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26 Luglio 2012Le emozioni rappresentano la prima esperienza che i bambini fanno del mondo e delle relazioni con le persone che li circondano. Attraverso le emozioni essi danno forma ai propri pensieri, agli apprendimenti, ai legami affettivi, al proprio percorso di crescita.
La qualità dello sviluppo è influenzata dal modo in cui i bambini apprendono fin dai primi anni ad affrontare le proprie emozioni. Apprendere, scoprire, costruire nuove conoscenze e competenze sono attività ricche di vita affettiva. Tutto questo spesso accade nella scuola che è luogo privilegiato in cui si intrecciano due dimensioni fondamentali per lo sviluppo dei bambini: l’apprendimento e la relazione. Nella scuola è importante sviluppare progetti e utilizzare strumenti educativi che aiutino i bambini a conoscere se stessi, a imparare ad ascoltare e ad ascoltarsi, ad attivare relazioni interpersonali positive con i pari e con gli adulti, valorizzando i differenti canali di comunicazione allo scopo di facilitare il contatto e l’autenticità nel rapporto con se stessi e con gli altri.
Indice contenuti
La Narrativa Psicologicamente Orientata: cosa è e come funziona
L’approccio metodologico previsto dalla Narrativa Psicologicamente Orientata(NPO), uno degli strumenti di elezione per l’educazione emotiva di un gruppo classe, è basato sull’individuazione di storie e spunti narrativi che aiutino i bambini nel processo di riconoscimento delle proprie emozioni utilizzando «l’artificio» di un racconto. Le storie di NPO raccontano eventi molto vicini al «qui e ora» della storia personale dei bambini, usando come «pre-testo» le vicende di un protagonista molto simile a loro, che, nello svolgersi della trama, vive esperienze probabilmente sovrapponibili. Queste esperienze, dall’intenso significato e pregnanza emotiva, solitamente compaiono presto nella narrazione della storia e servono a favorire il processo di identificazione.
Perché una storia di NPO funzioni per chi se la sente narrare, il primo processo che deve avvenire è l’identificazione, da parte del bambino che ascolta, con il protagonista della storia. Se ciò avviene, il bambino rimarrà legato al racconto utilizzando un doppio percorso: quello del protagonista della vicenda narrata e quello proprio. I due livelli in più passaggi si sovrapporranno, si mescoleranno, si incroceranno. Ma proprio perché di una storia si tratta, quando il bambino sentirà troppo minacciata la propria sicurezza emotiva, subito disattiverà i meccanismi di identificazione. Per un bambino «staccare la spina» e stare a osservare cosa succede all’altro, che vive cose molto simili alle sue, può risultare comunque un’attività mentale di straordinaria valenza psicopedagogica. Il bambino che ascolta ha modo di osservare il dentro e il fuori di qualcuno che ha moltissimi punti in comune con lui e la sua vita, ma che è in grado di pervenire a un punto di svolta e, modificando ciò che fa, ricostruisce anche ciò che è in modo più efficace e funzionale rispetto a quanto successo fino a quel momento.
Struttura e modalità di utilizzo di una NPO
Una storia di NPO si struttura seguendo alcune tappe fondamentali:
- Scegliere un protagonista che abbia un problema simile a quello dei bambini;
- Creare un problema che il protagonista deve risolvere;
- Inventare una soluzione che spieghi i pensieri e i comportamenti;
- Inventare un finale positivo, realistico e soprattutto emotivamente competente.
I vari capitoli della favola possono essere presentati dall’insegnante e i bambini si possono disporre in cerchio in un’aula allestita come «spazio di apprendimento e rilassamento». L’idea del cerchio, infatti, è intesa come confine che avvolge e protegge dall’esterno. La modalità didattica del circle-time, favorisce la comunicazione poiché permette ai bambini di dialogare, sviluppando forme di conoscenza reciproca e di riflessione.
La scuola dell’infanzia rappresenta il luogo naturale per coltivare, riconoscere e valorizzare la propria intelligenza emotiva proprio perché costituisce il contesto formativo privilegiato dove “scoprire” se stessi e gli altri nella globalità dei comportamenti. Per intelligenza emotiva s’intende la capacità di riconoscere, rispettare e mettere in parola il mondo dei sentimenti e delle emozioni, per imparare a sviluppare in modo globale il funzionamento mentale e la comprensione della realtà, per accrescere le competenze sociali e relazionali, per dare una risposta in termini di empatia e di aiuto ai problemi e alle difficoltà dell’altro.
Finalità dello strumento
Si tratta di costruire degli strumenti che non si limitino a prendere atto dell’importanza della dimensione emotiva dello sviluppo infantile, ma che si concretizzano nella costruzione di itinerari di apprendimento attraverso i quali i bambini imparino ad allenare, oltre che le competenze cognitive, anche quelle emotive esercitando un tipo di apprendimento olistico, in cui non solo gli aspetti intellettivi ma anche quelli sociali ed emotivi siano perfettamente integrati. Aver cura della vita emotiva dei bambini significa offrire loro strumenti preziosi per conoscere il proprio mondo interiore imparando a decodificarlo e a tradurlo in parole.
Bibliografia
- Ianes D., Pellai A. (2011). Le emozioni. Proposte di educazione affettivo-emotiva a scuola e in famiglia, Centro Studi Erickson.
- Santoro A., Pellai A. (2012). L’officina delle emozioni: Un progetto basato sulla Narrativa Psicologicamente Orientata per favorire l’integrazione nella scuola primaria, in Difficoltà di apprendimento, 15 (3), 121-130.
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