Quando manca l’accordo sull’educazione dei figli: come fare?
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8 Gennaio 2023Le famiglie malsane possono avere diverse forme, come ad esempio la “famiglia invischiata“, in cui i membri sono eccessivamente coinvolti sul piano emotivo l’uno con l’altro e hanno difficoltà a prendere decisioni autonome, o le “famiglia insicure“, in cui i membri hanno bisogno di conferme costanti e hanno poca autostima.
In questa sede tratterò le famiglie invischiate.
La famiglia “invischiata” è un termine utilizzato in psicologia per descrivere un tipo di dinamica familiare in cui mancano i confini tra i membri, regna la confusione dei ruoli e si è tutti fusi insieme da emozioni malsane.
In famiglie di questo tipo i bisogni e i sentimenti dei singoli membri sono spesso ignorati o minimizzati e possono esserci dinamiche di potere distorte o relazioni distruttive. Questo può portare ad una assenza di autonomia e generare legami di dipendenza affettiva spesso tenuti in piedi da ricatti emotivi di genitori che creano sensi di colpa nei figli.
Crescere in una famiglia invischiata significa vivere spesso in un’atmosfera emotiva molto negativa e litigiosa, dove i conflitti sono frequenti e vengono affrontati in modo disfunzionale.
Indice contenuti
Caratteristiche delle famiglie invischiate
Le famiglie invischiate possono essere il risultato di diversi fattori, come ad esempio un’eccessiva protezione da parte dei genitori, una mancanza di spazio personale (ci si ritrova a sapere tutto di tutti) o di indipendenza nell’infanzia e una scarsa gestione delle emozioni.
Ecco le caratteristiche che potrebbero indicare la presenza di una famiglia invischiata:
- assenza di privacy: pochi spazi personali e pensieri e azioni continuamente sottoposti al controllo e al giudizio degli altri;
- mancanza di confini: si vive in un continuum relazionale dove regna una confusione di ruoli e si fa fatica a distinguere le reali responsabilità proprie e di ciascun membro;
- dipendenza affettiva: genitori e figli che dipendono l’uno dall’altro;
- mancanza di autonomia: figli impossibilitati ad individuarsi, ovvero a separarsi dai genitori e a formare la propria identità. Le decisioni necessitano dell’approvazione degli altri, viceversa scoppia il finimondo;
- assenza di reale supporto emotivo: viene data poca attenzione ai sentimenti di ciascun membro, specialmente se questi risultano in contrasto con le regole e gli obiettivi della famiglia;
- paura del conflitto e dell’abbandono: si litiga spesso e ogni forma di cambiamento o di distanziamento dal modello viene rifiutato, criticato o percepito come estraneo o sbagliato;
- sensi di colpa, vergogna e ansia sono le emozioni maggiormente presenti e servono a soddisfare le esigenze degli altri;
- difficoltà a gestire le emozioni e i conflitti in modo sano e costruttivo. Spesso si tende ad evitarle, nasconderle o ad ignorarle;
- favoritismi da parte di uno o entrambi i genitori nei confronti di uno dei figli, che si mostra attraverso le azioni, premi, attenzioni;
- difficoltà a comunicare in modo aperto e sincero: spesso ci sono segreti o si dicono menzogne.
Alla base dell’invischiamento potrebbe esserci storie di traumi, un genitore con una dipendenza, un disturbo di personalità o emotivamente instabile, o ancora un bambino con una malattia cronica che ha bisogno di essere protetto.
Atteggiamenti tipici di un genitore in una famiglia invischiata
- Aspettarsi che il figlio segua le credenze e i valori come modello;
- Far sentire il figlio in colpa se non è allineato al modello educativo;
- Scoraggiare il figlio dal seguire i propri sogni;
- Pensare che la propria autostima dipende dai risultati del figlio;
- Incentrare la propria vita su quella del figlio;
- Credere di poter dare al figlio tutto il sostegno di cui ha bisogno e di essere l’unico su cui possa contare;
- Controllare e voler conoscere tutto della vita del figlio;
- Relazionarsi al figlio come se fosse un amico e aspettarsi da questo un sostegno emotivo;
- Condividere informazioni personali che dovrebbero rimanere private;
- Premiare il figlio quando si comporta in modo da rafforzare il legame malsano.
Atteggiamenti tipici di un figlio in una famiglia invischiata
- Non sapere chi si è;
- Non pensare ai propri bisogni, ma concentrarsi su quelli degli altri;
- Cercare di allineare i propri obiettivi a quelli dei genitori, dimenticandosi dei propri;
- Sentirsi in colpa quando prova a prendersi i propri spazi;
- Evitare i conflitti:
- Non saper dire di “no”;
- Sentire di dover risolvere le sfide dei propri familiari.
Ora, poiché tendiamo a seguire modelli comportamentali che osserviamo nella nostra famiglia è facile trasmettere inconsciamente le dinamiche malsane dell’invischiamento alla generazione successiva.
Conseguenze su chi cresce in una famiglia invischiata
Le conseguenze di queste dinamiche intense e invasive possono essere molto negative sia per i singoli individui che per la famiglia nel suo insieme.
I membri della famiglia possono sviluppare ansia o depressione, disturbi di personalità o difficoltà nella gestione delle emozioni e nell’affrontare i conflitti.
Nello specifico tre sono le principali conseguenze che possono crearsi sui figli.
Genitorializzazione
La genitorializzazione si ha quando i genitori trasformano i figli in genitori.
Può essere di due tipi:
- strumentale: il bambino che si prende cura dei fratelli, gestisce la casa ed è responsabile del pagamento delle bollette;
- emotivo: il figlio che sostiene emotivamente il genitore, fa da mediatore tra i membri della famiglia ed è la principale fonte di consigli.
Mancanza di individualizzazione
La genitorializzazione produce nel figlio l’incapacità di individualizzarsi in quanto le sue scelte dipendono dai genitori e quindi diventa per lui impossibile farne di proprie.
Inoltre quando il figlio prova a fare delle scelte in modo autonomo, il genitore lo riprende utilizzando i sensi di colpa, andando a creare confusione rispetto al ruolo che occupa e rendendogli difficile, se non impossibile, la creazione di una propria identità.
Mancando di autonomia individuale il figlio non saprà cosa vuole fare o essere, svilupperà una bassa autostima e sarà incapace di correre rischi sani. Tutto questo creerà un ostacolo alla realizzazione del suo potenziale e allo sviluppo delle competenze necessarie per essere indipendente. Frustrato all’estremo, potrà arrivare a sfogarsi con reazioni esagerate o chiudersi in se stesso.
Inoltre da adulto faticherà a fidarsi e ad impegnarsi nelle relazioni con i partner, ad accettarne le differenze e soffrirà della paura dell’abbandono. Rischierà infine di creare relazioni di co-dipendenza semplicemente perché questo è il modello a cui è stato abituato.
Incapacità di risolvere i conflitti
Un figlio che impara a mettere i bisogni degli altri davanti ai propri tenderà ad evitare i conflitti e sarà incapace di dire di no.
Come uscire da una famiglia invischiata
Per affrontare le dinamiche delle famiglie invischiate è importante lavorare sulla consapevolezza dei propri confini e sulla gestione delle emozioni.
I terapeuti possono aiutare i membri della famiglia a imparare ad affrontare i conflitti in modo costruttivo e a sviluppare una maggiore indipendenza e autonomia.
Quando i figli si rendono conto
Quando si inizia a prendere consapevolezza e si comincia a comportarsi diversamente, capita spesso che gli altri componenti della famiglia invischiata critichino tutti i tentativi di cambiamento e di autonomizzazione fino al punto di percepire il figlio (e farlo sentire) come un “estraneo”. E’ un pò quello che accade nel mondo animale quando un cucciolo non viene riconosciuto, viene lasciato indietro o addirittura abbandonato.
E’ importante in questi casi guardare dall’esterno e rendersi conto dell’evoluzione che si è stati in grado di fare, piuttosto che tornare indietro. È un diritto di tutti essere autonomi dalla proprio nucleo e se non è questo a promuovere l’indipendenza, sarà il figlio, con fatica, a doversela sudare.
Pensate che alcune persone non fanno neanche in tempo a rendersene conto e rimangono a vita invischiate.
Imparate quindi a:
- Porre dei limiti: è la vostra vita e fino a prova contraria siete voi responsabili di quello che siete e delle scelte che fate.
- Prendervi cura dei vostri bisogni: se non sapere quali sono i vostri interessi, fate esperienze anche da soli. Andate al cinema, nel vostro ristorante preferito, iniziate un corso di formazione su pittura, musica, etc. Imparate a fregarvene di quello che potrebbero pensare gli altri quando scegliete di fare delle esperienze da soli e concentratevi piuttosto sulle sensazioni che state vivendo.
- Prendervi cura delle vostre emozioni: fate cose e state con persone che vi danno emozioni positive. Vedrete che vi cambierà tutta la prospettiva.
- Costruire l’indipendenza e migliorare l’autostima: riconoscetevi e complimentatevi con voi stessi per i passi in avanti che state facendo, datevi delle attenzioni e vogliatevi bene.
- Interrompere le abitudini malsane: cercate di fare ciò che volete, invece che ciò che dovete. Curate di più la vostra parte interiore invece che la vostra immagine esterna e imparate a dire di no.
Sia che siate genitori o figli di una famiglia invischiata, potreste aver bisogno di aiuto per imparare a mettere in pratica i passi sopra descritti.
La terapia breve strategica può aiutarvi a:
- sostituire emozioni, comportamenti e pensieri disfunzionali con altri sani;
- identificare i comportamenti autodistruttivi e smontarli;
- costruire la vostra autostima e a insegnarvi a utilizzare i vostri punti di forza.
Approfondimenti
- Algeri, D., Di Pietrangelo, M. (2022). Genitori e figli imperfetti. Guida pratica per famiglie in difficoltà. Roma. Epc.
- Giacobbe, G. C. (2014). Alla ricerca delle coccole perdute. Una psicologia rivoluzionaria per il single e per la coppia. Milano. Ponte Alle Grazie.
- Nardone, G., Giannotti, E., Rocchi, R. (2001). Modelli di famiglia. Milano: Ponte Alle Grazie.
- Scabini, E., Iafrate, R. (2003). Psicologia dei legami famigliari. Bologna: Il Mulino.
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