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26 Maggio 2015Già verso i due anni di età si assiste ad un cambiamento nella modalità comportamentale dei propri figli: anche bambini tranquilli si trasformano spesso in dissidenti e ribelli di fronte a genitori che spesso si sentono impotenti o permissivi.
In questa fase avviene la comparsa dei NO e all’antagonismo dei bambini nei confronti delle regole educative. La comparsa dei no permette al bambino di giungere alla completa distinzione tra lui e l’altro (in modo particolare l’oggetto materno) e gli permette l’accesso alle relazioni sociali e al riconoscimento di sé.
Infatti verso i 2 anni il bambino comincia ad affermare la propria autonomia attraverso l’attività esplorativa, curiosità e richieste che spesso entrano in contrasto coi limiti stabiliti in famiglia.
Compito dei genitori è far rispettare il bisogno di sperimentarsi tenendo conto sia di preservare dai possibili pericoli sia di lasciare il giusto spazio esplorativo.
I No hanno la stessa funzione anche nell’età adolescenziale, ossia di differenziarsi dalla figura genitoriale per riuscire a costruire una propria identità autonoma, fatta di proprie scelte e propri gusti.
Per tutto il ciclo delle elementari i bambini imparano ad autoregolarsi, perciò, se pur i limiti vanno allargati e cambiano a seconda delle competenze dei figli, cosa si può e cosa non si può fare viene ancora deciso dai genitori, gettando le basi per il sistema valoriale personale che si forma e consolida.
Indice contenuti
I rischi di un’educazione accondiscendente
Senza “no” e senza regole possono essere:
- questi bambini abituati a far di testa loro, non avranno il senso del limite e correranno il pericolo di confondere la realtà con la fantasia
- si omologheranno più facilmente alle mode e alle leggi del gruppo, da cui saranno dipendenti a lungo, fin quasi all’età adulta
- cresciuti senza conflitti, i ragazzi diventeranno persone meno autonome, incapaci di riconoscere l’esistenza di regole e dunque di rispettarle
L’esistenza di confini coerenti permette ai bambini di acquistare la sicurezza necessaria per allontanarsi e sperimentare la propria curiosità, accettando contemporaneamente la disciplina, l’amore e la sicurezza offerti dai genitori. In assenza di limiti precisi, i bambini non conosceranno i loro confini, diventando spesso insicuri sui loro rapporti con gli adulti e con il loro ambiente.
Le regole devono essere…
- chiare, semplici, non in forma di domanda (perché implica la possibilità di replicare con un no)
- coerenti ossia rispettate dai genitori (interiorizzate in prima persona dal genitore, in quantomodelli), condivise tra i genitori (prese in accordo), coerenti nel tempo in continuità (perseveranti), coerenti nel senso di mantenere ciò che si dice
- la definizione di regole coerenti può aiutare i bambini a dare forma compiuta alle proprie idee (si evita loro una interpretazione soggettiva della realtà poiché la vivacità dell’immaginazione può indurli a distorcere la realtà e a nutrire timori infondati)
- adeguate all’età del bambino (è importante che le attese e i limiti siano adeguati al grado di sviluppo del bambino
- interiorizzate.
Le regole servono per…
- dare sicurezza, contenimento entro cui muoversi sereno (un bambino senza regole sente angoscia, si sente in balia di sé, confuso e finisce per non avere più nei genitori un punto di riferimento)
- dare al bambini il senso del limite rispetto a ciò che si può e ciò che invece non si può fare
- arginare comportamenti pericolosi, inconsapevoli, esagerati
- insegnare comportamenti costruttivi nella relazione con l’altro
- costruire la propria personalità
- dare libertà poiché solo se ci si sente sicuri ci si sperimenta, nelle azioni e nello spazio
- rispondere ai bisogni del bambino.
La “regolamentazione” del comportamento dei bambini impone loro piccole frustrazioni e sacrifici che però producono nel tempo effetti positivi sul suo sviluppo quali:
- acquisire presto il senso della realtà, con i suoi limiti e le sue durezze, nell’atmosfera più favorevole, cioè sotto la protezione dei genitori
- acquisire quell’autodisciplina che gli permetterà di raggiungere gli obiettivi importanti della vita senza farsi scoraggiare dagli ostacoli e dai sacrifici che è comunque destinato a trovare sulla sua strada
- dimostra che i genitori si fidano di lui, cioè lo ritengono capace di superare le delusioni che sono costretti a infliggergli. E questa dimostrazione di fiducia contribuisce decisamente a creargli un’immagine positiva di se stesso, cioè l’amor proprio.
Bibliografia
- Gordon T. (1994). Genitori efficaci, educare figli responsabili, La Meridiana.
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