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Questo scritto è per i tanti che non riescono a pensare alla propria giovinezza se non come l’età dell’oro irrimediabilmente perduta, rendendosi così accessibile un’inesauribile riserva di tristezza; o a chi continua ad essere profondamente triste per la rottura di una relazione d’amore.
Spesso la nostalgia si condensa intorno ad alcune sensazioni, profumi suoni ed immagini (di oggetti, di luoghi, di persone) fortemente significativi rispetto ad un momento di disorientamento. E’ proprio quando il nostro presente ci sta deludendo che rischiamo di farci travolgere dalle immagini salvifiche del passato, idealizzate e irraggiungibili.
E’ quest’anelito indefinito che ci soffoca, che rischia di farci rinunciare al futuro che non potrà mai eguagliare quanto è stato nel passato. E’ lo struggimento nostalgico di non “sentirsi a casa”, è il sentimento della perdita di qualcosa che non può tornare. Può rappresentare un’emozione talmente intensa da manifestarsi come esperienza dolorosa, e condurre ad un malessere psichico e fisico.
La nostalgia per l’amato cela in sé un’aspettativa logica che può essere fatale: se la perdita dell’amato addolora così atrocemente,quale gioia sarà dunque il ritrovarsi? Questa, pur essendo verità, conduce ad un’attesa alienante. Ci si isola nella speranza del fatidico momento dei ritorno; e qualora l’attesa dovesse essere troppo lunga non ci resta che riallacciare una relazione con un partner simile al precedente, per quanto diverso possa sembrare all’inizio.
Per il nostalgico tutto il bene non può che risiede nel passato, a tutto vantaggio della presente infelicità.
E’ importante vivere il presente, senza dimenticare il passato, ma guardando al futuro. In tal senso, richiamo alla memoria un episodio narrato nella Genesi della Bibbia, che coinvolge la moglie di Lot. L’angelo disse a Lot e alla sua famiglia: “Salvati, non guardarti indietro e fuggi velocemente, affinché tu non abbia a morire.”Sua moglie invece guardò indietro e divenne una statua di sale (Gen, XIX, 17 e 26)
Bibliografia
- Istruzioni per rendersi infelici, Paul Watzlawick, Feltrinelli, 2010
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