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24 Agosto 2022Disturbo di personalità istrionico: riconoscerlo e intervenire
4 Settembre 2022Quando sentiamo parlare di disturbo di personalità, spesso ci vengono in mente una serie di immagini mentali e di associazioni negative.
Da sempre, infatti, si parla di sanità mentale e di disturbi psicologi ad essa correlata soprattutto in termini negativi tanto che è alquanto diffusa l’idea secondo cui i disturbi mentali siano una “condanna”, qualcosa di cui avere paura e da dover nascondere a tutti i costi per evitare di essere emarginati.
A ciò sono collegate diverse credenze e pregiudizi secondo cui la salute mentale appare come qualcosa che difficilmente si può “curare” o trattare, ma che si possiede oppure no.
Indice contenuti
Riflessione introduttive
Sicuramente oggi tutto questo sta cambiando, sentiamo parlare sempre più di benessere psicologico e dell’importanza che figure, come quella dello psicologo e dello psicoterapeuta, hanno riguardo alla prevenzione e al trattamento dei disturbi mentali.
A ciò si aggiunge anche la maggiore attività di divulgazione che sempre più si sta attuando proprio nell’ambito della psicologia.
Quando parliamo di disturbi, però, dobbiamo anche tenere a mente che esistono diverse categorie di disturbi psicologici che hanno un peso e un impatto diverso su chi li vive.
Ad esempio, va fatta un’importante differenza tra un disturbo e un disturbo di personalità.
Cosa è un disturbo di personalità
Partiamo subito da una nozione fondamentale che ci permette anche di comprendere cosa sono questi disturbi ossia la personalità. La personalità è un insieme di caratteristiche dell’individuo che vanno a determinare il modo in cui una persona interagisce col mondo esterno e con gli altri.
La personalità è quindi ciò che ci definisce e ci rende “unici” nel nostro modo di esistere nel mondo.
Ovviamente alla personalità possono essere legati dei disturbi che ne vanno a determinare un funzionamento patologico.
Per spiegare cosa è un disturbo di personalità ci viene in aiuto il DSM-5 lo definisce come:
“Un pattern permanente di esperienze interne (pensieri, sentimenti ed emozioni) e comportamenti che sono marcatamente differenti da quelli definiti dalla propria cultura, è pervasivo e inflessibile, ed emerge in adolescenza o nella prima età adulta. È stabile nel tempo e conduce a sofferenza o disabilità.”
Quindi i disturbi di personalità sono dei veri e propri “modi d’essere”, di rapportarsi al mondo, che sono caratterizzati da determinati comportamenti, pensieri, azioni, affetti ed emozioni.
Un disturbo di personalità è sicuramente impattante sulla vita della persona, ed in particolare di chi le sta accanto, perché va ad “intaccare” in modo importante la sua vita e il suo approccio nelle relazioni con gli altri; non è raro, infatti, che chi soffre di disturbi di personalità abbia anche delle relazioni complicate (disfunzionali) o comunque difficili da gestire, proprio perché è la personalità ad essere “compromessa”.
Sempre nel DSM5 vengono descritti i seguenti disturbi di personalità:
- Disturbo Evitante di Personalità
- Disturbo Dipendente di Personalità
- Disturbo Ossessivo-Compulsivo,
- Disturbo Passivo-Aggressivo
- Disturbo Depressivo
- Disturbo Paranoide
- Disturbo Schizotipico
- Disturbo Schizoide
- Disturbo Istrionico
- Disturbo Narcisistico
- Disturbo Borderline
- Disturbo Antisociale
Come riconoscere un disturbo di personalità
Una domanda che ci siamo posti sin dall’inizio è: perché i disturbi di personalità sono più gravi degli altri disturbi psicologici?
L’importanza della consapevolezza
In generale, i disturbi psicologici sono qualcosa che inevitabilmente crea malessere e sofferenza per chi li vive; qualsiasi disturbo, infatti, arreca disagio e determina una sofferenza che se protratta può anche portare a tanti altri disturbi e sintomi, come quelli fisici.
Un aspetto importante che determina la gravità dei disturbi di personalità è il grado di consapevolezza che la persona possiede rispetto al proprio modo di funzionare e dell’aspetto patologico di alcuni suoi comportamenti o pensieri.
Questa consapevolezza dipende da quanto effettivamente la persona avverte la sofferenza su di sé.
Quando il disturbo crea malessere a se stessi
A tal proposito, in psicologia, si parla di “egodistonia” (che stona con il proprio modo di sentire) per indicare un comportamento o un pensiero che non è in linea con i bisogni della propria personalità o del proprio Io e che, per questo motivo, crea malessere e sofferenza nella persona. Per farla semplice e come se la persona avesse la febbre e non la volesse.
Spesso l’egodistonia è presente nei disturbi di cui soffre la maggior parte della gente.
Ad esempio chi soffre di un disturbo ossessivo-compulsivo potrebbe vivere con disagio le proprie ossessioni e i pensieri intrusivi o chi soffre di un disturbo di panico o di ansia potrebbe sentire di non tollerarlo all’interno del proprio quotidiano.
Il disagio, quindi, nasce dal fatto di essere consapevoli di cosa si soffre e si parla di disturbo.
Quando il disturbo di personalità crea malessere agli altri
Se invece manca questa consapevolezza, si parla di “egosintonia” ovvero c’è una sintonia (manca il conflitto) tra i propri pensieri, emozioni e quello che sentiamo e di cui ha bisogno l’Io.
Un esempio è il disturbo ossessivo-compulsivo di personalità presente in quelle persone che devono pulire tutto, anche se questo comporta tornare la sera tardi dopo il lavoro e lo devono fare ogni giorno. Queste persone pensano che solo loro lo sanno fare come si DEVE e non possono sottrarsi a questo obbligo interno, ma non lo vivono come una sofferenza. Piuttosto criticano gli altri che non condividono questa visione.
In queste persone, quindi, manca l’intenzione di cambiare perché faticano a riconoscere internamente di avere un problema, piuttosto, il problema ce l’hanno gli altri. Sono tendenzialmente quelle che spostano la colpa dell’errore all’esterno, quelle secondo cui, solo gli altri sono in errore. Sono le persone che pensano che sia giusto comportarsi in un determinato modo in quanto quei comportamenti e i pensieri sottostanti sono in linea col proprio essere, sono quelle persone del “si fa così e basta”. Hanno in poche parole un pensiero rigido.
Capite quindi perché rischiano di creare rapporti complicati.
In tal senso i disturbi di personalità si configurano come quelli più gravi perché hanno un impatto più evidente ed importante sulla vita della persona in quanto compromettono tutti i rapporti e perché chi ha un disturbo di personalità difficilmente richiede un aiuto psicologico, non riconoscendo di avere un problema da risolvere e mancando quindi l’intenzione di voler cambiare. Piuttosto viene portato in terapia dal partner, familiari o amici.
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