentare un’amara verità. Scoprirà infatti che la realtà alla fine è diversa da ciò che ci si aspettava e che, una volta superati i primi momenti di euforia, tutto rientra nella norma diventando un’abitudine, venendosi a creare uno stato di assuefazione.
Questo spiega perché si è alla continua ricerca di qualcosa di nuovo che provochi, appunto, felicità.
Felicità quanto dipende dalle relazioni
Da uno studio condotto dallo psicologo Vaillant si è visto come per essere felici, “l’unica cosa che nella vita conta davvero sono i rapporti con gli altri”.
Consisterebbe in questo la felicità: in quelle relazioni che ci uniscono ai nostri amici e parenti. I legami affettivi, dunque, secondo lo psicologo, sono la miglior ricetta per la felicità.
Tra gli altri ingredienti importanti abbiamo anche:
- La generosità
- La gratitudine
- La condivisione
- Il perdono
Insomma, per essere felici abbiamo bisogno di dare più amore a noi e agli altri.
Consigli pratici su come raggiungere la felicità
Nonostante la ricerca costante o il pensiero ossessivo della felicità siano totalmente deleteri, nel nostro piccolo ognuno di noi pensa alla felicità e a come raggiungerla.
Ma quindi come fare per essere davvero felici?
Vediamo qui di seguito alcuni consigli.
Smettila di ripeterti “solo quando…”
Come già mostrato, far dipendere la felicità dal raggiungimento futuro di un qualcosa ci conduce all’infelicità eterna!
Ciò porta, infatti, a sovrastimare l’impatto degli eventi sulla nostra vita e, una volta verificatosi l’evento tanto desiderato, dopo un breve periodo di euforia, il nostro livello di felicità tenderà a diventare scontato.
Eliminate dunque questa convinzione e provate questo piccolo esperimento pratico: trasformate l’espressione “sarò felice solo quando…” in “sono felice ora perché…”.
Questo vi aiuterà a capire e a dare valore a ciò che avete nel qui e ora!
Goditi i momenti di “immersione”
Uno dei metodi scientifici di cui si discute per trovare la vera felicità è quello rispetto ai momenti di “flow”; termine è stato coniato dallo psicologo americano Mihaly Csikszentmihalyi per descrivere quello stato in cui si è completamente assorti nell’attività che si sta svolgendo, tanto da perdere la cognizione del tempo.
Questi momenti importanti si possono vivere in qualsiasi momento o, comunque, in qualsiasi attività, che sia leggere un libro, suonare, cantare una canzone, scrivere un pezzo o un articolo.
Perché la nostra felicità è direttamente connessa alla capacità di vivere sempre più frequentemente questi momenti di completa immersione.
Per riuscirci individuate ciò che vi appassiona e mettetelo al centro della vostra vita.
Impara a dare
Un interessante esperimento della Harvard Business School ha dimostrato che spendere i soldi per gli altri rende più felici rispetto che a spenderli per sé stessi.
Durante questo studio, il gruppo di partecipanti è stato suddiviso in due classi: alla prima classe è stato chiesto di spendere una cifra, a propria scelta, per sé stessi, mentre alla seconda di spendere una cifra, a propria scelta, per altre persone.
Dai risultati è emerso che tutti gli individui della seconda classe hanno registrato livelli di felicità superiori rispetto ai partecipanti della prima classe. Inoltre gli individui che avevano dato di più agli altri si erano dimostrati anche i più felici.
Questo è confermato anche da tutte le esperienze di volontariato di cui spesso sentiamo parlare: quante volte vi è capitato di ascoltare storie di volontariato e di percepire la felicità solo nelle parole di chi le stava raccontando?
Magari anche voi avete fatto esperienza di situazioni simili, per cui, solo parlarne o ricordarne l’esperienza, vi fa stare bene.
La felicità, d’altronde, sta nel donare e dare agli altri qualcosa!
Riscopri i piccoli piaceri della vita
Un altro modo per raggiungere la felicità, senza aspettare di aver raggiunto i propri obiettivi ci può essere dato da un esercizio pratico della “riprogettazione della giornata” utilizzato in Psicologia Positiva.
Tale tecnica prevede che i partecipanti descrivano in modo dettagliato le attività della loro giornata.
Il giorno successivo, riguardando il loro diario, gli stessi devono dare un voto alle singole attività.
A questo punto, tale metodo prevede che i partecipanti sostituiscano almeno un’ora di attività spiacevoli con un’ora dedicata ai piccoli piaceri della vita.
Facciamolo.
È stato dimostrato che questo piccolo cambiamento nella routine quotidiana può avere un notevole impatto sul livello complessivo di felicità.
Non ci credete? Provare per credere!
Alimentate il vostro senso di autoefficacia
Cos’è l’autoefficacia? Un concetto in stretta correlazione a quello di agentività che indica la capacità di agire attivamente e in modo consapevole all’interno del contesto in cui si vive trasformando il contesto in cui si vive, al fine di considerarsi esseri attivi e padroni del proprio destino (auto-efficaci).
Provate quindi a prendere in mano la vostra vita, senza delegarla ad una forza esterna e provate a cambiare voi stessi per ottenere ciò che desiderate, piuttosto che chiederlo ad altri.
Analizzate e alimentate le vostre consapevolezze.
Le chiavi della felicità sono dentro di voi, non fuori.
Approfondimenti
- Calì, D., Somà, M. (2018). Il venditore di felicità. Kite.
- Gotto, G. (2018). Le coordinate della felicità. Di sogni, viaggi e pura vita. Autopubblicato.
- Harris, R. (2018). La trappola della felicità. Come smettere di tormentarsi e iniziare a vivere. Erickson.
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