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24 Gennaio 2012“Mi disegni per favore una pecora?” sono le prime parole che il Piccolo Principe rivolge all’aviatore incontrato in mezzo al deserto; mentre non sembra soddisfatto dei disegni che l’adulto gli propone, è felice quando si trova davanti lo schizzo di una cassetta e la spiegazione che la pecora sta dentro: osservando il disegno da vicino sorridendo commenta che ora la pecora si sia addormentata.
Il disegno è uno straordinario strumento comunicativo nel rapporto con i bambini, i quali vi mettono i propri significati e i propri contenuti, che spesso non appaiono evidenti ad un primo sguardo ma emergono ad un livello più profondo. Il disegno diventa quindi oggetto di condivisione e veicolo di significati anche nel contesto psicologico, dove il clinico utilizza proprio le produzioni dei bambini per comprenderne e avvicinarne il mondo interno.
Il modo in cui un bambino disegna è influenzato sicuramente dalla sua età, dal suo livello di sviluppo e di maturazione e quindi da aspetti cognitivi e di organizzazione motoria dei gesti per produrre segni su un foglio, ma è anche largamente orientato dai suoi stati affettivi, dalla sua personalità in formazione e dai suoi legami relazionali; il materiale prodotto diventa quindi una sorta di proiezione del mondo interiore del bambino e come tale può essere interpretata da parte del clinico. Il disegno diventa così uno dei metodi più utilizzati a livello clinico nella relazione con i piccoli, sia perché veicolo di comunicazione vicino alla loro esperienza al pari del gioco, sia perché ricco di significati che possono essere esplorati insieme al bambino stesso.
Il disegno viene così a far parte della gamma di test definiti proiettivi, in quanto in essi la persona proietta aspetti di sé che vanno al di là del materiale oggettivamente osservabile; il bambino che disegna la propria famiglia, ad esempio, spesso introduce variazioni nella presenza o assenza di personaggi, nella loro maggiore o minore caratterizzazione, nella loro reciproca posizione e dimensione, e da questi elementi si possono trarre utili spunti per orientare la riflessione clinica o comprendere una problematica ad esempio nella relazione con un membro della famiglia.
Vi sono quindi disegni, definiti tematici, che cercano di approfondire alcuni specifici aspetti della vita, della personalità e delle relazioni del bambino; nell’accostarsi a queste produzioni è importante però mantenere la cautela nel non considerare il disegno (e soprattutto un unico disegno) come sicura prova dell’esistenza di una problematica e ricordare che ciascuna interpretazione rimane un possibile vertice di osservazione ma non l’unico da cui guardare alla situazione.
Approfondimenti
- Cannoni, E., Il disegno dei bambini. Roma, Carocci, 2003
- Carlino Bandinelli, A., Manes, S., Il disegno del bambino in difficoltà. Milano, F.Angeli, 2004
- De Saint – Exupéry, A., Il Piccolo Principe. trad. It. 1949, Milano, Bompiani
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