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Ormai è un dato di fatto, Facebook parla sempre più al posto nostro. I nostri pensieri sempre più tradotti da frasi stereotipate, ma che al contempo racchiudono il senso di quello che ci passa per la mente in quel determinato momento.
C’è anche chi va alla ricerca della frase che fa al caso suo, proprio per rendere l’idea di ciò che sta pensando in quel determinato momento.
C’è chi è impegnato a tenere attivi gruppi di 10,000 e passa persone/fan, per mantenere lo status che si è creato… o forse perché non può più farne a meno?
Siamo sempre più vicini all’era in cui è la macchina che parla al posto dell’uomo.
Certo, è sempre l’uomo che crea tutte quelle frasi, applicazioni, citazioni e materiale in generale, che appare su questo ormai conosciutissimo social network.
Ma come tutti sappiamo, sempre più, la rete si sta sostituendo, in molti casi (e non in tutti per fortuna) un po’ a tutto ciò che è reale.
E appunto, è ciò che oggi sta in un certo qual modo facendo Facebook, rispondendo al posto nostro con frasi, motti di spirito, immagini, canzoni, messaggi vocali, che spiegano il nostro stato d’animo.
Sempre più si creano relazioni sulla rete. Ad esempio, a Milano e non solo, chi si trova ad essere definito nella vita reale uno “sfigato”, ha la possibilità, su Facebook di essere un “figo”, perché si sa “muovere” meglio, perché ha mille e più amici, perché riesce ad accedere a contenuti che altri spesso condividono. Ed è così che il virtuale influenza ancora una volta il reale, a tal punto che in alcuni casi, qualche ragazzo o ragazza viene notato a scuola per quello che ha scritto o postato sul proprio profilo; ed è così che il narcisismo si fa strada a discapito dell’isolamento.
Oggi questo è visto come un elemento negativo, ma chissà forse un giorno, gli “sfigati” saranno proprio quelli che non sapranno utilizzare le nuove tecnologie.
Noi speriamo sempre che ciò non accada, ma da come si stanno mettendo le cose, è in costante aumento la gente che passa molto più tempo della propria giornata su internet, piuttosto che nella vita reale.
Forse sarebbe auspicabile un futuro in cui piuttosto la tecnologia sia da supporto alla vita reale-relazione dell’essere umano?
Voi che ne pensate?
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