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21 Dicembre 2021Qualche giorno fa è stata la “Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne” e di questo si è ampiamente parlato e discusso sui social, ma anche in TV e sui giornali.
Almeno da ciò che sembra, tutti siamo d’accordo sull’importanza di trattare questo argomento proprio perché ancora oggi e nonostante tutte le campagne di sensibilizzazione su questa tematica, continua ad essere un fenomeno alquanto diffuso e che riguarda ogni Paese.
Indice contenuti
Riflessioni introduttive sulle forme di violenza
Basta accendere la TV o leggere qualche giornale per accorgersi che, effettivamente, i fatti di cronaca che vedono l’uomo esercitare violenza contro le donne sono molti così come sono tante le vittime che, ogni anno, muoiono proprio per via di questa dinamica.
Importante è sicuramente capire e riconoscere tutte le forme di violenza che, ogni giorno, le donne sono costrette a subire anche perché è proprio tramite il riconoscimento di ogni forma di violenza che si può contrastare questo fenomeno.
Spesso alcune dinamiche e alcune tipologie di violenza vengono del tutto sottovalutate e spesso neanche riconosciute; ad esempio il famoso “catcalling” è stato riconosciuto soltanto da qualche tempo e, da molti, è stato anche visto come qualcosa di esagerato.
In molti si sono chiesti “è davvero violenza?”
In realtà lo è e le conseguenze di chi ne è vittima sono evidenti.
Un altro fenomeno che oggi attira molta attenzione perché soprattutto nell’era digitale è diventato sempre più frequente è il Cyberflash.
Di cosa si tratta?
In questo articolo parleremo proprio di questo fenomeno cercando di capirne di più.
Cyberflash: nuova forma di molestia digitale
Il fenomeno del cyberflash nasce con internet e soprattutto con tutte le applicazioni di messaggistica istantanea.
Con il termine Cyberflash ci riferiamo alle molestie che le donne subiscono quando gli uomini inviano, in modo non consenziente e reciproco, la foto del proprio pene.
Si tratta quindi di una molestia a tutti gli effetti in quanto l’invio di queste foto non viene richiesto da parte delle donne che, invece, le ricevono in modo causale e senza aver fornito il proprio consenso.
La dinamica e il pensiero sottostante è alquanto pericolosa in quanto è sessista e misogina: il pensiero che porta molti uomini ad agire questa molestia è quello secondo cui la donna, in quanto tale, deve accettare queste foto anche perché si ritiene che soltanto l’invio del suddetto materiale multimediale possa “allettare” e attrarre le donne.
Insomma si tratta di un fenomeno alquanto pericoloso perché l’uomo non chiede il parere o il consenso della donna ma, in modo del tutto arbitrario e in base ai propri pensieri personali, decide di mandare foto e video che invece possono causare disagio nell’Altro.
Tutto ciò non viene considerato perché si agisce per il proprio scopo personale e quindi per il proprio piacere.
Conseguenze del Cyberflash
Sicuramente al giorno d’oggi e nell’era di oggi, in cui siamo sempre più invasi di foto e video, potremmo quasi vedere il fenomeno del cyberflash come qualcosa di non molto pericoloso perché si potrebbe quasi pensare che sia del tutto normale.
In realtà non è proprio così anzi, di solito, il cyberflash ha conseguenze importanti su chi lo subisce così come ogni forma di violenza.
La prima conseguenza tangibile è quella che porta le donne ad aver paura di utilizzare il proprio smartphone. Ad esempio, spesso le donne possono avere timore nell’accettare nuove amicizie e nuovi profili o anche soltanto paura al pensiero di intrattenere una conversazione digitale per il timore che quel fenomeno possa accadere di nuovo.
Oltre a ciò si hanno conseguenze negative anche nell’intrattenere conversazioni digitali con chi si conosce già. Questo perché, effettivamente, non è soltanto lo sconosciuto ad inviare foto del proprio organo sessuale.
Altra conseguenza è anche quella del vivere un’intrusione nella propria vita individuale e personale.
La vittima si sente come “molestata nella propria intimità” perché, appunto, viene violato un suo diritto, ossia quello di comunicare il proprio consenso.
È proprio la mancanza di consenso da parte della donna a rendere questo atto una molestia perché, inviando qualcosa che non è gradito e forzando l’altro a ricevere senza il consenso, si invade la sua intimità.
Per tutti questi motivi, l’Inghilterra ha proposto una legge in cui il fenomeno del cyberflash è visto come un vero e proprio reato e molestia punibile in modo legale. Chissò se arriverà anche da noi in Italia.
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