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16 Ottobre 2015Le difficoltà grafo-motorie e visuo-spaziali hanno ricevuto negli ultimi anni un aumento d’interesse; da sempre relegato ad un ruolo secondario, questo tipo di funzione rappresenta un mediatore fondamentale durante il percorso formativo di bambini e ragazzi.
Purtroppo l’Italia soffre di un’impostazione didattica che privilegia la cognizione e il pensiero, penalizzando l’azione, e dunque anche la scrittura.
In realtà il cambiamento degli ultimi anni, grazie al quale sono aumentati studi e ricerche nell’ambito delle funzioni visuo-spaziale e grafo-motorie, ha permesso di dimostrare che la scrittura non è un’abilità statica e che esaurisce la sua evoluzione entro i primi due anni della scuola primaria, ma è bensì un’abilità che continua ad evolversi nel tempo e che risente di fattori individuali e contestuali.
Indice contenuti
Il ruolo della scuola nell’infanzia
La scuola dell’infanzia rappresenta un contesto fondamentale per sviluppare le potenzialità visuo-spaziali e grafomotorie, così come per prevenire eventuali difficoltà in queste aree così importanti.
Dai 3 ai 6 anni la produzione grafica dei bambini può essere divisa in due grandi categorie:
- Scarabocchi: segni universali, tracce base, che evolvono insieme alle funzioni motorie e visive del bambino; essenzialmente rientrano in questa categoria punti, linee diritte e curve; questo tipo di produzione permette ai bambini di sperimentare inizio e inibizione dei movimenti, forza, direzione, pianificazione, sovrapposizione, velocità e forme dei tratti;
- Segni controllati: a differenza degli scarabocchi rappresentano segni più intenzionali e che tengono conto dello spazio; questi, con il tempo, vengono uniti in diagrammi, combinazioni e aggregati fino ad arrivare alle prime immagini
In considerazione di queste produzioni la scuola dell’infanzia rappresenta il contesto ideale, con progetti di potenziamento che possono ad esempio declinarsi in queste fasi:
Rilevazione delle competenze in ingresso
Durante le prime settimane è opportuno sospendere la necessità di programmare interventi per definire con chiarezza eventuali dislivelli e poter programmare percorsi ad hoc;
Osservazione e documentazione delle prensioni
Prima ancora dell’intervento rispetto al segno, è opportuno quello sulla prensione degli strumenti di scrittura; è consigliabile in questo senso non tanto fornire consigli verbali rispetto alla corretta prensione, ma guidare attraverso esempi pratici imitabili e correggere direttamente; in questo senso è molto utile condividere con le famiglie le modalità più opportune di prensione così da avere una continuità anche in ambiente domestico: una forma di prensione corretta è la conditio sine qua non per una più corretta e funzionale produzione grafica
Sviluppo dei segni base (punto, linea dritta, linea curva)
Dai 3 ai 4 anni
In questa fase è utile promuovere il più possibile la produzione spontanea, anche con l’ausilio di materiali, colori e mezzi differenti; altro elemento importante da potenziare è la consapevolezza del movimento attraverso, ad esempio, l’imitazione dei segni scritti attraverso il corpo;
Dai 4 ai 5 anni
In questo periodo l’aspetto estetico si aggiunge a quello puramente esperenziale e percettivo; è possibile iniziare ad introdurre i concetti di continuità e/o ritmicità del segno anche attraverso l’uso di rumori, suoni, giochi imitativi;
Dai 5 ai 6 anni
La produzione grafica realizzata in gruppo, la riflessione metacognitiva rispetto ai segni prodotti, rappresentano in questa fase risorse importanti con le quali è possibile introdurre percorsi paralleli, come ad esempio quello legato alle figure geometriche piane.
Appare evidente come le classiche attività di pregrafismo proposte in modo predefinito non possono rappresentare l’alternativa ad un percorso di tipo bottom-up, che nasce e si sviluppa in funzione delle caratteristiche dei bambini e non viceversa.
BIBLIOGRAFIA
Bravar, L., Gortana, M., Dengo, M., Borean, M., Biancotto, M., & Zoia, S.. La scrittura: prevenzione e intervento sulle difficoltà grafomotorie. Difficoltà di Apprendimento e Didattica Inclusiva. (Febbraio 2015).
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