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Il termine workaholism deriva dalla fusione delle parole inglesi “work” (lavoro) e “alcoholism” (alcolismo) e sta ad indicare una vera e propria dipendenza dal lavoro.
Sebbene si sia iniziato a parlare di questo disturbo già negli anni ’70 ancora oggi, in Italia, risulta essere abbastanza sconoscuto e di difficile individuazione perchè la dipendenza è legata ad un qualcosa di socialmente accettato, differentemente dalla droga o il gioco d’azzardo (scopri quando il gioco diventa azzardo patologico). Nonostante ciò i dati presentati dalla Camera di Commercio di Milano evidenziano un trend crescente per questa dipendenza attestandosi al 25% della popolazione mondiale mentre in Italia si parla di 700 mila persone a rischio.
Indice contenuti
Il significato del lavoro
Il lavoro oggigiorno viene osannato e ricercato attivamente, spesso chi non ne ha uno viene additato come un fannullone. Il mestiere che si svolge racchiude in sè molteplici significati che concorrono a definire la propria identità svelando qualcosa di sè agli altri.
Non dobbiamo poi dimenticare le moderne tecnologie che permettono di lavorare anche al di fuori dell’orario di servizio; chi poi si rende irreperibile al di fuori dell’orario di lavoro spesso viene considerato come poco interessato alla propria mansione e di conseguenza sarà difficile per lui ottenere una promozione.
In questo contesto quindi la dipendenza dal lavoro spesso non viene riconosciuta e chi ne soffre ha maggiori chance di mascherare a sè e agli altri il proprio problema.
Differenza tra dipendenza da lavoro e sovraccarico lavorativo
Ma in cosa si differenzia la dipendenza dal lavoro di un workaholic da una persona che invece è costretta, dal proprio superiore ad esempio, a lavorare per molte ore settimanali o che si ritrovi a svolgere diversi incarichi per ottenere una retribuzione dignitosa?
I dipendenti da lavoro, così come per le altre forme di dipendenza, sperimentano una gratificazione. Questa gratificazione deriva dal lavorare incessantemente, anche al di là di quanto il proprio fisico sia in grado di sopportare deprivandosi di ore di sonno e mettendo a rischio le proprie relazioni famigliari, che sono sempre più relegate in un angolo.
Il workaholic, dal proprio comportamento, ottiene delle gratificazioni indirette e non delle ricompense immediatamente disponibili, come per altre forme di dipendenza. La persona che soffre di dipendenza dal lavoro dovrà lavorare incessantemente, con sforzo, per ottenere una gratificazione. Raramente però è presente anche una ricompensa diretta ed immediata, la classica “passione” per il proprio lavoro; questa ben presto però si trasformerà in dipendenza nei casi di workaholism.
Come vive chi soffre di dipendenza dal lavoro
Il workaholic è tempestato da pensieri intrusivi connessi al lavoro che non riesce a tenere a bada se non con il passare all’atto e cioè lavorando senza sosta. Sono presenti poi delle vere e proprie crisi di astinenza esprimibili con delle sensazioni di vuoto e aggressività quando si trova lontano dal lavoro.
Il lavoro è ciò che permette di mantenere e accrescere la propria autostima oltre che ad essere un perno centrale nella costruzione della propria identità. Per questo le motivazioni che stanno dietro a questa dipendenza possono rispondere a diversi bisogni creando profili diversi di workaholic.
Troviamo quindi:
- chi desidera eccellere sugli altri ed imporsi;
- chi desidera essere riconosciuto per il proprio valore o riconosciuto come persona competente;
- alcune categorie a latere dove il lavoro svolge la funzione vicariante di mezzo per la costruzione di relazioni sociali che altrimenti non si sarebbero in grado di costruire e/o coltivare;
- chi si serve del lavoro come capro espiatorio per non pensare ad un problema profondo che ha in altri ambiti della propria vita.
Conseguenze a livello fisico, psicologico e relazionale nella dipendenza dal lavoro
Come accennato in precedenza un simile comportamento porta a ricadute negative in molteplici aree personali. A livello fisico, per riuscire a ridurre le ore di sonno, può esserci un abuso di farmaci, caffè o droghe stimolanti creando così una dipendenza anche da queste sostanze. Spesso i workaholic soffrono di problemi cardiaci, disturbi gastro-intestinali ed emicranie.
A livello psicologico invece sono frequenti gli sbalzi d’umore, l’ipercontrollo e disturbi del sonno.
Tutto ciò porta a relazioni difficili con i colleghi: spesso infatti il workaholic è critico con coloro che hanno un equilibrio lavoro-vita personale.
Anche in famiglia le cose non vanno per il verso giusto: il workaholic vive come un peso e un intralcio la propria famiglia dal momento che gli sottrae tempo prezioso alla propria dipendenza.
Per uscire da questa situazione, oltre ad intraprendere un percorso individuale psicoterapico, è possibile ricorrere ad interventi di gruppo (i Workaholics Anonymous) che, sulla falsa riga dei 12 passi del gruppo più famoso degli Alcolisti Anonimi, ha come obiettivo l’auto-aiuto.
Scritto dalla Dott.ssa Mara Giani e dalla Dott.ssa Chiara Cicchese
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