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1 Giugno 2020Una panoramica sui disturbi alimentari
Spesso e volentieri ci si unisce, tra amici e parenti e la tavola in queste occasioni, non può che essere unione e condivisione.
Il cibo, insomma può poter essere simbolo di socialità, ma non solo.
Può diventare ben altro: quando se ne ne abusa o si ha con esso un rapporto “problematico”. Il cibo, infatti, può trasformarsi in uno strumento di autolesionismo, in una vera e propria ossessione, spesso alla base anche di disturbi di personalità.
Per questo spesso si arriva a parlare di disturbo alimentare, le cui cause possono essere di tipo psicologico, poiché spesso derivano da problematiche familiari e sociali.
Pensate che in Italia sono oltre 3 milioni le persone che soffrono di disturbi alimentari e nella maggior parte dei casi, sono donne.
Ma in consistono questi disturbi?
Cerchiamo di vedere meglio, qui di seguito, cosa sono i disturbi alimentari e quali sono quelli più diffusi.
Indice contenuti
Cosa sono i disturbi alimentari
I disturbi alimentari, come accennato, consistono in disfunzioni del comportamento alimentare, che possono arrivare a danneggiare la nostra salute fisica, oltre che psicologica ed emotiva
Alla base sembra esserci dunque una relazione patologica col cibo che può avere ripercussioni sulle proprie capacità relazionali, sociali e lavorative.
Nel DSM V (Manuale statistico dei disturbi mentali) vengono classificati come “disturbi della nutrizione e dell’alimentazione“. Diversamente veniva enunciato nelle edizioni precedenti, in cui erano indicati con l’acronimo DCA, che sta per disturbi del comportamento alimentare.
Insorgenza di un disturbo alimentare
Questo tipo di disturbi insorgono generalmente nell’adolescenza, in particolar modo tra ragazze di sesso femminile, anche se aumentano i casi di bambini ed adulti diagnosticati con questo disturbo.
Le prime avvisaglie dell’anoressia e della bulimia, alcuni dei disturbi alimentari più diffusi, si riscontrano per esempio anche tra ragazze di appena otto anni.
Ma se volessimo dare una definizione dei disturbi alimentari, potremmo seguire la linea del Ministero della Salute. Questo afferma come, questi disturbi, oltre ad essere caratterizzati da un anomalo rapporto con il cibo, sono accomunati da:
- un’eccessiva preoccupazione per la forma fisica;
- un’alterata percezione della propria immagine corporea.
Alla base di tutto questo sembra esserci una bassa autostima del soggetto.
Se pensiamo che questi disturbi, sono aumentati in particolar modo nel mondo occidentale, ci rendiamo conto, di come, quanto appena detto sia vero.
Non dimentichiamo che nell’Occidente vige l’ideale della magrezza e della linea perfetta e spesso non ci si sente all’altezza, poiché non si rispecchiano completamente questi canoni.
In questo senso, i disturbi alimentari possono essere associati ad altri disturbi, quali la depressione, il disturbo ossessivo-compulsivo, il disturbo d’ansia.
Ma cerchiamo di vedere quali sono i più diffusi e in cosa consistono.
Disturbi alimentari più diffusi
Tra i più diffusi non possiamo non citare l’anoressia nervosa, la bulimia nervosa e il disturbo da alimentazione incontrollata (o binge eating disorder).
In questa sede ci occuperemo dell’anoressia. Nei prossimi articoli, parleremo dei due restanti disturbi alimentari.
Anoressia nervosa
Sicuramente la maggior parte di voi avrà sentito parlare di anoressia nervosa: parliamo infatti di un disturbo molto diffuso caratterizzato da una forte paura di ingrassare.
Questa intensa paura determina un’assunzione ridotta di cibo, associata spesso ad un esercizio fisico intenso, al vomito autoindotto e all’utilizzo di lassativi. Il tutto ha come fine quello di favorire la perdita di peso, anche quando questo è già significativamente basso.
Chi soffre di questo disturbo?
Prevalentemente le donne, sin dall’adolescenza, in una fascia d’età che va dai 15-18 anni, i cui sintomi, però possono essere già presenti a circa 8 anni.
Dal punto di vista della mortalità, l’anoressia sembra essere il disturbo più da temere: secondo alcuni dati muore di anoressia circa il 5-10% della popolazione.
E se non è mortale, questo disturbo può comunque portare con sé delle conseguenze serie, sotto tutti i punti di vista.
Questo perché l’anoressia nervosa è caratterizzata da:
- una costante ricerca di magrezza;
- un’immagine distorta del corpo;
- una paura esagerata dell’obesità.
Tutto ciò porta a far si che il soggetto arrivi a limitare il consumo di cibo, arrivando a pesare davvero pochissimo.
Chi soffre di anoressia può anche arrivare a mangiare più del dovuto (crisi bulimiche), per poi autoindursi vomito o usare lassativi, così da riuscire a rimediare.
I primi segnali del disturbo
Sicuramente la presenza di una leggera preoccupazione per la dieta e il peso corporeo, anche quando non ci sono motivi plausibili. Da qui il passo è breve per arrivare ad essere ossessionati dal proprio peso, anche quando si è magrissimi e invece ci si lamenta del contrario.
Questo perché le persone affette da anoressia nervosa considerano l’aumento di peso come inaccettabile, poiché inaccettabile per loro è l’assenza di autocontrollo.
Tra i sintomi tipici dell’anoressia nervosa ricordiamo la bradicardia (meno di 60 battiti al minuto), l’ipotensione, la debolezza, la perdita di capelli, capogiri e stipsi.
Tra quelli psicologici abbiamo invece:
- ricorrenti pensieri ossessivi riguardo al cibo, al peso, alla propria immagine;
- dismorfismo corporeo, che porta a considerarsi sempre più grassi, quando non è assolutamente così;
- iperattività e perdita del ciclo mestruale nelle donne.
Il trattamento dell’anoressia nervosa
Ma come si interviene, in questi casi, partendo dal presupposto che chi è anoressico, non è consapevole del suo disturbo?
Centri di recupero
Nei casi più gravi, va detto che il trattamento deve avvenire presso centri specializzati. All’interno di questi centri spesso si procede con il ricovero, che arriva a interrompere le abitudini alimentari disfunzionali del soggetto. Durante la fase di ricovero vengono fornite in genere consulenze psichiatriche e nutrizionali.
La psicoterapia breve
I trattamenti da seguire per i soggetti che soffrono di anoressia nervosa possono comunque essere differenti, ma in generale il percorso più idoneo è quello della psicoterapia breve strategica o della terapia cognitivo comportamentale. Questa va a lavorare sui processi sottostanti alla consapevolezza del soggetto, ovvero sui fattori di mantenimento del disturbo, al fine di modificare comportamenti visibili ed eliminare il bisogno di magrezza.
La terapia familiare
Anche la terapia familiare può essere utile, poiché coinvolge i membri della famiglia del soggetto anoressico. Questo non è certo un fattore da trascurare, dal momento che, come accennato, tra le cause dei disturbi alimentari, vi sono anche aspetti familiari.
La terapia familiare, per esempio, è molto utile per gli adolescenti. Questa può migliorare, infatti, i rapporti tra familiari e insegnare ai genitori ad aiutare l’adolescente nella sua ripresa.
Il supporto nutrizionale
Contemporaneamente ad un trattamento psicoterapeutico, è consigliabile anche un percorso dal nutrizionista, il quale deve poter fornire delle diete specifiche per ripristinare il peso del soggetto.
Il trattamento farmacologico
Consigliabile potrebbe anche essere un trattamento farmacologico, facendo leva su quei farmaci che possono aiutare il soggetto a recuperare il suo peso e alleviare la sua ansia.
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